TORINO - Più che con la Juventus, il muro contro muro del Sassuolo è con Domenico Berardi che, addirittura, ha chiesto di essere esentato dagli allenamenti in gruppo e dalla sfida contro l’Atalanta.
Perché lui, adesso, vuole andare alla Juventus. E, nel suo piccolo, non è affatto un dettaglio da poco se si considera che l’attaccante è molto più che una bandiera del club con cui c’è un rapporto filiale, visto che il “ragazzo di Calabria” è al Sassuolo dal 2010, vale a dire da quando ha messo gli scarpini ai piedi, tanto da aver stabilito un rapporto particolarmente stretto con l’ex presidente Giorgio Squinzi, fondatore della Mapei e padre nobile del Sassuolo.
Berardi, il simbolo del Sassuolo
Quindi, oltre a rappresentare indubbiamente il giocatore più talentuoso che abbia mai indossato la maglia neroverde, è anche un simbolo del club dove ha sempre trovato una “comfort zone” tale da indurlo a rifiutare spesso il corteggiamento di club di primissima fascia: dal Milan all’Inter, dalla Roma alla Lazio fino alla stessa Juventus. Negli ultimi anni, però, qualcosa è appunto cambiato nelle percezioni di Berardi che si sente pronto, all’alba dei trent’anni, a uscire dal bozzolo della provincia emiliana per affrontare le pressioni del calcio nelle metropoli.