Il gol segnato da Vasilije Adzic in Juve-Inter è destinato a rimanere negli annalli. Una perla da fuori area che ha deciso un pirotecnico Derby d'Italia, una rete del 4-3 che ha fatto il giro del web: per l'importanza, ovviamente, ma anche per la sua straordinaria bellezza. "Un sogno", lo ha definito lo stesso Adzic ieri sera. Eppure non è nuovo a questa tipologia di colpi balistici: il giorno prima dell'arrivo di Tudor sulla panchina Juve segnò una rete da 40 metri con il Montenegro. Ma andando più indietro si scova un altro gol interessante...
Dal primo gol in carriera a Juve-Inter
Quello di segnare dalla lunghissima distanza è evidentemente un vizio per il giovane bianconero. Il suo primissimo gol in carriera, infatti, fu siglato in con il Budućnost Podgorica, quando contro l'Arsenal Tivat approfittò del passaggio sbagliato del portiere avversario, recuperò palla ritrovandosi però spalle alla porta, una finta di corpo per girarsi e via ad una conclusione stupenda dai 30 metri a scavalcare l'estremo difensore avversario.
Insomma, una vera e propria magia già al suo primo gol in carriera: anche in quel caso la sua squadra vinse siglando 4 reti (ma subendone 0). Una rete premonitrice di quello che sarebbe stato il suo marchio di fabbrica, il tiro dalla distanza, e lo è diventato ancora di più dopo ieri sera. Ma che il talento ci fosse eccome lo si era capito già nella passata stagione. A segnalarlo? Uno dei primissimi a credere fermamente nelle sue qualità fu... Savicevic.

Savicevic: "Adzic talento straordinario"
L'ex calciatore del Milan, oggi presidente della Federazione Calcistica del Montenegro, proprio in un'intervista alle nostre colonne lo scorso aprile fu esplicito sulle qualità di Adzic: «Talento straordinario, giocatore completo, può diventare uno dei più grandi montenegrini. Centrocampista completo, a 360°, in grado di ricoprire più ruoli: ha corsa, fisico, tecnica, creatività. Ragazzo d’oro. Ma attenzione: deve giocare. Nella Juventus, in Serie A. Non in C nella Next Gen dove pure sta facendo più che bene... Se la Juve non lo ritiene ancora pronto, allora che lo mandi una stagione in prestito in una squadra dove possa essere titolare». Ma i bianconeri ed Igor Tudor hanno creduto eccome in lui: la permanenza a Torino la prima testimonianza, ma anche l'ingresso in un tesissimo Derby d'Italia è stato un grande attestato di fiducia.