Juve, verso la nuova sentenza: i passaggi
Il primo passo, ora, prevede il deposito delle motivazioni da parte del Collegio stesso, e già questo snodo può indirizzare le tempistiche e chiarire quando si arriverà grossomodo al traguardo. Il termine massimo è dato dal 30° giorno dalla pubblicazione del dispositivo, dunque il prossimo 20 maggio, ma ci sono buone possibilità che il documento venga emesso già settimana prossima. Restituiti gli atti alla Corte Federale d’Appello, quest’ultima – in composizione rigorosamente diversa rispetto alla volta precedente – ha un massimo di 10 giorni per fissare l’udienza, che a sua volta dovrà tenersi entro i 30 giorni successivi. Tra la notifica della fissazione e l’udienza, però, devono trascorrere almeno 15 giorni, al fine di permettere alle difese di depositare memorie fino a 3 giorni prima dell’udienza, a meno che questo termine venga abbreviato dal presidente della CFA attraverso un provvedimento debitamente motivato. Il dispositivo, quindi, arriverà nella medesima giornata dell’udienza, esattamente come avvenuto lo scorso 20 gennaio con il -15 appena cancellato, mentre le motivazioni saranno disponibili entro i successivi 10 giorni.
Verso il 4 giugno e le variabili
Calcolatrice alla mano, insomma, non saranno superati complessivamente i 60 giorni, ma con la buona volontà di tutte le parti in causa si potrebbe giungere a una conclusione a ridosso del 4 giugno, ultimo turno di campionato (benché la stagione sportiva termini ufficialmente soltanto al termine dello stesso mese). Poi, certo, ci sono numerose variabili, a partire dalla possibilità che la rinnovata decisione della Corte Federale d’Appello venga nuovamente impugnata dinanzi al Collegio di Garanzia dello Sport da parte della Juventus. Un’opzione, però, che può essere presa in considerazione unicamente di fronte al sospetto che la Corte non si sia uniformata al principio enunciato dal Collegio, dal momento che tutti gli altri elementi risultano ormai definitivi e dunque non più contestabili.
E il ricorso al Tar?
E poi... e poi c’è l’eventualità del ricorso al Tar. Con annesso paradosso a rischio cortocircuito generale. Una pur remota possibilità, infatti, prevede che la giustizia amministrativa - se sollecitata da Agnelli, Paratici, Cherubini o Arrivabene, che hanno già visto i loro ricorsi rigettati - si esprima prima ancora che quella sportiva abbia completato il proprio corso. E sarebbe, potenzialmente, un bel pasticcio.