Hojlund-Juve, contatto! Le richieste e i perché di un'occasione Mondiale

Le prime mosse di mercato del club bianconero si concentrano sul reparto d’attacco che è destinato a un profonda rivoluzione

Torino Partiamo dai nomi: «Rasmus» può voler dire «lampo», in danese. E «Hojlund»? Beh, è un «bosco». Giocando con le immagini, vien fuori l’intenzione della Juve: una luce - forte - nella selva oscura dell’attacco di cui si compone attualmente questa squadra. Forzato? Fino a un certo punto. È che Giuntoli cerca proprio un attaccante che faccia questo. Che sia in grado di rischiarare le perplessità di oggi, i mal di pancia avuti e poi persi da Vlahovic, capocannoniere eppure mai realmente continuo. Kolo Muani, in fondo, lo è stato: è durato il tempo di un lampo, appunto, poi ha iniziato a tuonare insicurezza. Su Milik, il numero zero accompagna la voce dei gol fatti e persino delle presenze: è stato buio perenne.

 

Per questo, anche nei primi giorni di giugno, quando il mercato si spalanca alle opportunità per il Mondiale per Club - e per sistemare il bilancio -, ci si fa un giro nel girone degli scontenti, quelli messi in fretta e furia in vetrina prima che perdano smalto, il ritocco di un restauro di parole. C’è pure il classe 2003, terminale offensivo del Manchester United. È lì e aspetta la sua occasione di rivincita, magari nel campionato in cui ha maggiormente convinto. Hojlund, all’Atalanta tra il 2022 e il 2023, passato in Inghilterra due estati fa per 70 milioni più ulteriori 10 di bonus, con un contratto con i Red Devils fino al 30 giugno 2028, non è riuscito a risollevarsi dai dubbi e dai chiaroscuri del suo club, dalle inadeguatezze inevitabilmente conseguenze del periodo complicato.

 

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Hojlund affare low cost per la Juve

Dopo il primo anno da 10 gol in Premier League (di cui 7 in una striscia di 6 partite), Rasmus quest’anno è fermo a quota 3 in 26 gettoni. Ha attraversato fasi di digiuno profondo - 16 gare completamente a secco - e altre in cui è tornato il centro dell’universo di Ten Hag prima e di Amorim poi. È da risollevare, sì. Ma sarebbe pure per questo un affare low cost, che la Juve potrebbe fiutare in prestito, magari oneroso, con un affaccio d’acquisto sul futuro. Non c’è nulla di costruito, ad ora. Ci sono stati però contatti esplorativi da parte della dirigenza bianconera nei confronti dell’entourage del calciatore.

 

La prima richiesta: quali sono le sue intenzioni? Si è partiti da qui, perché convincere Hojlund può essere un passo decisivo, tale da sconfiggere la concorrenza immediata, che certamente non mancherà. In molti, dalla Premier League alle idee del Napoli, restano appigliati alle promesse mostrate dal calciatore in maglia Dea. In pochi - anzi: proprio nessuno - possono garantire un acquisto rapido e indolore per il Manchester, per il quale il centravanti danese ha un costo annuo imponente. Dunque, la corsa è al cuore della punta, il quale si è detto disponibile a parlarne, a valutare, a capire la mossa migliore per il suo domani.
 

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Le intenzioni di mercato del Manchester United

Da parte del board inglese, l’idea per la prossima stagione è quella di attuare una seria rifondazione del reparto avanzato: tra il ragazzo di Copenaghen e Joshua Zirkzee - altro vecchio pupillo -, preferirebbero salutare il primo, anche per la prospettiva di un affare migliore. Come sempre, sarà il mercato a dettare la cronologia e le dinamiche, ma nell’ottica juventina la prospettiva di averlo sin da subito per il Mondiale stuzzica e non poco, poiché andrebbe a sostituire numericamente Arek Milik, destinato a una separazione anticipata a fine stagione.

 

C’è dunque il tema Vlahovic, che in questa storia non è affatto secondario: Dusan è destinato a salutare e però in tempi più dilatati. Per questo motivo, la Juve cercherà inoltre di anticiparsi: gli attaccanti centrali da prendere sono due e avranno entrambi un’importanza strategica. Se Hojlund non viene comunque visto come il grande erede, cioè come il giocatore coi crismi del titolare, può essere ugualmente la grande alternativa che quest’anno è mancata come morbido pane in periodo di carestia. Può essere semplicemente vitale. Veloce da fare. E con una spesa totalmente sostenibile. Del resto il radar bianconero è attivo più che mai, dopo quello di Lookman ecco il puntino illuminato di Hojlund.

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Torino Partiamo dai nomi: «Rasmus» può voler dire «lampo», in danese. E «Hojlund»? Beh, è un «bosco». Giocando con le immagini, vien fuori l’intenzione della Juve: una luce - forte - nella selva oscura dell’attacco di cui si compone attualmente questa squadra. Forzato? Fino a un certo punto. È che Giuntoli cerca proprio un attaccante che faccia questo. Che sia in grado di rischiarare le perplessità di oggi, i mal di pancia avuti e poi persi da Vlahovic, capocannoniere eppure mai realmente continuo. Kolo Muani, in fondo, lo è stato: è durato il tempo di un lampo, appunto, poi ha iniziato a tuonare insicurezza. Su Milik, il numero zero accompagna la voce dei gol fatti e persino delle presenze: è stato buio perenne.

 

Per questo, anche nei primi giorni di giugno, quando il mercato si spalanca alle opportunità per il Mondiale per Club - e per sistemare il bilancio -, ci si fa un giro nel girone degli scontenti, quelli messi in fretta e furia in vetrina prima che perdano smalto, il ritocco di un restauro di parole. C’è pure il classe 2003, terminale offensivo del Manchester United. È lì e aspetta la sua occasione di rivincita, magari nel campionato in cui ha maggiormente convinto. Hojlund, all’Atalanta tra il 2022 e il 2023, passato in Inghilterra due estati fa per 70 milioni più ulteriori 10 di bonus, con un contratto con i Red Devils fino al 30 giugno 2028, non è riuscito a risollevarsi dai dubbi e dai chiaroscuri del suo club, dalle inadeguatezze inevitabilmente conseguenze del periodo complicato.

 

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