Girona, sogno Liga e multiproprieta City: la Champions e il precedente Red Bull

Dentro la vicenda del club catalano, tra gli interessi del City Football Group e quelli dei fratelli Guardiola. La vigilanza UEFA e i precedenti del passato
Girona, sogno Liga e multiproprieta City: la Champions e il precedente Red Bull

Al comando della Liga al termine del girone d'andata ci sono due squadre a pari punti, già con un discreto distacco sulle inseguitrici: una è il Real Madrid, i pluricampioni di Spagna e d'Europa, e l'altra è il Girona, una piccola realtà catalana che ha fatto il suo esordio nella massima serie spagnola solo nel 2017. Dopo qualche stagione un po' anonima, per ultima una retrocessione, la squadra allenata da Michel ha iniziato la sua ascesa: dopo aver ottenuto ai playoff la promozione, ha chiuso l'anno scorso a soli 4 punti dalla Conference League e quest'anno è in piena lotta per il titolo (e di conseguenza per la qualificazione in Champions League). Eppure il club catalano rischia di essere escluso dalla massima competizione europea per una questione giuridica. Vediamo perché, quali sono i rischi e quali i precedenti.

Il Girona e il legame con il Manchester City

Ad agosto del 2017, il City Football Group, holding controllata dall'Abu Dhabi United Group, ha acquisito il 44,3% delle quote del Girona (divenuto poi 47%). Il CFG è un'autentica galassia di 11 società, tra proprietà e partecipazioni minoritarie, che comprende anche e soprattutto il Manchester City. In più, l'accordo con cui il CFG rilevava il club catalano prevedeva anche la possibilità per quest'ultimo di prendere in prestito 5 giocatori dai Citizens. Un filo diretto proseguito poi negli anni, come con le altre squadre del City Group: in questa stagione, per esempio, nella rosa a disposizione di Michel ci sono Yan Couto e Yangel Herrera, dal Manchester City, e Sávio, in prestito dal Troyes. Anche il talento argentino Echeverri, neo acquisto della squadra di Pep Guardiola, potrebbe prima fare una tappa intermedia in Catalogna per farsi le ossa. Non è un caso quindi che il Girona non smetta di crescere dentro e fuori dal campo: in questa stagione infatti, ha battuto il record di abbonamenti e il fatturato di magliette e merchandising è cresciuto del 2.400% rispetto al 2015 (da circa 40mila euro a più di un milione di euro). Ma non è tutto...

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Guardiola e i precedenti sulle proprietà condivise

Un altro 44,3% delle azioni del club è posseduto dal Girona Football Group, società con sede nei Paesi Bassi fondata da Pere Guardiola, fratello (ed ex agente) proprio del tecnico del Manchester City e adesso a capo del CdA del Girona Fútbol Club. Pare evidente che tra le due società ci sia un forte conflitto di interessi, sul quale la UEFA dovrà vigilare nel caso in cui entrambe, come appare scontato, partecipassero alla stessa competizione europea. Effettivamente qualcosa è già stato fatto: a luglio 2023 la UEFA ha aperto le porte alla proprietà condivisa, questo perché nelle competizioni europee della stagione in corso ci sono più club con lo stesso proprietario, tra cui anche uno italiano...

La possibile strategia del Girona

V Sports, infatti, possiede il 100% dell'Aston Villa e una quota del 29% del Vitoria Guimaraes. Uno scenario simile si verifica con Brighton e Union Saint-Gilloise. Entrambi i club sono stati di proprietà di Tony Bloom fino a luglio 2023, quando qualcosa nella società belga cambia: l'imprenditore britannico diventa azionista di minoranza e Alex Muzio, già presidente, ne diventa anche il principale azionista. Recentemente in Italia si è verificata una situazione particolare, con il fondo americano RedBird Capital Partners che esercita il controllo sulla quasi totalità del Milan e detiene fino all'85% del Tolosa. Tuttavia, c'è una distinzione fondamentale da sottolineare: Gerry Cardinale, il fondatore di RedBird, così come nessuno dei consulenti del fondo, fa parte del CdA o del gruppo esecutivo del Tolosa. È pertanto nelle sfumature dell'approvazione alla proprietà condivisa da parte della UEFA che si collocano le prospettive del Girona di uscirne indenne: essendoci membri del consiglio d'amministrazione del club affiliati al City Group, probabilmente basterebbe dimettersi dal proprio incarico (prima di richiedere la licenza europea in caso di qualificazione) affinché la UEFA conceda il suo benestare.

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Il caso Red Bull e la decisione UEFA

È importante quindi per la UEFA capire quanto il livello di influenza tra le società in questione sia significativo. Per esempio, oltre ai casi citati in precedenza, ce n'è uno da cui potrebbe trarre ispirazione il CFG: la situazione tra Salisburgo e Lipsia, entrambe legate alla Red Bull da più di 15 anni e protagoniste di numerosi movimenti di mercato. La UEFA ha ammesso le due società alla medesima competizione europea perché l'influenza del colosso delle lattine sul Salisburgo si era notevolmente ridotta: in particolare, erano state rimosse alcune persone legate alla Red Bull (e che erano anche contemporaneamente coinvolte con il Lipsia) dal CdA, così come il presidente, legato a Red Bull, si era dimesso.

Inoltre, era stato modificato l’accordo di sponsorizzazione tra Salisburgo e Red Bull (con spazi e cifre ridotte), così come era stato posto fine all’accordo di collaborazione tra i due club e i diversi prestiti erano stati conclusi. In sostanza, la relazione tra Red Bull e il Salisburgo, in seguito alle modifiche, è diventata una relazione di sponsorizzazione standard. Nel 2017 la UEFA ha anche preteso che il Salisburgo cambiasse logo e, per le partite internazionali, il nome dello stadio (da Red Bull Arena a Stadion Salzburg). Eppure, in questi anni, sono successe diverse vicende particolari...

Lipsia e Salisburgo, due episodi curiosi

Nel 2016 è successo un fatto unico durante i preliminari di Champions League, con Andreas Ulmer, difensore del Salisburgo (l'attuale capitano), che scese in campo erroneamente con la maglia del Lipsia, pressoché identica a quella del club austriaco. E poi ancora nel 2018, quando le due squadre sono state sorteggiate nello stesso girone di Europa League, dando luogo a due match che, soprattutto lato Salisburgo, sono sentiti tanto quanto un derby: i tifosi austriaci non accettano di essere considerati una succursale e hanno fatto nascere un'autentica rivalità, inviando addirittura nel 2016 una lettera di proteste a Mateschitz, boss della Red Bull, dopo che vennero trasferiti 8 giocatori nell'arco di 12 mesi dall'Austria alla Germania, destinazione Lipsia. 

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Al comando della Liga al termine del girone d'andata ci sono due squadre a pari punti, già con un discreto distacco sulle inseguitrici: una è il Real Madrid, i pluricampioni di Spagna e d'Europa, e l'altra è il Girona, una piccola realtà catalana che ha fatto il suo esordio nella massima serie spagnola solo nel 2017. Dopo qualche stagione un po' anonima, per ultima una retrocessione, la squadra allenata da Michel ha iniziato la sua ascesa: dopo aver ottenuto ai playoff la promozione, ha chiuso l'anno scorso a soli 4 punti dalla Conference League e quest'anno è in piena lotta per il titolo (e di conseguenza per la qualificazione in Champions League). Eppure il club catalano rischia di essere escluso dalla massima competizione europea per una questione giuridica. Vediamo perché, quali sono i rischi e quali i precedenti.

Il Girona e il legame con il Manchester City

Ad agosto del 2017, il City Football Group, holding controllata dall'Abu Dhabi United Group, ha acquisito il 44,3% delle quote del Girona (divenuto poi 47%). Il CFG è un'autentica galassia di 11 società, tra proprietà e partecipazioni minoritarie, che comprende anche e soprattutto il Manchester City. In più, l'accordo con cui il CFG rilevava il club catalano prevedeva anche la possibilità per quest'ultimo di prendere in prestito 5 giocatori dai Citizens. Un filo diretto proseguito poi negli anni, come con le altre squadre del City Group: in questa stagione, per esempio, nella rosa a disposizione di Michel ci sono Yan Couto e Yangel Herrera, dal Manchester City, e Sávio, in prestito dal Troyes. Anche il talento argentino Echeverri, neo acquisto della squadra di Pep Guardiola, potrebbe prima fare una tappa intermedia in Catalogna per farsi le ossa. Non è un caso quindi che il Girona non smetta di crescere dentro e fuori dal campo: in questa stagione infatti, ha battuto il record di abbonamenti e il fatturato di magliette e merchandising è cresciuto del 2.400% rispetto al 2015 (da circa 40mila euro a più di un milione di euro). Ma non è tutto...

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