Vlahovic, ora fatti perdonare: ridiscutere il contratto con la Juve non basta

Allegri, i compagni e i tifosi puntano sul ritorno di Dusan che, dopo la multa per l’espulsione contro il Genoa, è smanioso di riscattarsi

TORINO - Per carità: son tutti bravi ragazzi e campioni a prescindere (basta che indossino la maglia bianconera e percepiscano ingaggi fuori regola: i gonzi abboccano), però magari qualcosa da farsi perdonare ce l’hanno anche loro. A cominciare proprio da lui, che per due volte è stato nominato miglior giocatore del mese, ma che contro il Genoa non ha saputo gestire emozioni e tensioni. Dusan Valhovic è come il protagonista di quei film straordinari in cui Alfred Hitchcock usava sapientemente la tecnica delle ombre per mettere in risalto la parte buia, l’inconscio incontrollato, del protagonista. Insomma, senza volare troppo alto che poi ci si fa male, Dusan deve farsi perdonare dopo l’immensa c... stupidaggine commessa nel finale contro il Genoa. Un perdono che deve andare bel al di là dei 70 mila euro di multa (parametrati ai 9 milioni netti di ingaggio sono un’inezia) che gli ha comminato la Juventus.

La Juve si aggrappa ai gol di Vlahovic

Una ingenuità, la sua, ancor più grave perché Vlahovic ha la nobile ambizione di diventare un leader e di incarnare l’ambizione della crescita juventina, tanto che è pronto a rimanere in bianconero a fronte di una ridiscussione del proprio ingaggio-monstre che l’anno prossimo si assesterà a 12 milioni i euro netti. Ma i soldi (soprattutto quelli che spendono gli altri) sono un dettaglio e ai tifosi giustamente importano di più i gol che il ragazzo serbo riesce a portare in dote alle esangui (molto più di quelle economiche) casse di Madama. Il fatto è che lui (e si torna alla madornale gravità del suo comportamento) in questa aridità di gol pesa come le piogge d’Aprile di gucciniana memoria: “in mezz’ora lavavano un’anima o una strada”. E non è un caso che l’ultima vittoria della Juventus, contro il Frosinone, coincida con gli ultimi gol di Dusan autore di una doppietta. Sì, senza di lui ci sono state le (ah, quanto illusorie) iper perfomance di Coppa Italia in gennaio con la tripletta di Milik e il 4-0 al Frosinone, ma il resto del piatto piange assai, tanto è vero che in campionato il resto dell’attacco ha segnato solo 11 gol con Chiesa, Milik, Yildiz e Kean (a secco da un anno) mentre Dusan da solo ne ha segnati 15. Insomma, senza il contributo del serbo, l’attacco bianconero misurerebbe un deficit ben peggiore rispetto a quello che già lo affatica con i 44 gol che corrispondono al peggior bottino dal 1999-2000, qua si il secolo corso.

Crisi Juve, allenamento nel silenzio e poi in ritiro. Allegri non parla

© RIPRODUZIONE RISERVATA

La Juve attende il riscatto di Vlahovic

Da questa sera, così, i tifosi bianconeri si aspettano la riscossa di Vlahovic che, di suo, vuole confermare il proprio peso specifico che gli permise di essere eletto calciatore del mese dalla Lega a gennaio e poi dai tifosi della Juventus in febbraio. Anche se i numeri raccontano come il suo mese d’oro si sia sviluppato in gennaio e non per caso la Lega di A lo premiò come miglior giocatore del campionato con questa motivazione: "È stato semplicemente perfetto, è andato a segno in tutte e quattro le partite del mese e ha realizzato sei reti complessive, mostrando tutto il suo repertorio fatto di potenza, abilità nel gioco aereo e senso del gol". Poi, in febbraio, l’amarezza di San Siro (ah, quello stop sbagliato una sorta di sliding doors dell’intera stagione bianconera...), di nuovo acciacchi (che gli hanno fatto saltare anche la nazionale) e qualche cartellino giallo di troppo che lo hanno “tenuto giù” contro l’Atalanta e contro la Lazio. Adesso, all’abbrivio di aprile, in questa “stagione di mezzo, spaccata e offesa da giorni agonizzanti e disperati” (mai versi gucciniani si sono attagliati in maniera così perfetta al momento bianconero) servono i raggi i sole che Vlahovic può portare ai compagni. Purché anche lui, non si faccia mangiare all’ansia di prestazione e dal gravame di ciò che rappresenta. Servono piedi caldi (meglio se di qualità) e testa fredda.

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TORINO - Per carità: son tutti bravi ragazzi e campioni a prescindere (basta che indossino la maglia bianconera e percepiscano ingaggi fuori regola: i gonzi abboccano), però magari qualcosa da farsi perdonare ce l’hanno anche loro. A cominciare proprio da lui, che per due volte è stato nominato miglior giocatore del mese, ma che contro il Genoa non ha saputo gestire emozioni e tensioni. Dusan Valhovic è come il protagonista di quei film straordinari in cui Alfred Hitchcock usava sapientemente la tecnica delle ombre per mettere in risalto la parte buia, l’inconscio incontrollato, del protagonista. Insomma, senza volare troppo alto che poi ci si fa male, Dusan deve farsi perdonare dopo l’immensa c... stupidaggine commessa nel finale contro il Genoa. Un perdono che deve andare bel al di là dei 70 mila euro di multa (parametrati ai 9 milioni netti di ingaggio sono un’inezia) che gli ha comminato la Juventus.

La Juve si aggrappa ai gol di Vlahovic

Una ingenuità, la sua, ancor più grave perché Vlahovic ha la nobile ambizione di diventare un leader e di incarnare l’ambizione della crescita juventina, tanto che è pronto a rimanere in bianconero a fronte di una ridiscussione del proprio ingaggio-monstre che l’anno prossimo si assesterà a 12 milioni i euro netti. Ma i soldi (soprattutto quelli che spendono gli altri) sono un dettaglio e ai tifosi giustamente importano di più i gol che il ragazzo serbo riesce a portare in dote alle esangui (molto più di quelle economiche) casse di Madama. Il fatto è che lui (e si torna alla madornale gravità del suo comportamento) in questa aridità di gol pesa come le piogge d’Aprile di gucciniana memoria: “in mezz’ora lavavano un’anima o una strada”. E non è un caso che l’ultima vittoria della Juventus, contro il Frosinone, coincida con gli ultimi gol di Dusan autore di una doppietta. Sì, senza di lui ci sono state le (ah, quanto illusorie) iper perfomance di Coppa Italia in gennaio con la tripletta di Milik e il 4-0 al Frosinone, ma il resto del piatto piange assai, tanto è vero che in campionato il resto dell’attacco ha segnato solo 11 gol con Chiesa, Milik, Yildiz e Kean (a secco da un anno) mentre Dusan da solo ne ha segnati 15. Insomma, senza il contributo del serbo, l’attacco bianconero misurerebbe un deficit ben peggiore rispetto a quello che già lo affatica con i 44 gol che corrispondono al peggior bottino dal 1999-2000, qua si il secolo corso.

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