Norrie, l'avversario sconfitto da Arnaldi
Lui è Cameron Norrie, padre scozzese e madre del Galles, nato a Johannesburg e cresciuto in Nuova Zelanda. Un vero prodotto del Commonwealth.
Gli italiani li conosce bene. L’altro Matteo (Berrettini) gli portò via a suon di missili - era il 2019 - la prima finale in carriera, al Queen’s, Musetti l’ha affondato due volte sulla terra rossa, ora Arnaldi, che semplicemente non gli ha permesso di giocare. Un incubo…E stiamo parlando di un giocatore che è stato numero 8 a settembre di un anno fa (dopo gli ottavi agli US Open) e nel 2021 ha vinto il Masters 1000 di Indian Wells, da tutti considerato il quinto Slam. Certo una lezione (punizione?) del genere non se l’aspettava, il buon Cameron oggi numero 16.
Arnaldi-Norrie, la partita
E nemmeno che quel ragazzino conosciuto a Montecarlo, potesse con semplicità ribattere ogni sua iniziativa, fino a prendere coraggio e cominciare lui a muovere le pedine del gioco. Del dritto lungo linea ho detto…Micidiale, perché portato con una spallata di grande veemenza, improvvisa, quando gli scambi incrociati si facevano troppo insistenti. Un rovescio rapido, incalzante, sempre esplosivo, che ha pescato punti importanti quando Norrie tentava la strada della rete. La smorzata utilizzata come esca, anche a costo di qualche errore di troppo. E due aggiunte che non avevamo ancora visto nella santabarbara di Matteo il Giovane: l’attacco sulla seconda palla di servizio, e il lob. Vogliamo parlarne, del pallonetto? Bene, Arnaldi ha firmato primo e secondo set alla stessa maniera, con Norrie proiettato a rete, obbligato dal primo passante a giocare una volée d’appoggio, poi superato da un lob di estrema precisione, impossibile da raggiungere per l’inglese, e sempre indirizzato sulla riga bianca di fondo campo. Prodezze che hanno finito anche per spostare gli equilibri del tifo, trascinando dalla parte di Matteo un bel po’ del pubblico americano. E tutto con estrema leggerezza, mai dando l’impressione di soffrire, comandando il gioco senza prosopopea, ma con la naturalezza di quelli che ci sanno fare.