Nei giorni della Defense, Jannik Sinner gioca d’attacco. Fa le viste di non crederci, a un “numero uno” di ritorno nelle battute finali della stagione, lo dà per impossibile. Però mette la riconquista al primo posto degli obiettivi per il prossimo anno, e ancora non sa che Alcaraz sta per regalargli la più incredibile delle occasioni per avvicinarlo e risolvere la sfida nel testa a testa torinese. In una stagione che dal torneo di Montecarlo in poi è stata quasi perfetta, con 8 titoli conquistati e la leadership recuperata, Alcaraz scivola di fronte a Norrie, travolto da una valanga di errori. Addirittura 54 i “gratuiti” nel match contro il mancino con la frezza bianca alla Indira Gandhi, che nel primo set e all’inizio del secondo, Carlitos aveva condotto con sprezzo del pericolo, blandito dagli applausi degli spettatori. Norrie ha accettato la sfida, ha fatto il suo, sfruttando i rimbalzi alti e non troppo veloci, ma al primo accenno che il match avrebbe potuto cambiare, Alcaraz ha tirato dritto come se nulla fosse e ogni linea pizzicata si è trasformata in breve in una linea mancata di un millimetro. Ora Sinner ha la possibilità, vincendo, di tornare di nuovo in testa alla fine del Masters parigino, per poco (la settimana delle Finals, perderà i punti vinti l’anno scorso e Alcaraz potrà ribaltare la situazione) ma avvicinandosi sensibilmente alla meta. Potrebbe superare di 250 punti Alcaraz e costringerlo a vincere tutti i match del round robin e arrivare almeno in semifinale per mettere in salvo la sua supremazia. Non era previsto, e certo non sarà facile.
Sinner sul possibile ritorno al primo posto in classifica
"Alla classifica non penso, non ora - aveva detto con sincerità Jannik nel pomeriggio -. Riprendere il primo posto mi sembra impossibile. Ma sarà l’obiettivo del prossimo anno, ci tengo, ci proverò. Sarà importante la preparazione invernale, perché voglio provare tante cose nuove, e immetterle nel mio gioco". Più agevole scegliere l’immagine della stagione. Sinner la estrae dal mazzo a colpo sicuro, con l’abilità di un prestigiatore. C’è lui al centro, le braccia tese nella posa di un ciclista che taglia il traguardo, il pubblico intorno è in piedi, applaude, e c’è tanto verde, ovunque. Domenica 13 luglio, giorno della vittoria a Wimbledon. È la foto che chiude la pagina più bella di una stagione difficile, cominciata tra i sorrisi caldi di Melbourne e subito strappata agli incanti della vittoria dal fango di una squalifica ingiusta. Un anno bellissimo, eppure a mezza via, straordinario e insieme iniquo.
