Casale ha sbagliato, per quanto abbagliante sia stato il doppio passo con cui Vlahovic si è preso lo spazio per il sinistro con cui ha battuto Mandas: a costo di stendere a DV9 un tappeto rosso, il centrale della Lazio avrebbe dovuto mandarlo verso l’esterno e con la palla sul destro. A parziale scusante, il fatto che spingere Vlahovic a calciare di destro è una tattica molto meno efficace che in passato: e proprio Casale lo aveva scoperto il 16 settembre, quando in Juve-Lazio di campionato il bianconero col destro lo aveva anticipato per firmare al volo il primo gol e poi lo aveva dribblato portandosi la palla sullo stesso piede, col quale aveva segnato - a girare sul secondo palo - il secondo.
Vlahovic, non solo il sinistro
A quella doppietta, DV9 in campionato ha poi aggiunto altre tre reti con il piede “debole”, che ora sarebbe più corretto chiamare “meno forte”: cinque gol che sono già uno in più dei quattro che il serbo aveva segnato col destro nei precedenti quattro campionati, uno a stagione. Non solo, con tre reti di testa ha già pareggiato il conto degli ultimi due campionati ed è a più del 50% rispetto alle cinque incornate vincenti degli ultimi quattro. Sommando i dati, nelle 30 giornate di questo campionato (e in 25 presenze), Vlahovic ha segnato otto gol senza usare il sinistro, mentre nei quattro precedenti campionati ne aveva realizzati in tutto nove. Numeri che certificano come, intrecciata alla metamorfosi caratteriale, il ventiquattrenne bianconero ne stia completando una tecnica grazie alla quale si sta trasformando da attaccante con un’unica arma a disposizione (il sinistro) a centravanti totale e completo, capace di segnare in tutti i modi.