Il parere della Corte di Giustizia Europea
E se la Corte di Giustizia Europea desse ragione all’Uefa? In realtà, lo scenario potrebbe anche prescindere dal parere della Corte, perché nella peggiore delle ipotesi non potrà essere vietata l’organizzazione di una competizione alternativa a quelle dell’Uefa, ma solo consentito all’Uefa di escludere i club che vi partecipano (e attenzione: ai club e basta, i giocatori potrebbero passare da un sistema all’altro e non perdere le nazionali). Insomma, gli americani potrebbero anche forzare l’introduzione della supercompetizione in cui raggruppare l’élite europea, garantendo introiti altissimi e l’unica vera visibilità globale. Sull’altro fronte, il Qatar e magari l’Arabia potrebbero spalleggiare la resistenza dell’Uefa alla pressione di una competizione alternativa, forti anche del fatto che i club transfughi dovrebbero uscire anche dai campionati nazionali, fattore che rappresenta un freno enorme per molti (a partire dai club italiani). Tuttavia, c’è chi inizia a chiedersi cosa ne sarà dei campionati nazionali in uno scenario uefacentrico, con la Premier League da una parte e la nuova Champions League dall’altra a prosciugarne i ricavi (l’ad della Serie A, Luigi De Siervo, ha recentemente dichiarato che i “nemici” più pericolosi per i diritti tv italiani sono proprio Premier e Champions). Il tema di una grande competizione europea, disegnata secondo criteri meno politici (ovvero senza doveri di inclusione di nazioni calcisticamente meno forti solo per esigenze elettorali) e più mediatico-commerciali, va quindi al di là del pronunciamento della Corte Europea, previsto fra meno di un mese. Ovvero: è, sì, una questione di diritto dell’Unione e di eventuale abuso di monopolio, ma anche un tema squisitamente economico e in parte anche geopolitico.