TORINO - La panchina di Thiago Motta ha perso le gambe. La società si è convinta che andare avanti con lui servirebbe solo a ridurre le possibilità di arrivare al quarto posto e garantirsi la Champions con tanto di musichetta, emozioni e, soprattutto, bonus minimo di 65 milioni. A far precipitare ulteriormente la gravità della situazione del tecnico italo-brasiliano sarebbe stato anche il suo approccio negli ultimi allenamenti vissuti con una decina di giocatori rimasti alla Continassa: nessun discorso per confrontarsi con la truppa per analizzare la situazione e caricare i presenti, solo sedute blande con l’allenatore silenzioso con le braccia dietro la schiena. Non esattamente ciò che si attende da chi è deputato a dare uno scossone a una squadra che nelle ultime due partite perse malamente - con Atalanta e Fiorentina - non ha saputo offrire uno straccio di reazione.
Motta, quelle parole di Del Piero
Come aveva avuto modo di spiegare a caldo Del Piero «Quando prendi un cazzotto almeno devi reagire!». E allora ecco che nella tarda serata di ieri ha preso piede il convincimento di forzare il tutto, andando così anche oltre la criticità economica dei conti della prima trimestrale, per far sì che già alla ripresa degli allenamenti, con tutti gli effettivi a disposizione, tra domani e martedì con i rientri dalle rispettive Nazionali, il nuovo condottiero possa guidare la nuova Juventus. Se sino all’altro giorno Motta era a rischio, oggi potrebbe essere il suo ultimo giorno da guida della Juventus. E alla fine tra le due opzioni a disposizione come alternativa, di cui abbiamo avuto modo di scrivere nei giorni scorsi, ha preso il sopravvento quella a corto respiro. Di qui la telefonata a Igor Tudor con cui, salvo sorprese dell’ultimo minuto, verrà formalizzato il nuovo rapporto nel giro delle prossime 24/48 ore. Il nuovo allenatore della Juventus dovrebbe arrivare a Torino già in serata.