Di Canio: Juve, Allegri inizia ad avere paura. E sul tridente è prevenuto

A Sky l'analisi dopo la partita contro il Genoa: il timore di perdere il posto Champions, la connessione Chiesa-Vlahovic, il dilemma Yildiz nel salotto tv

Il momento in casa Juventus non è decisamente dei migliori. I bianconeri sono reduci dal pareggio per 0-0 contro il Genoa, ma la gara con i rossoblù è solo l'ultimo atto di un periodo abbastanza negativo. Nelle ultime 8 partite è arrivata una sola vittoria, quella sopraggiunta all'ultimo respiro in casa contro il Frosinone. Poi 3 sconfitte (con Inter, Udinese e Napoli) e 4 pareggi (Empoli, Verona, Atalanta e, appunto, Genoa. Numeri che aprono inevitabilmente a delle riflessioni. Un malumore nell'ambiente palesato nel post partita di ieri, quando il tecnico bianconero Massimiliano Allegri ha discusso animatamente in collegamento con gli studi di Sky. E proprio l'emittente, nella trasmissione Sky Calcio Club, ieri sera ha analizzato "il nervosismo di Allegri".

"Juve, il nervosismo di Allegri"

Ad aprire il dibattito sul momento Juve e su quello del tecnico bianconero è Luca Marchegiani: “Il nervosismo di Allegri è molto condizionato da questa crisi di risultati. A un certo punto della stagione si è convinto, giustamente, che stava quasi per realizzare un miracolo, perché giocarsela punto a punto con l’Inter era veramente un miracolo secondo me. Ora gli si sta smontando l’impresa: rischia di diventare una stagione anche un po’ meno di normale”. E a tal proposito Beppe Bergomi rimarca: “Lui ci ha creduto. È sempre molto attento a certe cose, oggi dice che mancano 11 punti per la matematica Champions. Ma a un certo punto ha messo a confronto i calendari di Inter e Juve e ha detto: ‘Io vado davanti’. L’Inter aveva la Supercoppa, poi la Roma, la Fiorentina, la Juventus, l’Atalanta. Lui aveva Empoli, Frosinone, Udinese… E proprio in quel momento, la gara con l’Empoli è stato uno spartiacque incredibile, è andato in difficoltà. E adesso arrivano le partite difficili”.

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Di Canio: Allegri inizia ad aver paura

Sulla stessa lunghezza d'onda, per quanto riguarda il tema Scudetto, anche Paolo Di Canio, che poi aggiunge quelli che secondo lui sono i motivi per cui Allegri non sarebbe sereno: “Era per l’impresa, che ci credevano. Son rimasti delusi, ma ancor peggio: quando ha capito che si erano staccati e che non potevano più fare l’impresa, contava i punti sulla quinta, che erano 16-18, ma che ora sono diventati 8! Allegri comincia ad aver paura e forse da questo può arrivare il nervosismo. Ci sono squadre che stanno bene: il Bologna, la Roma che ha cambiato. E lui è preoccupato perché lui non sta facendo risultati, e gli altri prima o poi li fanno, perciò questa è la grande tensione”.

Su Chiesa e Vlahovic: "Dusan sbaglia il passaggio"

Di Canio spiega anche da un punto di vista tecnico, con un'esempio relativo proprio alla sfida col Genoa, la connection mancata tra Chiesa e Vlahovic: Chiesa punta, da fermo, sposta palla, quasi conquista rigore col Genoa. E in area c’erano Vlahovic e i due centrocampisti a rimorchio. Quella è la mattonella di Chiesa: può rientrare per mettere la palla o andare verso il centro per tirare. Certo, a campo aperto servirebbe qualcosa di diverso perché si dà palla a Vlahovic e vedi solo due giocatori nella metà campo avversaria. Ma quando arrivi lì, Chiesa lo devi utilizzare nella sua zona. Nel caso specifico sul passaggio per Chiesa, Vlahovic si arrabbia ma è lui che sbaglia il tocco”.

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"Vlahovic-Chiesa, non c'è intesa"

A Sky Calcio Club si analizza poi in profondità il rapporto del duo Vlahovic-Chiesa (col primo espulso nel finale di gara), partendo da un fotogramma della partita col Genoa: il serbo che sbaglia un appoggio facile per Chiesa, a testimonianza di un’intesa che mal funziona. A sostegni della tesi, anche i numeri proposti in studio: 59 minuti giocati insieme contro i rossoblù, con i due attaccanti che si sono passati il pallone 4 volte. Bergomi dice la sua: “Si parla tanto di calcio di posizione, e oggi anche di relazione. Chiesa, giocando dall’inizio, si sta impegnando. Ha fatto gol a Napoli quando Allegri si è messo 4-3-3, ma lo vedo in difficoltà a giocare spalle alla porta. È abbastanza individualista, fa fatica a dialogare, ma lo devi sfruttare per le caratteristiche che ha. Facendogli fare la punta, giocare di spalle… Tende sempre e comunque a prendere la posizione di esterno.

Dello stesso parere anche Marchegiani: “Io sono estremamente d’accordo con Beppe. Secondo me Chiesa, come seconda punta, non lo si aiuta perché come tipo di giocatore, e io lo stimo, è un istintivo. Per rendere al massimo deve avere riferimenti più chiari rispetto ad andare a cercarsi la posizione in base ai movimenti di un altro giocatore, pure lui istintivo, come Vlahovic. La miglior caratteristica di Vlahovic, secondo me, non è lo smarcamento o mettersi nelle condizioni di giocare insieme ad un compagno. Per aiutarli avrebbero bisogno di riferimenti più chiari. Poi va detto che il Genoa difende bene: non ti dà spazi o imbucate”.

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Il tridente con Yildiz: pareri discordanti

In ultima analisi: perché Allegri non prova il tridente? Questa la questione che aveva anche fatto innervosire il tecnico bianconero nell'immediato post partita di ieri. Bergomi dà la sua versione: “Vuole raggiungere questo obiettivo del 4° posto, e pensa che lui comunque, con questo assetto, i punti li ha fatti, con le tre punte perderebbe le certezze che ha e che lo hanno portato al 3° posto. Forse poteva farlo un po’ prima, adesso dirgli di cambiare… Che poi non sarebbe sbagliato cambiare eh. Chi sarebbe la terza punta per il tridente? Beh, Yildiz!”.

Di Canio a chiusura sull'ipotesi dei tre attaccanti insieme: "Capisco cosa intende Max, che ha delle certezze. Lui secondo me parte prevenuto per quello che legge sui social, anche da parte degli addetti ai lavori, ed è per quello che si presenta alle interviste più nervoso, ma non è giustificabile in questo caso. Però dico che si parla di Yildiz come se stessimo parlando di Del Piero dopo 5 anni di Juve che era in odore di Pallone d’Oro. Ma ragazzi: Yildiz col Genoa cade sulla palla, fa delle finte che sembra un ragazzino di 13 anni. E non sto dicendo che non è bravo come a Frosinone, che ha fatto quel guizzo, o un’altra volta ancora in un’altra partita. È un ragazzo acerbo, che ne vedi le doti, ma non è che perché i tifosi lo vorrebbero vedere allora deve schierarlo. Ha ragione su questo, penserà ‘Piace a voi, ma io lo saprò cos’è Yildiz’. Deve lavorare altri 4 anni, non è Dybala che aveva già fatto alcune ottime stagioni al Palermo”.

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Il momento in casa Juventus non è decisamente dei migliori. I bianconeri sono reduci dal pareggio per 0-0 contro il Genoa, ma la gara con i rossoblù è solo l'ultimo atto di un periodo abbastanza negativo. Nelle ultime 8 partite è arrivata una sola vittoria, quella sopraggiunta all'ultimo respiro in casa contro il Frosinone. Poi 3 sconfitte (con Inter, Udinese e Napoli) e 4 pareggi (Empoli, Verona, Atalanta e, appunto, Genoa. Numeri che aprono inevitabilmente a delle riflessioni. Un malumore nell'ambiente palesato nel post partita di ieri, quando il tecnico bianconero Massimiliano Allegri ha discusso animatamente in collegamento con gli studi di Sky. E proprio l'emittente, nella trasmissione Sky Calcio Club, ieri sera ha analizzato "il nervosismo di Allegri".

"Juve, il nervosismo di Allegri"

Ad aprire il dibattito sul momento Juve e su quello del tecnico bianconero è Luca Marchegiani: “Il nervosismo di Allegri è molto condizionato da questa crisi di risultati. A un certo punto della stagione si è convinto, giustamente, che stava quasi per realizzare un miracolo, perché giocarsela punto a punto con l’Inter era veramente un miracolo secondo me. Ora gli si sta smontando l’impresa: rischia di diventare una stagione anche un po’ meno di normale”. E a tal proposito Beppe Bergomi rimarca: “Lui ci ha creduto. È sempre molto attento a certe cose, oggi dice che mancano 11 punti per la matematica Champions. Ma a un certo punto ha messo a confronto i calendari di Inter e Juve e ha detto: ‘Io vado davanti’. L’Inter aveva la Supercoppa, poi la Roma, la Fiorentina, la Juventus, l’Atalanta. Lui aveva Empoli, Frosinone, Udinese… E proprio in quel momento, la gara con l’Empoli è stato uno spartiacque incredibile, è andato in difficoltà. E adesso arrivano le partite difficili”.

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