Torino, Cairo: “Simeone come fosse acquistato”. Su Milan-Como a Perth: “Non è da fare”

Il patron granata ha fatto il punto sul nuovo corso Baroni e risposto inoltre sui principali temi sul tavolo della Figc: stage Nazionale e trasferta Serie A in Australia
Torino, Cairo: “Simeone come fosse acquistato”. Su Milan-Como a Perth: “Non è da fare”© LAPRESSE

"Quello di Simeone contro il Napoli è davvero un gol importante per noi. Abbiamo fatto bene contro la Roma qualche settimana fa e in generale con le grandi, anche perché in questo avvio di campionato abbiamo affrontato sei delle prime dieci dell'anno scorso". Così Urbano Cairo commenta il successo del Torino sui campioni d'Italia alla 7ª giornata di campionato. Un successo difficilmente pronosticabile che si aggiunge al blitz dei granata all'Olimpico contro la Roma e all'ottima prestazione contro la Lazio che ha lasciato più d'un rimpianto. Intervenuto ai microfoni Rai, il patron del Toro ha risposto sul nuovo corso targato Marco Baroni e sull'impatto Giovanni Simeone, autore del gol che ha deciso il match contro il suo ex Napoli e giunto al Filadelfia nell'agosto scorso con la formula del prestito con diritto di riscatto per un esborso pari a 6 milioni più 1 di bonus."È un prestito con un riscatto che diventa obbligatorio in modo molto facile - ha dichiarato Cairo - . Lo consideriamo un giocatore acquistato e siamo molto contenti".

"Simeone mi ha detto che era impossibile non vincere"

"Simeone mi piaceva da tempo, ci pensavamo da gennaio della scorsa stagione. Quest'estate ho detto al mister di prenderlo subito e anticipare tutti invece di inseguire un altro attaccante difficile da prendere; era felicissimo, abbiamo proceduto velocemente ed è stata un'ottima cosa averlo fatto. Ci crediamo molto, ha fatto benissimo in questo avvio. Ha proprio quello spirito Toro molto importante per la squadra e per tutti noi. Sabato sera, dopo la partita, Simeone mi diceva che quando si gioca in uno stadio con un tifo così per tutta la gara è quasi impossibile non vincere. Ringrazio i tifosi. Ricordo che nel mio primo anno di presidenza, in cui partimmo che eravamo quasi un'armata Brancaleone, con un mercato fatto in una settimana a inizio settembre con gli scarti delle altre squadre, riuscimmo a salire in A grazie alla spinta spettacolare dei tifosi. Così come negli anni successivi, specie nell'anno dell'Europa League. Tutto questo per dire: con la spinta dei tifosi riusciamo a fare delle cose senza la quale non riusciremmo a fare".

Cairo: "Di ambizione ne ho da vendere"

"Non si può dire che non sia ambizioso, lo sono moltissimo. È chiaro che è fondamentale una gestione oculata del club. Nel 2005 il Torino era appena fallito, quindi bisogna stare molto attenti. Le ambizioni sono al massimo possibile, è fondamentale sognare in grande: questo è un mio must. Poi purtroppo si commettono anche degli errori. L'investimento più costoso della mia presidenza, l'ho fatto nel 2019 dopo un settimo posto e un'Europa League sfiorata: comprai Verdi, mi costò 25 milioni e purtroppo non fu un acquisto dei migliori per me. L'ambizione ne ho da vendere, ma bisogna stare attenti a coniugarla con i bilanci in ordine. In questi ultimi anni, con il Covid che ha falcidiato i bilanci di tutte le squadre, c'è stata un'aggravante e purtroppo il calcio italiano non è stato minimamente aiutato dal governo".

© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Torino

Cairo: "Milan-Como a Perth non è da fare"

Il presidente del Torino ha inoltre risposto sui principali temi che tengono banco in casa Figc, dove non si sono fatte attendere le critiche per il via libera dell'Uefa alla Federcalcio per la trasferta in Australia di Milan e Como in programma l'8 febbraio a Perth. Una trasferta anomala dovuta all'indisponibilità di San Siro, che in quel periodo dell'anno sarà impegnato per i Giochi invernali di Milano-Cortina, ma che agli occhi di Simonelli e De Siervo rappresenta l' "opportunità per accontentare i numerosi tifosi del calcio italiano, che avranno la possibilità di seguire la partita dal vivo a Perth". E mentre l'Uefa acconsente "con riluttanza" al trasferimento intercontinentale di un pezzo della Serie A, giocatori e tifosi hanno fatto sentire la propria voce. C'è chi come Rabiot ha definito "fuori di testa" l'dea di prevedere nel calendario un volo di 18 ore per l'altra parte del mondo (la libera opinione di uno dei diretti interessati sembra però avere indispettito l'ad della Lega) o chi invece come la curva del Sinigaglia ha scelto di rimanere in silenzio durante il primo quarto d'ora della gara interna contro la Juventus (vinta dai padroni di casa per 2-0). Questa l'opinione in merito di Cairo: "Non è una cosa che apprezzi molto. L'unica ragione per cui può essere giustificabile è il fatto che si porti in giro per il mondo il nostro calcio. Ma certamente non lo porti con un evento come Milan-Como a Perth. Da parte mia non la vedo come una cosa positiva, secondo me non è da fare. A maggior ragione se poi può sacrificare lo stage per la Nazionale". E a proposito dello stage di un paio di giorni in vista dello spareggio Mondiale, ha aggiunto: "Lo stage non è ancora stato posto all'ordine del giorno. Quando ci sarà, la mia risposta sarà certamente sì. Per noi è assolutamente fondamentale andare al Mondiale, ne abbiamo persi già due. Questo non va mancato. Dobbiamo fare tutto quello che serve per far sì che la Nazionale vada al Mondiale".  

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"Quello di Simeone contro il Napoli è davvero un gol importante per noi. Abbiamo fatto bene contro la Roma qualche settimana fa e in generale con le grandi, anche perché in questo avvio di campionato abbiamo affrontato sei delle prime dieci dell'anno scorso". Così Urbano Cairo commenta il successo del Torino sui campioni d'Italia alla 7ª giornata di campionato. Un successo difficilmente pronosticabile che si aggiunge al blitz dei granata all'Olimpico contro la Roma e all'ottima prestazione contro la Lazio che ha lasciato più d'un rimpianto. Intervenuto ai microfoni Rai, il patron del Toro ha risposto sul nuovo corso targato Marco Baroni e sull'impatto Giovanni Simeone, autore del gol che ha deciso il match contro il suo ex Napoli e giunto al Filadelfia nell'agosto scorso con la formula del prestito con diritto di riscatto per un esborso pari a 6 milioni più 1 di bonus."È un prestito con un riscatto che diventa obbligatorio in modo molto facile - ha dichiarato Cairo - . Lo consideriamo un giocatore acquistato e siamo molto contenti".

"Simeone mi ha detto che era impossibile non vincere"

"Simeone mi piaceva da tempo, ci pensavamo da gennaio della scorsa stagione. Quest'estate ho detto al mister di prenderlo subito e anticipare tutti invece di inseguire un altro attaccante difficile da prendere; era felicissimo, abbiamo proceduto velocemente ed è stata un'ottima cosa averlo fatto. Ci crediamo molto, ha fatto benissimo in questo avvio. Ha proprio quello spirito Toro molto importante per la squadra e per tutti noi. Sabato sera, dopo la partita, Simeone mi diceva che quando si gioca in uno stadio con un tifo così per tutta la gara è quasi impossibile non vincere. Ringrazio i tifosi. Ricordo che nel mio primo anno di presidenza, in cui partimmo che eravamo quasi un'armata Brancaleone, con un mercato fatto in una settimana a inizio settembre con gli scarti delle altre squadre, riuscimmo a salire in A grazie alla spinta spettacolare dei tifosi. Così come negli anni successivi, specie nell'anno dell'Europa League. Tutto questo per dire: con la spinta dei tifosi riusciamo a fare delle cose senza la quale non riusciremmo a fare".

Cairo: "Di ambizione ne ho da vendere"

"Non si può dire che non sia ambizioso, lo sono moltissimo. È chiaro che è fondamentale una gestione oculata del club. Nel 2005 il Torino era appena fallito, quindi bisogna stare molto attenti. Le ambizioni sono al massimo possibile, è fondamentale sognare in grande: questo è un mio must. Poi purtroppo si commettono anche degli errori. L'investimento più costoso della mia presidenza, l'ho fatto nel 2019 dopo un settimo posto e un'Europa League sfiorata: comprai Verdi, mi costò 25 milioni e purtroppo non fu un acquisto dei migliori per me. L'ambizione ne ho da vendere, ma bisogna stare attenti a coniugarla con i bilanci in ordine. In questi ultimi anni, con il Covid che ha falcidiato i bilanci di tutte le squadre, c'è stata un'aggravante e purtroppo il calcio italiano non è stato minimamente aiutato dal governo".

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