Lukaku o no, fedeli alla Juve

C’è grande voglia di girare pagina, di vedere un’altra proposta di gioco e ritrovare il vecchio spirito agonistico smarrito. La risposta della gente che oggi affollerà lo Stadium è un atto d’amore che aumenta la responsabilità di Allegri e della squadra
Lukaku o no, fedeli alla Juve© www.imagephotoagency.it

TORINO - Nonostante tutto, saranno lì. Più di ventimila tifosi della Juventus si stringeranno intorno alla squadra per l’abbraccio estivo, che quest’anno sarà allo Stadium. La fede e la fedeltà sono più forti della delusione per gli ultimi dodici mesi e della depressione per le conseguenze che hanno comportato la stagione più travagliata della storia bianconera. Non c’è un bel clima fra la gente della Juventus e, d’altronde, non mancano i buoni motivi per essere di cattivo umore, eppure prevale la volontà di stare vicini alla squadra o anche solo alla maglia.

Gli oltre ventimila di oggi pomeriggio (potevano essere di più, ma non si trovavano gli steward per aprire il secondo anello) e la brillante prevendita di Juventus-Bologna del 27 agosto sono segnali importanti, prove tecniche di riavvicinamento di una tifoseria provata, ma evidentemente ancora innamorata. Il che rende enorme la responsabilità di Massimiliano Allegri e dei suoi giocatori: dopo due anni di amarezze, il credito residuo di amore e rispetto deve essere investito bene, altrimenti rischia di andare a finire male.

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Vlahovic-Lukaku, tifosi scettici 

Enorme è la voglia di ricominciare, lasciarsi alle spalle le sofferenze emotive e provare a respirare un po’ di futuro. Qualcosa di diverso, quindi, ci deve essere. E siccome il mercato, per forza di cose, non può rivoluzionare la squadra, deve essere la proposta di gioco l’acquisto che rigenera l’entusiasmo del popolo bianconero.

Mentre divampa il dibattito mediatico intorno a Romelu Lukaku e al possibile scambio con Dusan Vlahovic, la stragrande maggioranza dei tifosi della Juventus, pur guardando con scetticismo l’operazione, è più preoccupato di sapere se anche l’anno prossimo dovrà vedere una squadra rintanata nella sua metà campo, che fatica a tirare in porta, che non ha intensità e finisce per annoiare anche quando vince. Lukaku o no, se la squadra attacca e combatte, i tifosi sono pronti ad accompagnarla nell’ennesima rinascita della sua storia. Lukaku o no, se la squadra rinuncia e specula, i tifosi chiederanno il conto, anche dei due anni precedenti.

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La Juventus e lo spirito da ritrovare

Nell’appuntamento estivo che ha momentaneamente traslocato da Villar Perosa per ragioni che esulano dalla volontà del club e della proprietà, si celebra un patto che dovrà essere onorato: il che non comporta, per la squadra, di vincere necessariamente qualcosa, ma di provarci in modo credibile e di rendere orgogliosi i propri tifosi. Vincere resta sempre molto importante per chi tifa Juve, ma forse ritrovare lo spirito smarrito dalla propria squadra nelle ultime due stagioni è la cosa che conta di più nell’immediato.

È uno strano momento per la storia della Juventus che prova a costruirsi un futuro diverso, ma ha ancora a che fare con il suo passato recente da smaltire; che vuole ricostruirsi con i giovani, ma sente la necessità di portare a Torino un trentenne; che non parteciperà nemmeno alla Conference League ma si vede preferita da Lukaku che invece ha snobbato l’Inter, vicecampione d’Europa. Contraddizioni tipiche di un momento di transizione, uno di quelli che vengono poi riassorbiti dalla storia, dove spariscono fra un ciclo vincente e l’altro.

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Juve-Agnelli: un legame centenario

Storia che, in queste settimane, fa rintoccare i cento anni di proprietà degli Agnelli, ricorrenza di possente portata che riassume e intreccia un secolo di vita e vite di un Paese, una famiglia e una squadra. D’altronde c’è qualcosa di meravigliosamente anacronistico in una famiglia che possiede un club da cento anni e continua a farlo nell’era dei fondi d’investimento e in quelli sovrani. Ma non c’è niente di irrazionale come l’amore e oggi si celebra proprio quella scintilla di follia che accomuna miliardi di tifosi nel mondo, spingendoli - in riti come questo - a stare vicini alla propria squadra, nonostante tutto, nonostante tutti. È il bello del calcio e non ci sono Vlahovic e Lukaku che riusciranno a rovinarlo. Forse.

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TORINO - Nonostante tutto, saranno lì. Più di ventimila tifosi della Juventus si stringeranno intorno alla squadra per l’abbraccio estivo, che quest’anno sarà allo Stadium. La fede e la fedeltà sono più forti della delusione per gli ultimi dodici mesi e della depressione per le conseguenze che hanno comportato la stagione più travagliata della storia bianconera. Non c’è un bel clima fra la gente della Juventus e, d’altronde, non mancano i buoni motivi per essere di cattivo umore, eppure prevale la volontà di stare vicini alla squadra o anche solo alla maglia.

Gli oltre ventimila di oggi pomeriggio (potevano essere di più, ma non si trovavano gli steward per aprire il secondo anello) e la brillante prevendita di Juventus-Bologna del 27 agosto sono segnali importanti, prove tecniche di riavvicinamento di una tifoseria provata, ma evidentemente ancora innamorata. Il che rende enorme la responsabilità di Massimiliano Allegri e dei suoi giocatori: dopo due anni di amarezze, il credito residuo di amore e rispetto deve essere investito bene, altrimenti rischia di andare a finire male.

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