Moise Kean come nessuno lo ha mai conosciuto. Cosa c'è dietro le esultanze allegre, la musica prodotta, gli sguardi e i silenzi dell'attaccante della Juventus? A svelarlo è stato proprio lui, in una lunga intervista a Dazn Heroes, in cui il centravanti bianconero si è raccontato in tutte le sue sfaccettature. La carriera parallela nel rap, il periodo al Psg con Neymar e Mbappé, il rapporto con Allegri ma anche l'infanzia vissuta per strada, fino alla paternità che lo ha profondamente cambiato.
Kean e il rapporto con la musica
Kean è un grande appassionato di musica, tanto da aver prodotto anche una canzone, 'Outfit': "La cantiamo in tre, io e altri due miei amici che son cresciuti con me. Capo Plaza e Boro Boro mi hanno scritto, ho fatto sentire alcuni pezzi a Shiva. Mi ricordo che eravamo in trasferta, e mentre tornavamo in aereo l'ho scritta. Molti pensano che dopo il primo pezzo chissà quando uscirà il secondo, invece verrà fuori presto. Vero che c'è un pezzo fatto con McKennie e Leao, ancora non è uscito: ci stiamo lavorando, vediamo... Anche Leao scrive bene. Fare musica mi calma: ho cominciato a rappare, a fare musica, a 11 anni per strada. Nel mondo del calcio va capito che una persona può avere tanti talenti. C'è molta gente che gioca a calcio e fa rap ma non ha mai pubblicato canzoni. In estate andiamo in America, quando ci alleniamo troviamo giocatori di NFL o NBA, loro sono bravissimi. Io sempre con Weah e McKennie? Gli americani hanno un altro modo di vivere, sempre sorridenti, e questo si adatta alle mie vibes. Quando giocavo all'Everton era il periodo covid. Lì ero chiuso in casa, avevo uno studio e mi son messo a scrivere, a migliorarmi ancora di più. Anche quando ero a Parigi stavo in uno studio, e molti erano meravigliati di questa cosa. Chi ascolta la musica peggiore alla Juve? Nicolussi Caviglia! Però è molto aperto, ascolta anche Mozart o cose così".