(Intervista del 6 luglio 2011) di Guido Vaciago a Nicola Penta è l’uomo delle telefonate, colui per il quale un buon numero di tifosi della Juventus vorrebbe si istituisse la 51a stella nel nuovo stadio, considerato il fatto che i servigi resi alla causa bianconera sono del tutto paragonabili a quelli di un giocatore. Senza il suo paziente lavoro di ascolto, infatti, le telefonate che da un anno e mezzo a questa parte hanno gettato una nuova luce su Calciopoli, mostrando un nuovo scenario, nuove responsabilità, aiutando a smontare l’accusa di associazione a delinquere in sede penale e innescando l’indagine di Palazzi. Senza il suo lavoro, oggi, tutti sarebbero ancora convinti che l’unico a parlare con i designatori fosse Luciano Moggi. E invece...
Nicola Penta, era così difficile trovare le telefonate delle altre società?
«Certo che era difficile. E il problema sta nelle indagini e nel modo con cui sono state condotte dal colonnello Auricchio e dai suoi uomini che non hanno prodotto in modo preciso i brogliacci. Un modo per complicare molto il lavoro alle difese e avvalorare le loro tesi».
Passo indietro, spieghiamo cosa sono i brogliacci.
«Il brogliaccio è una breve descrizione della telefonata intercettata, attraverso la quale le difese possono individuare le eventuali telefonate che possono aiutare l’imputato. Si tratta di un riassuntino nel quale vengono indicati gli interlocutori e con un meccanismo di classificazione vengono definite più o meno rilevanti. Baffo verde, irrilevante, poi baffo giallo, baffo rosso e doppio baffo rosso per quelle rilevantissime. In questo modo dovrebbe essere facile orientarsi attraverso le telefonate, che nel caso di Calciopoli sono oltre 170mila».
E i brogliacci di Calciopoli com’erano?
«Esigui, a volte del tutto inesistenti. C’erano solo quelli che avvaloravano le accuse, in caso contrario le telefonate venivano classifica irrelevanti: quindi praticamente impossibili da scoprire. I casi più clamorosi sono certi brogliacci in cui c’è scritto che la telefonate non è stata nemmeno registrata perché del tutto irrilevante. Ora, abbiamo scoperto attraverso i nostri riscontri che quelle telefonate non solo erano state registrate, ma erano anche scagionanti per gli imputati. Per esempio delle telefonate fra i designatori e gli arbitri, quelle che gli inquirenti dicevano non esistere per dimostrare la loro teoria».
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Quale?
«Che gli arbitri “affiliati alla cupola” e i designatori parlavano con le famose schede svizzere. E invece parlavano regolarmente sulle loro utenze e spesso dicevano cose che erano completamente contrarie alle tesi accusatorie, ma a quel punto... sparivano dai brogliacci e per trovarle bisognava avventurarsi fra le decine e decine di cd».