Ferrari, ecco il pilota per il Mondiale
Così, otto anni dopo “L’Italiano” Sebastian Vettel, che proprio a Singapore cantava per radio la sua versione della hit di Toto Cotugno, la Ferrari finalmente trova il pilota per conquistare l’agognato titolo mondiale che a Maranello manca dal 2007 (Raikkonen), l’uomo squadra in grado di andare oltre i limiti della macchina. Non guidandoci sopra, ma indirizzandone lo sviluppo lavorando ore e ore al simulatore in fabbrica per trovare soluzione ai difetti di nascita e portandola dalla sua parte. Quello che Leclerc, talento purissimo, non è riuscito a fare. Per dettagli, quelli che definiscono la differenza tra chi vince e chi non sale sul podio. I millesimi in qualifica, il rallentare troppo dietro il compagno per il doppio pit-stop dovuto alla safety car entrata per il botto di Sargeant (errore che gli è costato la perdita di due posizioni per dover aspettare il transito di Hamilton e Norris) e la distrazione Perez e Norris in battaglia che lo fa infilzare da Hamilton.
Sainz, le parole e il senso di rinascita
«È una sensazione incredibile, un fine settimana incredibile. Voglio ringraziare ogni membro della Ferrari per aver fatto uno sforzo incredibile per dare una svolta alla stagione» le prime parole di Sainz. Già la ripetitività dell’aggettivo disegna il peso di un capolavoro che vale molto più della seconda vittoria personale (dopo Silverstone 2022), la 243ª per la Ferrari. C’è un senso di rinascita. Una specie di cambio di pelle, metamorfosi da bruco in farfalla finanche. «Siamo riusciti a vincere dopo un inizio difficile, abbiamo fatto un weekend perfetto. Sono sicuro che tutta l’Italia e i tifosi della Ferrari siano felici» le altre parole. Da leader. Solo chi si sente tale può mettere in pratica una strategia da “volpone”.