Pagina 3 | Tacconi a Verissimo, malattia e paura: "Reimparato a parlare e camminare, ma..."

Stefano Tacconi torna a parlare in tv dopo la malattia e la lunga riabilitazione. L'ex portiere della Juventus e della Nazionale azzurra, 66 anni, è stato ospite di "Verissimo" in diretta su Canale 5: "Pensavo di essere immortale. Invece dietro l'angolo c'è sempre qualcosa di inaspettato. È capitato a me. Per fortuna, in macchina con me c'era mio figlio Andrea". L'ex Juventus ha poi parlato delle sue nuove abitudini: "Non mi fanno toccare il vino e non mi fanno fumare. Se ci provo mi danno delle sberle e io gli dico di stare attenti alle vene della mia testa".

Tacconi, l'inizio di tutto

Tutto è iniziato ad aprile 2022, quando all'ex portiere venne diagnosticato un aneurisma e un'emorragia cerebrale. Durante il racconto Stefano non è riuscito a trattenere le emozioni scoppiando in lacrime: "Erano un paio di giorni che ero stanco morto. Avevo mal di testa, avevo preso delle semplice pillole, ma non pensavo di certo ad altro. Era il 23 aprile, il giorno del compleanno di mia moglie. Adesso, però, sono qui e questo è quello che conta". Successivamente, il figlio di Stefano ha aggiunto: "Quella mattina papà era pallido ma pensavo fosse un semplice mal di testa. Scesi dalla macchina è subito caduto e io l'ho preso al volo. Lui aveva le convulsioni e l'ho girato su un fianco per farlo respirare bene. Ho chiamato subito i soccorsi e per fortuna sono in 5 minuti. In questi casi il tempismo è tutto".

© RIPRODUZIONE RISERVATA

L'importanza della famiglia 

Continuando a raccontare la sua esperienza, Tacconi ha dichiarato: "Mi sono perso un po' di cose in questo periodo, come il matrimonio di mia nipote e il diciottesimo di mia figlia. Però, almeno, mi hanno visto vivere che è quello che conta". L'ex portiere ha sottolineato anche l'importanza di aver avuto sempre accanto la sua famiglia e della grande forza d'animo di sua moglie: "Il medico che mi ha operato le ha detto 'non so se arriverà a domattina'. Sono frasi forti da sentire, è stata dura ma lei ha resistito senza mai mollare. Adesso che sono tornato a casa mi sta dietro, mi cura e mi guarda".

I messaggi di Schillaci, Cabrini e Zenga

Dopo aver proseguito dichiarando: "Ho scoperto come ero 66 anni fa: senza camminare e senza parlare. In ospedale sono caduto circa sette volte, sia quando provavo a scendere dal letto, slegandomi, sia dalla carrozzina. La fede è stata importante. Padre Pio mi ha dato la forza di lottare" sono stati mostrati tanti messaggi da ex colleghi e amici. Totò Schillaci ha detto: "Ciao fratellone Stefano. Sei sempre stato il numero uno, mi manchi, ti voglio bene, un abbraccio". "Ciao Stefano. Ti aspetto, ti voglio vedere presto", ha affermato invece Antonio Cabrini. "Ciao 'Tacco'. Siamo sempre stati amici-nemici. Volevo dirti 'vinci'. Forza amico mio", ha dichiarato infine Walter Zenga.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Tacconi sul caso scommesse

Tacconi, dopo aver continuato a parlare della sua esperienza: "L'emorragia può tornare e questo mi fa un po' paura. Ho sentito fortissimo l'affetto dei tifosi. Ho ripreso in mano il telefono, c'erano così tanti messaggi... Ho faticato a rispondere, ho scoperto di essere ancora amato: quando uno semina, raccoglie" ha poi voluto parlare anche del caso scommesse che ha coinvolto Fagioli, Tonali e Zaniolo: "È mancata un po' di educazione. Non parlo delle società ma delle famiglie. Certe cose vanno insegnate dalle famiglie ai giovani calciatori, che devono imparare a rispettare da subito, a inizio carriera, i soldi e i tifosi".

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Tacconi sul caso scommesse

Tacconi, dopo aver continuato a parlare della sua esperienza: "L'emorragia può tornare e questo mi fa un po' paura. Ho sentito fortissimo l'affetto dei tifosi. Ho ripreso in mano il telefono, c'erano così tanti messaggi... Ho faticato a rispondere, ho scoperto di essere ancora amato: quando uno semina, raccoglie" ha poi voluto parlare anche del caso scommesse che ha coinvolto Fagioli, Tonali e Zaniolo: "È mancata un po' di educazione. Non parlo delle società ma delle famiglie. Certe cose vanno insegnate dalle famiglie ai giovani calciatori, che devono imparare a rispettare da subito, a inizio carriera, i soldi e i tifosi".

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...