Tra il rinnovo e l’addio
Già, Massimiliano Allegri ormai sapeva benissimo che nel giorno in cui avesse vinto il tricolore, la sua giacca sarebbe filata dritta dritta in tintoria, prima però lo shampoo sui capelli, perché a Juan bisogna spiegare che la schiuma va messa sulla barba, non altrove. E insomma, per riassumere, Cuadrado lascerà sicuramente una sensazione di vuoto, al netto di alcuni “passaggi” un po’ così. Forse mai spiegati per bene, come quando ad esempio rinnovò per l’ultima volta con la Juventus grazie a un’opzione scattata alla 40ª presenza stagionale, malgrado il club avesse gradito che al contempo il giocatore si asciugasse lo stipendio da 5 milioni di euro netti. Non l'ha mai fatto. Quattordici mesi dopo quella firma, la società ha detto basta e il colombiano se ne andrà da svincolato di lusso. Soddisfatto, certamente, per aver reso felici milioni di tifosi bianconeri perché solamente grazie a lui, uno dei pochi dribblatori e conquistatori di calci piazzati in rosa, alcune partite si sbloccarono: vedi Lione-Juve nel 2016 in Champions, vedi gli altri gol segnati al Toro, o perché più di una volta si è preso gioco dell’Inter, per altro l’ultima squadra a cui ha segnato - in semifinale di Coppa Italia - nella sua avventura juventina. Il suo entourage ha ricevuto sondaggi da club italiani, arabi e americani. Juan lascerà Torino e, in fondo, chi ha vissuto i suoi anni bianconeri, nell’attesa che Timothy Weah combini qualcosa da… Weah, lo rispetterà. Per sempre.