Allegri e i suoi "fedelissimi" nel mirino dei tifosi
A proposito: per un conteggio esclusivamente e rigorosamente storico, il ventesimo tricolore dell’Inter sarà frutto della scolastica addizione “19 sul campo + 1 a tavolino”. E non per istigare alle polemiche oppure - tanto meno - alla rievocazione emotiva di Calciopoli, ma al tifoso juventino di questi tempi sembra non importare più nulla di quel che successe nel 2006 e che oggi contribuisce al ventesimo tricolore interista. Ai bianconeri del telefonino o dello Stadium (curva esclusa) soltanto importa esprimere un rumoroso giudizio, severo e implacabile, a fine primo e secondo tempo: contro Allegri. In allegato i giocatori considerati “allegriani”. Primo per distacco, un grande classico: De Sciglio incolpato semplicemente di esser sceso in campo una settimana fa.
Tornava dopo un anno di ginocchio spappolato giocando con la Juve, non facendo le capriole al luna-park. Ma a prescindere: come si fa a far giocare De Sciglio? Chi azzarda una risposta anche pudica, rischia schiaffi e sberleffi. Secondo gradino del podio allegriano: Alex Sandro. Gli è andato male qualche rimpallo, tipo l’ultimo con l’Udinese. Basta e avanza per fischiarlo anche se entra alla fine, per un minuto o poco più. “È un professionista esemplare, ha più di trecento presenze e cinque scudetti con la Juventus”, ha provato a ricordare Allegri, senza minimamente scalfire le certezze della gogna. Primo De Sciglio, secondo Alex Sandro e terzo uno qualsiasi: basta uno stop sbagliato o un lancio fuori misura per scatenare chi borbotta, si lamenta, protesta, fischia. E infine impugna il telefonino come un’arma letale, per riprendere e condividere sui social la propria contestazione.
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