Juve-Cuadrado, è finita. Ecco perché i tifosi non lo dimenticheranno

Il colombiano saluta la Torino bianconera dopo otto anni intensissimi. Nella storia del club un posto è già per lui

TORINO - Mettiamola così: alla fine il ragazzo (massì, dai, ha 35 anni e giocherà ancora) non poteva non farsi contagiare dal clima bizzarro di una stagione incredibile per la sua squadra. E quindi non si poteva pretendere che Juan Cuadrado si stagliasse ben al di là della soglia globalmente non irresistibile di una Juventus alle prese con una classifica del campionato 2022-2023, dall’andamento sinusoidale: su, poi giù e poi ancora su, come cantavano i Vernice trent’anni fa...

Reti e colpi di testa

Ma questo è calcio, non musica. E dunque, via il dente via il dolore: è giunta l’ora, il Panita di tutti noi, l'amicone di qualsiasi juventino esista sulla faccia della terra, saluta. E stavolta sul serio, non come quando se ne tornò al Chelsea anni fa, forse sapendo che già sarebbe tornato presto. Cuadrado e la sua splendida famiglia fanno ciao ciao con la manina a una Torino che Juan ha fatto emozionare in entrambi i sensi: quella bianconera ha goduto da impazzire per via di alcuni exploit che resteranno nella storia (dal colpo di c… agli sgoccioli del derby 2015, prima rete del colombiano in bianconero, fino alla sgommata da Vespa fiorentina a Monaco di Baviera, con rete in allegato); quella granata s’è incazzata come non mai per l’episodio citato in parentesi, e perché in generale, ogni volta che incrociava la zazzera riccioluta del Panita faceva continui gesti apotropaici, quantomeno. Se ne va, Cuadrado, dopo otto stagioni di Juve vissuta ad altissima intensità, 314 partite e 26 gol, esibizioni straordinarie ed altre dimenticabilissime, anche per via di nervosismi assortiti (con Samir Handanovic non risulta abbia mai preso un caffè, però hai visto mai…), assist sublimi e momenti di follia frammista ad euforia del tutto positiva, come nei giorni degli scudetti bianconeri in serie.

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Tra il rinnovo e l’addio

Già, Massimiliano Allegri ormai sapeva benissimo che nel giorno in cui avesse vinto il tricolore, la sua giacca sarebbe filata dritta dritta in tintoria, prima però lo shampoo sui capelli, perché a Juan bisogna spiegare che la schiuma va messa sulla barba, non altrove. E insomma, per riassumere, Cuadrado lascerà sicuramente una sensazione di vuoto, al netto di alcuni “passaggi” un po’ così. Forse mai spiegati per bene, come quando ad esempio rinnovò per l’ultima volta con la Juventus grazie a un’opzione scattata alla 40ª presenza stagionale, malgrado il club avesse gradito che al contempo il giocatore si asciugasse lo stipendio da 5 milioni di euro netti. Non l'ha mai fatto. Quattordici mesi dopo quella firma, la società ha detto basta e il colombiano se ne andrà da svincolato di lusso. Soddisfatto, certamente, per aver reso felici milioni di tifosi bianconeri perché solamente grazie a lui, uno dei pochi dribblatori e conquistatori di calci piazzati in rosa, alcune partite si sbloccarono: vedi Lione-Juve nel 2016 in Champions, vedi gli altri gol segnati al Toro, o perché più di una volta si è preso gioco dell’Inter, per altro l’ultima squadra a cui ha segnato - in semifinale di Coppa Italia - nella sua avventura juventina. Il suo entourage ha ricevuto sondaggi da club italiani, arabi e americani. Juan lascerà Torino e, in fondo, chi ha vissuto i suoi anni bianconeri, nell’attesa che Timothy Weah combini qualcosa da… Weah, lo rispetterà. Per sempre.

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TORINO - Mettiamola così: alla fine il ragazzo (massì, dai, ha 35 anni e giocherà ancora) non poteva non farsi contagiare dal clima bizzarro di una stagione incredibile per la sua squadra. E quindi non si poteva pretendere che Juan Cuadrado si stagliasse ben al di là della soglia globalmente non irresistibile di una Juventus alle prese con una classifica del campionato 2022-2023, dall’andamento sinusoidale: su, poi giù e poi ancora su, come cantavano i Vernice trent’anni fa...

Reti e colpi di testa

Ma questo è calcio, non musica. E dunque, via il dente via il dolore: è giunta l’ora, il Panita di tutti noi, l'amicone di qualsiasi juventino esista sulla faccia della terra, saluta. E stavolta sul serio, non come quando se ne tornò al Chelsea anni fa, forse sapendo che già sarebbe tornato presto. Cuadrado e la sua splendida famiglia fanno ciao ciao con la manina a una Torino che Juan ha fatto emozionare in entrambi i sensi: quella bianconera ha goduto da impazzire per via di alcuni exploit che resteranno nella storia (dal colpo di c… agli sgoccioli del derby 2015, prima rete del colombiano in bianconero, fino alla sgommata da Vespa fiorentina a Monaco di Baviera, con rete in allegato); quella granata s’è incazzata come non mai per l’episodio citato in parentesi, e perché in generale, ogni volta che incrociava la zazzera riccioluta del Panita faceva continui gesti apotropaici, quantomeno. Se ne va, Cuadrado, dopo otto stagioni di Juve vissuta ad altissima intensità, 314 partite e 26 gol, esibizioni straordinarie ed altre dimenticabilissime, anche per via di nervosismi assortiti (con Samir Handanovic non risulta abbia mai preso un caffè, però hai visto mai…), assist sublimi e momenti di follia frammista ad euforia del tutto positiva, come nei giorni degli scudetti bianconeri in serie.

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