Inter-Juve, chi arbitra? Maresca in pole. Gialli e rigori, che divario!

Il fischietto campano la scelta più probabile tra i papabili. Il confronto ammonizioni-penalty e la questione Challenge, sempre più possibile
Inter-Juve, chi arbitra? Maresca in pole. Gialli e rigori, che divario!

Pronosticare chi verrà designato per arbitrare Inter-Juventus è abbastanza facile. Per due motivi. Il primo: non tutti gli arbitri della CAN sono all’altezza di dirigere una sfida potenzialmente decisiva per l’esito del campionato e la conquista dello scudetto, soprattutto se si tratta, come in questo caso, del derby d’Italia. Il secondo: Daniele Orsato, nonostante sia tra i direttori di gara più forti al mondo, è fuori dalla corsa per ragioni di opportunità legate ai precedenti (l’episodio di Pjanic in Inter-Juve del 2018). Detto ciò, in pole position secondo me c’è Fabio Maresca. Un arbitro dalla forte personalità, che spesso va di pancia, decidendo di getto, come piace a Gianluca Rocchi. L’arbitro campano ha dimostrato grande sensibilità a Udine, nel caso di razzismo legato al portiere del Milan Maignan, e nei giorni successivi si è esposto sui media con notevole empatia.

Inter-Juventus, a chi tocca?

Per la prima volta un direttore di gara si è esposto con delle dichiarazioni dopo un episodio del genere: un segnale importante a tutta la categoria. L’unico aspetto su cui può crescere è la gestione caratteriale della partita: talvolta Maresca ha la tendenza a voler dimostrare troppo, ma soprattutto nei big match un arbitro deve tenere a bada la sua personalità. In una ipotetica graduatoria collocherei al secondo posto tra i papabili Maurizio Mariani, anche lui con buone chances di essere selezionato. Per il direttore di gara della sezione di Aprilia non sarebbe la prima sfida tra nerazzurri e bianconeri: nei precedenti ha sempre dimostrato un grande senso di equilibrio e la capacità di dirigere i big match. Sull’ultimo gradino del podio metto Marco Guida: l’unica ragione per cui lo collocherei in questa posizione è che ha già diretto la sfida dell’andata all’Allianz Stadium (senza incontrare intoppi). Quando è in forma fisica e mentale, come quest’anno, Guida riesce a essere anche più forte di un arbitro d’élite come Davide Massa, rimanendo appena sotto a Daniele Orsato.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

 

Gialli e rigori, che divario

Passiamo all’analisi dei numeri nel confronto tra Inter e Juventus. La condizione preliminare è non scadere nella chiacchiera da bar, alludendo a favoritismi vari. Va fatta una precisazione: la Juventus ha giocato una partita in più. Si tratta di numeri che fanno capire come dietro ci sia un lavoro efficace per alimentare una cultura arbitrale. L’Inter lavora da anni con Giorgio Schenone e la Juventus da questa estate lavora con profitto con Luca Maggiani. Quello che balza all’occhio è il dato relativo ai cartellini gialli e ai rigori, dove la differenza è cospicua. Partiamo dalle ammonizioni: 52 contro la Juventus, 28 (quasi la metà) quelle contro l’Inter. Il divario può essere spiegato dal fatto che i nerazzurri si sono strutturati da molto più tempo con queste figure professionali.

Non dimentichiamoci come Simone Inzaghi sia abituato fin dai tempi della Lazio a sostituire i calciatori ammoniti: indice di un’attenzione rivolta all’aspetto disciplinare. Capitolo rigori: ne sono stati fischiati 9 in favore dell’Inter e 4 per la Juventus. Ciò può essere dettato da diversi fattori: il modo di giocare, le caratteristiche tecniche degli attaccanti, i momenti di forma. Con buona probabilità il divario si assottiglierà da qui a fine stagione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

 

Rocchi, le difficoltà prima di Inter-Juve

Inter-Juventus è già di per sé una delle partite più importanti in ogni stagione, se non la più importante. Figuriamoci quest’anno, visto che potrebbe valere una fetta di scudetto. Eppure il match di San Siro, in programma domenica sera, arriva in uno dei momenti più delicati per la classe arbitrale. Non solo il servizio de Le Iene, che getta discredito sull’intera categoria, ma anche la valutazione difforme di episodi analoghi, tutto ciò che ne consegue in termini di polemiche e di futili sospetti: elementi che hanno messo in seria difficoltà il designatore Gianluca Rocchi. Mi sento in dovere di dire la mia su questa situazione particolarmente problematica: credo di poter garantire che tutta la pantomima televisiva de Le Iene sia legata a una mossa politica, e non abbia nulla a che fare con l’aspetto tecnico. Gli arbitri dovrebbero pensare a fare il loro mestiere, come sostengo da tempo, astenendosi da questioni politiche. Fa bene il presidente federale Gabriele Gravina a richiedere un intervento della Procura per chiarire chi ci sia davvero dietro a tutto questo.

La dietrologia che fa male al nostro calcio

Per quanto mi riguarda, ho provato un forte imbarazzo di fronte allo scenario di un arbitro che si sia veramente mascherato voce e viso per apparire in trasmissione: un direttore di gara dovrebbe essere garante delle regole e della terzietà. Il secondo punto è però il più importante: il tema della politica rischia di sviare dal focus, da quello che è la questione realmente centrale al momento, l’uniformità di giudizio. Una chimera, ma anche l’unico requisito possibile per garantire la credibilità. Nulla c’entra la dietrologia che storicamente fa discutere gli appassionati di calcio: sono concetti che fanno solo male al nostro calcio, soprattutto alla vigilia di una sfida così importante, dove conterebbe solo lo spettacolo. Che peso ha l’opinione pubblica nel mondo arbitrale? Sicuramente ha un peso, così come lo ha anche quella delle società e degli addetti ai lavori. La critica, se non strumentale ma costruttiva, è sempre d’aiuto se non fondamentale in un percorso di crescita.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

 

Fiorentina-Inter, l'episodio Bastoni-Ranieri

Stando fuori dall’AIA ho imparato che molto spesso i calciatori hanno qualcosa da insegnare agli arbitri sulle dinamiche di gioco e sugli episodi. Per esempio ho ascoltato con interesse il parere espresso da Marco Parolo a Dazn sul contatto Bastoni-Ranieri in Fiorentina-Inter: l’ex Lazio e Cesena ha parlato di “intenzione” del nerazzurro e di “disinteresse” rispetto al pallone, concetti tecnici che dovrebbero sempre essere centrali in questo genere di valutazioni. Una lettura chiave, dirimente, sfuggita anche all’arbitro in campo, che non ha dato fallo. Prendo spunto da ciò per fare un’ulteriore considerazione: i tempi sembrano ormai maturi per l’introduzione del “challenge”, cioè del VAR a chiamata da parte degli allenatori. Uno strumento che andrebbe normato e sperimentato, ma del quale sembra non si possa più fare a meno.

Arbitri, serve una linea tecnica

Detto ciò, serve anche fornire una linea tecnica: a occuparsene deve essere il designatore, che non deve “andare dietro” al parere diffuso ma determinare dei criteri da osservare con coerenza. Nei momenti di difficoltà per un arbitro la soluzione è una sola, come ho appreso nei miei anni di militanza a Coverciano: lavorare a testa bassa, insistere sempre di più, studiare i video. Occorre focalizzarsi sull’attualità e sul passato per avere dei punti di riferimento: proprio per questo la mancanza di uniformità rappresenta un pericolo non indifferente, perché potrebbero venire meno quei “benchmark” che orientano le valutazioni, la bussola del giusto e dello sbagliato.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pronosticare chi verrà designato per arbitrare Inter-Juventus è abbastanza facile. Per due motivi. Il primo: non tutti gli arbitri della CAN sono all’altezza di dirigere una sfida potenzialmente decisiva per l’esito del campionato e la conquista dello scudetto, soprattutto se si tratta, come in questo caso, del derby d’Italia. Il secondo: Daniele Orsato, nonostante sia tra i direttori di gara più forti al mondo, è fuori dalla corsa per ragioni di opportunità legate ai precedenti (l’episodio di Pjanic in Inter-Juve del 2018). Detto ciò, in pole position secondo me c’è Fabio Maresca. Un arbitro dalla forte personalità, che spesso va di pancia, decidendo di getto, come piace a Gianluca Rocchi. L’arbitro campano ha dimostrato grande sensibilità a Udine, nel caso di razzismo legato al portiere del Milan Maignan, e nei giorni successivi si è esposto sui media con notevole empatia.

Inter-Juventus, a chi tocca?

Per la prima volta un direttore di gara si è esposto con delle dichiarazioni dopo un episodio del genere: un segnale importante a tutta la categoria. L’unico aspetto su cui può crescere è la gestione caratteriale della partita: talvolta Maresca ha la tendenza a voler dimostrare troppo, ma soprattutto nei big match un arbitro deve tenere a bada la sua personalità. In una ipotetica graduatoria collocherei al secondo posto tra i papabili Maurizio Mariani, anche lui con buone chances di essere selezionato. Per il direttore di gara della sezione di Aprilia non sarebbe la prima sfida tra nerazzurri e bianconeri: nei precedenti ha sempre dimostrato un grande senso di equilibrio e la capacità di dirigere i big match. Sull’ultimo gradino del podio metto Marco Guida: l’unica ragione per cui lo collocherei in questa posizione è che ha già diretto la sfida dell’andata all’Allianz Stadium (senza incontrare intoppi). Quando è in forma fisica e mentale, come quest’anno, Guida riesce a essere anche più forte di un arbitro d’élite come Davide Massa, rimanendo appena sotto a Daniele Orsato.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...

Serie A, i migliori video