
Fuori dai cancelli della Continassa, in bella mostra, campeggia ancora il cartello di “lavori in corso”. Non si cambia anima a una squadra in poche settimane, occorre tempo per assimilare i nuovi concetti e per amalgamarli a quelli già noti. La Juventus delle prime quattro giornate di campionato è creatura profondamente diversa da quella ammirata (si fa per dire…) nelle ultime due stagioni, ma il percorso di trasformazione è ancora distante dall’essere completato. In fase di pressing devono essere perfezionati gli automatismi, nello sviluppo della manovra vanno assecondate al meglio le caratteristiche di volti nuovi come Cambiaso e Weah. E, poi, c’è sempre modo di proporre soluzioni inedite anche con chi frequenta la Continassa da più tempo. Un progetto cui Allegri certo non ha abdicato.
Fagioli, il jolly del centrocampo
La seduta mattutina del doppio allenamento di ieri, quella aperta alla stampa oltre che a un buon numero di tifosi, ha proposto in maniera insistita uno degli scenari che più solleticano il tecnico livornese. Ovvero quello in cui Nicolò Fagioli rappresenta una pedina in grado di occupare tutte le caselle del centrocampo a tre. Mezzala come si è affermato prepotentemente negli ultimi dieci mesi, certo, ma all’occorrenza anche regista davanti alla difesa, posizione che allo stato attuale è orfana di un alter ego di Locatelli. L’ex Cremonese ha tempi di gioco e visione nel proprio bagaglio tecnico, oltre a una predilezione per la verticalità che difetta alla maggior parte dei compagni. Tanto che non sarebbe azzardato pensarlo nel ruolo di metronomo, per scelta o per necessità. In attesa di scoprire le gerarchie nella testa di Allegri di fronte a una defezione di Locatelli, che finora è sempre sceso in campo da titolare, Fagioli esplora nuove mansioni e nuovi compiti.
