"Tudor serio, spinto dall'orgoglio Juve"
In panchina è rimasto Tudor. Lo vede come un allenatore da progetto o come una figura di passaggio?
«Tudor lo vedo un allenatore serio, non certo uno di passaggio. L’orgoglio di allenare la Juventus lo spinge a dare di più. Ma lui conosce il calcio, non è necessario conoscere il mondo bianconero per incidere. Lui sta facendo bene perché ha dimostrato di essere capace nella gestione di situazioni complesse. Il suo compito più grande adesso è quello di valorizzare la squadra che gli hanno messo a disposizione, ma almeno stavolta ha avuto il tempo per lavorare. La Juventus, in questo senso, ha già una chiara identità, una fisionomia definita».
Identità poggiata pure su Kenan Yildiz, pietra angolare di questa Juve.
«Yildiz è atteso alla stagione della consacrazione, ha la fiducia di tutti. Con la consegna della maglia numero 10 l’anno scorso è stato fatto un passo notevole, soprattutto perché parliamo della Juve. Lui ha percepito quanto il club si affidi alle sue qualità. Mi sembra consapevole delle sue capacità, ma allo stesso tempo umile e coi piedi per terra».
