Alcaraz ko, Sinner numero 1 se trionfa a Parigi! Poi a Torino il duello per il trono: le combinazioni

La sconfitta a sorpresa dello spagnolo con Norrie apre nuovi scenari nell’ultimo Masters 1000 della stagione. Jannik all'esordio con il belga Bergs: "Alla classifica non penso, sono qui per migliorarmi". E fa il sindacalista: chiede tutela su pensioni e sanità

Nei giorni della Defense, Jannik Sinner gioca d’attacco. Fa le viste di non crederci, a un “numero uno” di ritorno nelle battute finali della stagione, lo dà per impossibile. Però mette la riconquista al primo posto degli obiettivi per il prossimo anno, e ancora non sa che Alcaraz sta per regalargli la più incredibile delle occasioni per avvicinarlo e risolvere la sfida nel testa a testa torinese. In una stagione che dal torneo di Montecarlo in poi è stata quasi perfetta, con 8 titoli conquistati e la leadership recuperata, Alcaraz scivola di fronte a Norrie, travolto da una valanga di errori. Addirittura 54 i “gratuiti” nel match contro il mancino con la frezza bianca alla Indira Gandhi, che nel primo set e all’inizio del secondo, Carlitos aveva condotto con sprezzo del pericolo, blandito dagli applausi degli spettatori. Norrie ha accettato la sfida, ha fatto il suo, sfruttando i rimbalzi alti e non troppo veloci, ma al primo accenno che il match avrebbe potuto cambiare, Alcaraz ha tirato dritto come se nulla fosse e ogni linea pizzicata si è trasformata in breve in una linea mancata di un millimetro. Ora Sinner ha la possibilità, vincendo, di tornare di nuovo in testa alla fine del Masters parigino, per poco (la settimana delle Finals, perderà i punti vinti l’anno scorso e Alcaraz potrà ribaltare la situazione) ma avvicinandosi sensibilmente alla meta. Potrebbe superare di 250 punti Alcaraz e costringerlo a vincere tutti i match del round robin e arrivare almeno in semifinale per mettere in salvo la sua supremazia. Non era previsto, e certo non sarà facile.

Sinner sul possibile ritorno al primo posto in classifica

"Alla classifica non penso, non ora - aveva detto con sincerità Jannik nel pomeriggio -. Riprendere il primo posto mi sembra impossibile. Ma sarà l’obiettivo del prossimo anno, ci tengo, ci proverò. Sarà importante la preparazione invernale, perché voglio provare tante cose nuove, e immetterle nel mio gioco". Più agevole scegliere l’immagine della stagione. Sinner la estrae dal mazzo a colpo sicuro, con l’abilità di un prestigiatore. C’è lui al centro, le braccia tese nella posa di un ciclista che taglia il traguardo, il pubblico intorno è in piedi, applaude, e c’è tanto verde, ovunque. Domenica 13 luglio, giorno della vittoria a Wimbledon. È la foto che chiude la pagina più bella di una stagione difficile, cominciata tra i sorrisi caldi di Melbourne e subito strappata agli incanti della vittoria dal fango di una squalifica ingiusta. Un anno bellissimo, eppure a mezza via, straordinario e insieme iniquo.

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Sinner sulla rinuncia alla Coppa Davis con l'Italia

Spiega poi le scelte fatte. "Parigi è un torneo che non ho mai giocato al meglio, sono qui nella speranza di migliorarmi. Ma l’attenzione resta fissa su Torino, dove l’anno scorso ho giocato un torneo fantastico. La finale con Zverev a Vienna è stata molto fisica. Sto recuperando le energie. La Davis? La decisione è presa, e non la cambio". Da sindacalista, però, le scatole un po’ gli girano. C’è da capirlo. E un po’ da sorprendersi, per l’attività di sostegno alla categoria che il nostro svolge senza che nulla trapeli. Così, si è scoperto (da un’intervista sul Guardian) che JS era nei tre che dovevano dibattere e pianificare con i tornei Slam una migliore ripartizione del montepremi. Al centro delle discussioni - avvenute tra Parigi e Wimbledon -, Sinner, De Minaur e Ruud, ai quali si è unito Zverev (per il circuito femminile c’erano Sabalenka, Gauff e Keys, e poi Bencic), figuravano anche l’assistenza sanitaria e le pensioni. "Le conversazioni sembravano costruttive - ha spiegato Sinner -, ma siamo rimasti delusi quando hanno detto che non possono dare seguito alle nostre proposte finché non saranno risolte altre questioni". Una sola, in realtà: gli Slam non trovano prudente muoversi finché non sarà risolta la querela ricevuta dalla PTPA, fondata da Djokovic (l’unico tra i Top Ten, che non ha preso parte alle discussioni avviate). "Nulla impedisce agli Slam di affrontare in questo momento i discorsi sulla tutela per i giocatori, come pensioni e assistenza sanitaria. Gli Slam sono gli eventi più importanti e generano la maggior parte dei ricavi del tennis, quindi chiediamo un contributo equo per sostenere tutti i giocatori e un montepremi che rifletta al meglio i guadagni di questi tornei. Noi vogliamo collaborare per trovare soluzioni che siano positive per tutti". Sinner non ha usato parole di rottura, ma le voci del tennis indicano che la strada del compromesso sarà difficile, e che da parte dei tornei vi sia scarsa voglia di collaborare.

Sinner debutta a Parigi contro Bergs

Primo avversario alla Defense di Parigi è il belga Zizou Bergs, due anni in più dell’italiano, e 22 trofei in meno. È il primo incontro (oggi intorno alle 15) fra i due. Zizou a suo modo è un personaggio, il padre gran tifoso di Zidane, lui buon imitatore di Michael Jackson, come ha mostrato ieri dopo la vittoria su Michelsen. Mentre l’americano si scatenava spaccando racchette, Zizou festeggiava con i passi di moonwalk resi celebri dall’artista. In serata Sinner ha cenato alla trattoria Giusé, a Faubourg Saint-Honoré. Saluto e foto con Mbappè, e cibo italiano, con la puccia salentina da onorare. E per dessert la sconfitta di Alcaraz.

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Nei giorni della Defense, Jannik Sinner gioca d’attacco. Fa le viste di non crederci, a un “numero uno” di ritorno nelle battute finali della stagione, lo dà per impossibile. Però mette la riconquista al primo posto degli obiettivi per il prossimo anno, e ancora non sa che Alcaraz sta per regalargli la più incredibile delle occasioni per avvicinarlo e risolvere la sfida nel testa a testa torinese. In una stagione che dal torneo di Montecarlo in poi è stata quasi perfetta, con 8 titoli conquistati e la leadership recuperata, Alcaraz scivola di fronte a Norrie, travolto da una valanga di errori. Addirittura 54 i “gratuiti” nel match contro il mancino con la frezza bianca alla Indira Gandhi, che nel primo set e all’inizio del secondo, Carlitos aveva condotto con sprezzo del pericolo, blandito dagli applausi degli spettatori. Norrie ha accettato la sfida, ha fatto il suo, sfruttando i rimbalzi alti e non troppo veloci, ma al primo accenno che il match avrebbe potuto cambiare, Alcaraz ha tirato dritto come se nulla fosse e ogni linea pizzicata si è trasformata in breve in una linea mancata di un millimetro. Ora Sinner ha la possibilità, vincendo, di tornare di nuovo in testa alla fine del Masters parigino, per poco (la settimana delle Finals, perderà i punti vinti l’anno scorso e Alcaraz potrà ribaltare la situazione) ma avvicinandosi sensibilmente alla meta. Potrebbe superare di 250 punti Alcaraz e costringerlo a vincere tutti i match del round robin e arrivare almeno in semifinale per mettere in salvo la sua supremazia. Non era previsto, e certo non sarà facile.

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"Alla classifica non penso, non ora - aveva detto con sincerità Jannik nel pomeriggio -. Riprendere il primo posto mi sembra impossibile. Ma sarà l’obiettivo del prossimo anno, ci tengo, ci proverò. Sarà importante la preparazione invernale, perché voglio provare tante cose nuove, e immetterle nel mio gioco". Più agevole scegliere l’immagine della stagione. Sinner la estrae dal mazzo a colpo sicuro, con l’abilità di un prestigiatore. C’è lui al centro, le braccia tese nella posa di un ciclista che taglia il traguardo, il pubblico intorno è in piedi, applaude, e c’è tanto verde, ovunque. Domenica 13 luglio, giorno della vittoria a Wimbledon. È la foto che chiude la pagina più bella di una stagione difficile, cominciata tra i sorrisi caldi di Melbourne e subito strappata agli incanti della vittoria dal fango di una squalifica ingiusta. Un anno bellissimo, eppure a mezza via, straordinario e insieme iniquo.

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