Un pugile che boxa bene, ma non ha il colpo del ko (e già questo sarebbe un problema in uno sport in cui ai punti non si vince) e per giunta da un mese e mezzo non ha neppure una guardia imperforabile: questa è la Juventus di oggi, che nei primi 34 minuti ha calciato 7 volte verso la porta dell’Atalanta senza concedere ai nerazzurri un solo tiro verso quella di Szczesny, ma anche senza impensierire mai Carnesecchi se non con un colpo di testa di Miretti.
Poi nel giro di un minuto, il trentacinquesimo, ha regalato una punizione dal limite alla Dea con un ingenuo fallo di Bremer (fin lì e in seguito impeccabile) su Scamacca spalle alla porta e ha lasciato che Koopmeiners si staccasse dalla linea dei difensori per andare a calciare indisturbato il passaggio laterale di Pasalic: un tiro, un gol. E un bello spot che l’olandese mostra ai dirigenti bianconeri e a un emissario del Manchester United presente in tribuna. Facendo il bis, casomai non avessero visto, alla mezzora della ripresa, quando ha firmato il 2-2 vanificando il sorpasso bianconero e certificando invece quello del Milan, vittorioso sull’Empoli nel pomeriggio, sui bianconeri in classifica: ora sono i rossoneri secondi, con un punto di vantaggio.
Qualità e attenzione
Koopmeiners o chi per lui, di certo di qualità in fase offensiva, e al tiro prima di tutto, la Juventus (penultima in Serie A per percentuale di conclusioni nello specchio e in linea contro l’Atalanta: 5 su 18 tentativi) avrà bisogno di inserirne tanta nel prossimo mercato. Prima di poterlo fare, però, deve pensare a rimettersi a correre con le forze che ha: Allegri deve ritrovare prima di tutto la solidità difensiva (da sette partite i bianconeri prendono gol e da quattro ne prendono due, per un totale di 11) e confidare che il rientro di Vlahovic, squalificato, e la crescita di condizione di Chiesa (confermata anche con l’Atalanta nonostante un errore di mira non banale in avvio di ripresa) alzino l’efficacia dell’attacco. Missione a cui dovranno però contribuire anche i centrocampisti: magari anche McKennie, più che mai Harry Potter degli assist, a quota nove con i due di ieri e determinante non soltanto con quelli al suo rientro, con tanto di tutore per proteggere la spalla lussata. Da applausi, dunque, nonostante Djimsiti gli sfugga per servire a sua volta l’assist del 2-2. Ma visto che si può sempre migliorare e che il senso del gol è sempre stato tra le sue qualità…