Cosa farà la Juventus dopo la sconfitta della Superlega?

Il club non ha voluto commentare il parere che boccia il progetto: in attesa del verdetto definitivo, possibili contatti informali con la Uefa

TORINO - E adesso la Juventus cosa fa? Dopo la sconfitta della Superlega, che il club torinese ha lanciato nell’aprile 2021 insieme con Real Madrid e Barcellona, unici tre club rimasti nel progetto a differenza degli altri nove che avevano aderito per poi fare immediatamente marcia indietro dopo che la Uefa aveva fatto la voce grossa (Milan, Inter, Atletico Madrid, Arsenal, Tottenham, Manchester City, Chelsea, Liverpool e Manchester United) la domanda non è affatto banale. E infatti la risposta oltre a non essere scontata, al momento non c’è. Nel senso che una decisione definitiva sul da farsi non è stata ancora presa. C’è da dire, del resto, che la Juventus sta vivendo un momento di profonda ristrutturazione interna che, di fatto, non consente di sposare, a caldo, una scelta di campo. Come si sa, occorrerà prima approvare il bilancio il 27 dicembre con l’assemblea dei soci e, soprattutto, procedere alla nomina del nuovo consiglio di amministrazione, prevista per il 18 gennaio quando ad Andrea Agnelli, su indicazione di Exor, azionista di maggioranza della Juventus, subentrerà Gianluca Ferrero quale nuovo presidente.

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La direzione della Juventus

Dunque pare abbastanza scontato che nel corso di questo mese che porterà al suo insediamento, almeno formalmente il club non provvederà a fare alcun passo, in nessuna direzione. Del resto una problematica così delicata, peraltro assoggettabile almeno in parte alla querelle esistente con l’Uefa, che sta controllando i conti dei tre bilanci oggetto delle contestazioni della Procura della Repubblica di Torino per verificare se erano veritiere le basi sulle quali si è poi controfirmato il settlement agreement - in caso contrario potrebbero arrivare sanzioni, dall’ammenda a una limitazione di giocatori nella lista, il blocco di una sessione del mercato sino all’esclusione delle future coppe - è chiaro che muoversi con cautela sia il minimo sindacale dovuto a livello prudenziale. In realtà un segnale dai cugini dell’Uefa, l’Eca, ovvero l’associazione dei club europei che fa riferimento all’organismo internazionale presieduto da Ceferin, c’è stato nei confronti della Juventus la scorsa settimana quando, in un comunicato, dopo la riunione tenutasi a Doha, si è scritto che c’era disponibilità a dialogare con il nuovo management della Juventus. Che non contemplerà più la presenza di Andrea Agnelli, massimo propulsore della Superlega nell’ultimo anno e mezzo.

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L’arrivo di Ferrero

Dunque un primo segnale di pace si è già visto e non è partito dalla riva del Po. Ora bisognerà capire come il prossimo presidente Ferrero intenderà leggerlo e declinarlo. Ovvio che qualsiasi mossa sarà prima oggetto di confronto con John Elkann e lo stesso Andrea Agnelli per scegliere la soluzione migliore per il bene primario: la Juventus. Una cosa è certa, i due cugini sono convinti che il sistema calcio così com’è non sia sostenibile per cui la filosofia riformista non verrà meno. Qualora si dovesse decidere di aspettare la sentenza della Corte di Giustizia Europea, attesa per marzo, prima di assumere una posizione precisa, non si possono comunque escludere interlocuzioni informali, ma non per questo meno importanti, tra la Juventus e l’Uefa stessa per cercare di riallacciare rapporti cordiali. Sapere che di fatto il club non rischia sanzioni, come Real Madrid e Barcellona peraltro, per il fatto di aver progettato una competizione alternativa a quelle esistenti, consente ai legali bianconeri perlomeno di chiudere un fronte che poteva essere foriero di altre problematiche.

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Tre diverse situazioni

A questo punto sono tre le situazioni contro le quali i legali juventini devono confrontarsi. La giustizia ordinaria, e si è in attesa di sapere se la prima istanza di competenza territoriale avanzata presso la Procura generale della Cassazione porterà o no allo spostamento del processo a Milano oppure Roma, oltre ad attendere la data della prima udienza in cui eventualmente reiterare la questione al Gup. E la giustizia sportiva italiana, con la Procura federale che sta valutando le carte per le presunte irregolarità legate a plusvalenze e manovra stipendi, mentre dell’operato in essere di quella dell’Uefa per il settlement agreement se ne è parlato qualche riga sopra. Dunque situazione in stand by. 

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TORINO - E adesso la Juventus cosa fa? Dopo la sconfitta della Superlega, che il club torinese ha lanciato nell’aprile 2021 insieme con Real Madrid e Barcellona, unici tre club rimasti nel progetto a differenza degli altri nove che avevano aderito per poi fare immediatamente marcia indietro dopo che la Uefa aveva fatto la voce grossa (Milan, Inter, Atletico Madrid, Arsenal, Tottenham, Manchester City, Chelsea, Liverpool e Manchester United) la domanda non è affatto banale. E infatti la risposta oltre a non essere scontata, al momento non c’è. Nel senso che una decisione definitiva sul da farsi non è stata ancora presa. C’è da dire, del resto, che la Juventus sta vivendo un momento di profonda ristrutturazione interna che, di fatto, non consente di sposare, a caldo, una scelta di campo. Come si sa, occorrerà prima approvare il bilancio il 27 dicembre con l’assemblea dei soci e, soprattutto, procedere alla nomina del nuovo consiglio di amministrazione, prevista per il 18 gennaio quando ad Andrea Agnelli, su indicazione di Exor, azionista di maggioranza della Juventus, subentrerà Gianluca Ferrero quale nuovo presidente.

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