C'è una persona che dovete ringraziare in modo particolare per il percorso di Huijsen alla Juventus?
"Matteo Tognozzi, il responsabile dell'area scouting, è la persona che più di tutte è stata capace di gestire Dean a tutto tondo. In pieno periodo Covid venne a vedere una gara del settore giovanile: Malaga-Granada. Ha fatto di tutto per esserci, è rimasto persino due giorni in più in Spagna perché bloccato da una tempesta di neve in aeroporto. Aveva capito che si era creata l'occasione perfetta per il giocatore giusto, così prima ha fatto innamorare il ragazzo della Juventus e poi si è occupato della famiglia. Huijsen gli deve tanto. Ma anche Manna, Scaglia e Montero da allenatore dell'Under 19 sono stati fondamentali per lui".
E con Massimiliano Allegri che rapporto ha instaurato?
"Ottimo, molto professionale. Il mister lo guida su tutto. Cerca di spronarlo a crescere, a migliorare giorno dopo giorno. Il fatto che lo abbia portato negli Stati Uniti era già un ottimo segnale, poi il ragazzo ha lavorato bene e ora raccoglie i frutti".
Avete rinnovato il contratto in estate, eppure c'era mezza Europa che seguiva Huijsen dopo le grandi prestazioni in Serie C con la Next Gen. Perché ha scelto di rimanere alla Juventus col rischio di giocare poco?
"Abbiamo preferito dare fiducia a chi ha creduto sul ragazzo da subito, in tempi non sospetti. La Juventus ha sempre mantenuto la parola, si è sempre comportata in maniera esemplare, persino quando prese il ragazzo dal Malaga: nonostante fosse un potenziale parametro zero, hanno voluto riconoscere al club spagnolo un importo più alto del premio di addestramento. Abbiamo scelto di non andare via, nemmeno in prestito, perché siamo sicuri che la Juventus abbia un piano chiaro: ce lo stanno dimostrando. Ora Dean deve spingere, pensando solo al campo".
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