Toro, Pellegri: il futuro inizia sotto le ali di Ivan e papà

L'attaccante ha tutte le condizioni favorevoli: vietato fallire. Decisivo sarà il fatto di poter cominciare a lavorare con i compagni fin dal primo giorno di ritiro
Toro, Pellegri: il futuro inizia sotto le ali di Ivan e papà© ANSA

Se per esprimere il potenziale un ragazzo può anche aver bisogno di circondarsi delle persone giuste, non esiste club al mondo nel quale Pietro Pellegri abbia la possibilità di crescere meglio che nel Toro. Allenato da quell’Ivan Juric che del centravanti aveva intuito il talento fin da quando era nella piena adolescenza con la maglia del Genoa (l’esordio in Serie A, proprio contro il Torino, a 15 anni e 280 giorni), e del quale è team manager Marco Pellegri, papà del talento fiorito nel Genoa, appassito a Monaco, rinverdito nell’ultima stagione, tra il prestito al Milan e il successivo alle dipendenze del tecnico croato. Il quale nel confronto andato in scena al termine dell’ultimo campionato ha espresso la volontà di continuare ad allenare Pellegri. Cairo e Vagnati lo hanno accontentato, chiudendo con i monegaschi per una cifra non lontana da complessivi 5 milioni di euro. La base fissa è di 4,5 milioni, con allegati eventuali 500 mila euro che potranno essere corrisposti ai biancorossi al raggiungimento di una serie di obiettivi sia individuali che legati ai risultati della squadra granata.

L’ingaggio è per quattro anni con opzione per un quinto, e alla punta sarà corrisposto un milione di euro. È questo un passaggio potenzialmente decisivo, nella carriera di Pellegri: l’operazione confezionata con il Monaco, definita e alla quale manca soltanto la ceralacca dell’ufficialità, dimostra la fiducia che la dirigenza nutre nei suoi confronti e conferma la scelta di Juric di procedere con il suo pieno recupero. Fisico, mentale e motivazionale. «Con lui ci andrà un po’ di bastone, qualche confronto e tanto amore», spiegava il tecnico parlando del suo pupillo. Destinato ad accrescere il minutaggio - condizioni fisiche permettendo - dopo un campionato da 15 presenze complessive: 6 le ha collezionate con il Milan (127 minuti in campo), 9 con il Torino (209’). Un paio di sfortunate conclusioni terminate sul palo gli hanno impedito di aumentare il bottino di reti: una sola quella messa in archivio.

Pellegri ha segnato nella sfida pareggiata contro la Lazio, contribuendo alla classifica di una squadra tornata nelle prime dieci di A (i granata hanno chiuso a quota 50 come il Sassuolo, anticipando i neroverdi in virtù dei punti - quattro - ottenuti negli scontri diretti). Ora il centravanti vuole tirare comunque una riga, tra ciò che è stato - dall’esaltazione difficile da gestire vissuta ancora minorenne a Genova, alle assortite difficoltà affrontate ma non sempre risolte tra il Monaco, il Milan e in parte pure nella prima stagione granata - e ciò che potrà essere.

Decisivo sarà il fatto di poter iniziare a lavorare con Juric e i compagni fin dal primo giorno di ritiro. Un aspetto che spesso è centrale, nel determinare le sorti di un’annata (la scorsa estate era approdato al Milan il 25 agosto). In definitiva Gabriel - svincolato dal Lecce - e Pellegri sono i primi acquisti di Vagnati. Se la situazione portieri è pressoché determinata, con il brasiliano e Berisha che si giocheranno il posto da titolare, ancora in divenire è la composizione del reparto offensivo. Belotti è ai saluti, Sanabria è stato a parole confemato dal dt, ma di fronte a una buona offerta potrà partire, Pellegri e una certezza e Joao Pedro e Dovbyk restano i principali obiettivi in ingresso.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...