Tudor alla Juve, è fatta! Quando arriva l'ufficialità e i motivi della scelta

L'esperienza di Thiago Motta alla Vecchia Signora è finita: la situazione è precipitata negli ultimi giorni. Ecco Igor, che ha già vissuto la panchina bianconera nel 2020/2021

TORINO - La panchina di Thiago Motta ha perso le gambe. La società si è convinta che andare avanti con lui servirebbe solo a ridurre le possibilità di arrivare al quarto posto e garantirsi la Champions con tanto di musichetta, emozioni e, soprattutto, bonus minimo di 65 milioni. A far precipitare ulteriormente la gravità della situazione del tecnico italo-brasiliano sarebbe stato anche il suo approccio negli ultimi allenamenti vissuti con una decina di giocatori rimasti alla Continassa: nessun discorso per confrontarsi con la truppa per analizzare la situazione e caricare i presenti, solo sedute blande con l’allenatore silenzioso con le braccia dietro la schiena. Non esattamente ciò che si attende da chi è deputato a dare uno scossone a una squadra che nelle ultime due partite perse malamente - con Atalanta e Fiorentina - non ha saputo offrire uno straccio di reazione.

Motta, quelle parole di Del Piero

Come aveva avuto modo di spiegare a caldo Del Piero «Quando prendi un cazzotto almeno devi reagire!». E allora ecco che nella tarda serata di ieri ha preso piede il convincimento di forzare il tutto, andando così anche oltre la criticità economica dei conti della prima trimestrale, per far sì che già alla ripresa degli allenamenti, con tutti gli effettivi a disposizione, tra domani e martedì con i rientri dalle rispettive Nazionali, il nuovo condottiero possa guidare la nuova Juventus. Se sino all’altro giorno Motta era a rischio, oggi potrebbe essere il suo ultimo giorno da guida della Juventus. E alla fine tra le due opzioni a disposizione come alternativa, di cui abbiamo avuto modo di scrivere nei giorni scorsi, ha preso il sopravvento quella a corto respiro. Di qui la telefonata a Igor Tudor con cui, salvo sorprese dell’ultimo minuto, verrà formalizzato il nuovo rapporto nel giro delle prossime 24/48 ore. Il nuovo allenatore della Juventus dovrebbe arrivare a Torino già in serata.
 

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Tudor e il sì alla Juve

Oggi i contorni di questo delicato passaggio diventeranno più nitidi sia per quanto riguarda l’addio a Motta, che sta trascorrendo il lungo weekend di riposo in Portogallo con la famiglia, che per quanto concerne il buongiorno al tecnico croato. Igor non avrà difficoltà a trovare la strada... Ha già vestito la maglia bianconera da giocatore ed è stato il secondo di Andrea Pirlo sulla panchina bianconera nella stagione 2020/21. Ormai il dubbio è legato solo a una questione di tempistiche e tutti gli indizi portano a una decisione anticipata rispetto a ciò che era stato convenuto: dunque con ogni probabilità Thiago non tornerà a Torino. Il motivo per cui è stato preferito Tudor rispetto a Mancini è molto semplice e anche in questo caso non vi sveliamo niente di nuovo. Il croato, infatti, ha dato sin da subito la sua piena e convinta disponibilità ad accettare una soluzione che gli consentirà di allenare la squadra bianconera in questa coda della stagione tra campionato e Mondiale per club senza avere la certezza di poterlo fare anche nella stagione seguente.
 

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Perché la Juve ha scelto così

Per lui però, come scritto ieri, ecco l’opzione di conferma in caso di qualificazione alla Champions League. Era invece diversa l’intesa con Mancini, che, partita con un impegno per questo fine di stagione e altri due anni, avrebbe mediato riducendo la lunghezza del contratto di un campionato. Evidentemente in questo momento il club non se la sente di sposare un progetto così a lungo termine dopo essersi appena bruciato con la scelta clamorosamente errata di Thiago Motta. Meglio prima assicurarsi la Champions e poi continuare con chi è riuscito nell’impresa invece che rischiare di trovarsi legati comunque a un allenatore che potrebbe aver fallito anche questo ultimo traguardo. L’unico rimasto in piedi dopo le eliminazioni in Supercoppa, Coppa Italia e Champions League: fallimenti che allungano l’ombra sull’operato della dirigenza.
 

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TORINO - La panchina di Thiago Motta ha perso le gambe. La società si è convinta che andare avanti con lui servirebbe solo a ridurre le possibilità di arrivare al quarto posto e garantirsi la Champions con tanto di musichetta, emozioni e, soprattutto, bonus minimo di 65 milioni. A far precipitare ulteriormente la gravità della situazione del tecnico italo-brasiliano sarebbe stato anche il suo approccio negli ultimi allenamenti vissuti con una decina di giocatori rimasti alla Continassa: nessun discorso per confrontarsi con la truppa per analizzare la situazione e caricare i presenti, solo sedute blande con l’allenatore silenzioso con le braccia dietro la schiena. Non esattamente ciò che si attende da chi è deputato a dare uno scossone a una squadra che nelle ultime due partite perse malamente - con Atalanta e Fiorentina - non ha saputo offrire uno straccio di reazione.

Motta, quelle parole di Del Piero

Come aveva avuto modo di spiegare a caldo Del Piero «Quando prendi un cazzotto almeno devi reagire!». E allora ecco che nella tarda serata di ieri ha preso piede il convincimento di forzare il tutto, andando così anche oltre la criticità economica dei conti della prima trimestrale, per far sì che già alla ripresa degli allenamenti, con tutti gli effettivi a disposizione, tra domani e martedì con i rientri dalle rispettive Nazionali, il nuovo condottiero possa guidare la nuova Juventus. Se sino all’altro giorno Motta era a rischio, oggi potrebbe essere il suo ultimo giorno da guida della Juventus. E alla fine tra le due opzioni a disposizione come alternativa, di cui abbiamo avuto modo di scrivere nei giorni scorsi, ha preso il sopravvento quella a corto respiro. Di qui la telefonata a Igor Tudor con cui, salvo sorprese dell’ultimo minuto, verrà formalizzato il nuovo rapporto nel giro delle prossime 24/48 ore. Il nuovo allenatore della Juventus dovrebbe arrivare a Torino già in serata.
 

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