Agnelli: "Ronaldo, senza Covid un'altra storia". E non esclude il ritorno alla Juve

L'ex presidente bianconero è stato intervistato dal Financial Times ad Amsterdam: tra i temi trattati i problemi del calcio, la Superlega, il rapporto con Ceferin. E il futuro

Andrea Agnelli è stato intervistato dal Financial Times, che ricorda come nei 12 anni in cui è stato presidente della Juventus, ha vinto nove scudetti di fila e ha raggiunto due volte la finale della Champions League fino ad arrivare all'aprile del 2021 e al progetto Superlega che è inizialmente fallito. Agnelli ha spiegato: "È un mistero il motivo per cui il club che hanno aderito non abbiano tenuto duro dopo aver firmato un contratto di 200 pagine. Non ho puntato una pistola alla testa di nessuno. Hanno tutti firmato liberamente. Si trattava di una risposta ai problemi che il calcio ha avuto e ha tuttora: instabilità finanziaria, sostenibilità finanziaria, polarizzazione".

Angelli e le alternative alla Superlega

Agnelli ha raccontato che altri avevano discusso di lanciare competizioni alternative. Un progetto, noto come "Bohr", coinvolgeva Nasser Al-Khelaifi, presidente del Paris Saint-Germain, il club francese di proprietà del Qatar: "Ricordo di essere volato a Parigi nel bel mezzo del Covid. Non c'era nessuno in giro. Parigi era deserta. Io e Nasser abbiamo parlato di un nuovo torneo, dicendo che avevamo bisogno di cambiare, perché se non avessimo cambiato saremmo morti".

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Agnelli, la Superlega e la verità sul cellulare spento

Nel novembre 2020, Agnelli è stato invece avvicinato dal presidente del Real Madrid Florentino Pérez per unirsi alla Superlega. Mesi di trattative segrete hanno portato alla scadenza critica del 19 aprile 2021. L'Uefa e l'ECA dovevano incontrarsi nella città svizzera di Montreux il giorno successivo per concordare le modifiche alla Champions League che avrebbero garantito un maggior numero di legami tra le grandi squadre. Gli avvocati hanno avvisato i club della Superlega che se avessero accettato le riforme dell'Uefa, il loro progetto sarebbe stato bloccato per molti mesi.

Agnelli ha raccontato che era disposto ad accettare entrambi i piani: la riforma della Champions League dell'Uefa, che aveva contribuito a progettare come capo dell'ECA, o sostenere i "ribelli" che volevano possedere il loro torneo a titolo definitivo: "Ho la borsa con il mio vestito Uefa in macchina. Cosa succede? Vengo bombardato di telefonate. Hanno firmato? Sta succedendo qualcosa?". Mi sono detto: "Sai che c'è? Mi rilasso, spengo il telefono e il giorno dopo vado a Montreux perché non è successo nulla oppure gestisco il lancio della Superlega. Quindi, ero in una posizione molto difficile? Si. Ma è lì che mi trovavo".

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Agnelli e Ceferin: "Il tempo è galantuomo"

A mezzanotte, 12 club si erano iscritti. Agnelli si dimise da capo dell'ECA, sostituito da Al-Khelaifi, che fu lodato per aver rifiutato la Superlega: "Perché non l'ho messa sul personale? Parlavo con Ceferin tre volte al giorno. Avevo un legame molto forte". E ora: "Dateci il tempo di lavorare. Non è che le cose accadano per magia".

A chi gli dà del bugiardo Agnelli può ora rispondere: "Sono invidiosi. Di che cosa non lo so. Del fatto che ho un obiettivo e cerco di raggiungerlo. Non scendo a compromessi". C'è modo di riparare il rapporto con Ceferin? "La mia sensazione è che il tempo sia galantuomo. E probabilmente, si spera, le cose si aggiusteranno un giorno. Se così non fosse, anche in questo caso, la mia coscienza è super pulita".

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Agnelli e il caso plusvalenze

Sul caso plusvalenze: "Resto convinto che tutto ciò che abbiamo fatto, lo abbiamo fatto secondo le regole, secondo gli standard finanziari. Sono super tranquillo. Se avete beni che potete spostare, fatelo. Se è legale, qual è il mio problema Da quando si è trasformato da gioco a business, il calcio non ha evoluto la sua governance per governare il business. È giusto dire che la maggior parte dei club perde soldi. Sì? O siamo tutti incompetenti o il sistema ha delle lacune".

La Superlega e il tweet sui muri

Agnelli ha spiegato di aver interrotto il suo lungo silenzio su X per pubblicare un testo di "Where The Streets Have No Name" degli U2, tra cui il verso "I wanna tear down the walls that hold me inside" perché la canzone rappresenta: "Uno stato mentale, uno stato di luogo" mentre su Whatsapp ha scelto la frase: "Alla fine, non ricorderemo le parole dei nostri nemici, ma il silenzio dei nostri amici". Agnelli, a tal proposito, ha spiegato: "Ci sono delle delusioni, ma è giusto così. Devo trasformarla in una delle migliori opportunità di apprendimento che abbia mai avuto".

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Agnelli e il silenzio interrotto

Nell'ultimo anno, Agnelli ha spiegato di aver cercato una "pagina bianca". Si è sposato per la seconda volta e si è trasferito ad Amsterdam con i tre figli più piccoli: "Una delle città più vivaci d'Europa". Adesso, però, ha svelato di sentire che i tempi per una continuazione della sua storia professionale sono maturi. Il riferimento è alla sentenza dello scorso dicembre della Corte di giustizia europea, che ha stabilito che Uefa e Fifa, gli organi di governo del calcio europeo e mondiale, hanno agito illegalmente quando hanno minacciato di sanzionare i club della Superlega

Agnelli, la Juve e Ronaldo

Agnelli ha toccato anche temi molto personali nell'intervista che ha concesso e ha raccontato: "Quando mio fratello è morto nel '97, sono andato nella stanza di mio padre. E lui mi disse: 'Questo significa più responsabilità per te'. Io non risposi e lui smise di parlare. È una frase che mi è sempre rimasta impressa"

Agnelli ha parlato anche della scelta di portare Ronaldo alla Juventus: "È stata una buona mossa. Datemi Ronaldo e fatemelo schierare senza una pandemia, sarebbe stata un'altra storia". Relativamente al suo futuro e a un ipotetico ritorno nel club bianconero o nelle aziende alle imprese di famiglia, Agnelli non esclude nulla. Riferisce di avere al momento "altre preoccupazioni", di essere al lavoro con la sua holding finanziaria, Lamse, e la presidenza di una fondazione dedicata alla ricerca sul cancro e una nuova impresa tecnologica sportiva che sta cercando di far decollare.

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Andrea Agnelli è stato intervistato dal Financial Times, che ricorda come nei 12 anni in cui è stato presidente della Juventus, ha vinto nove scudetti di fila e ha raggiunto due volte la finale della Champions League fino ad arrivare all'aprile del 2021 e al progetto Superlega che è inizialmente fallito. Agnelli ha spiegato: "È un mistero il motivo per cui il club che hanno aderito non abbiano tenuto duro dopo aver firmato un contratto di 200 pagine. Non ho puntato una pistola alla testa di nessuno. Hanno tutti firmato liberamente. Si trattava di una risposta ai problemi che il calcio ha avuto e ha tuttora: instabilità finanziaria, sostenibilità finanziaria, polarizzazione".

Angelli e le alternative alla Superlega

Agnelli ha raccontato che altri avevano discusso di lanciare competizioni alternative. Un progetto, noto come "Bohr", coinvolgeva Nasser Al-Khelaifi, presidente del Paris Saint-Germain, il club francese di proprietà del Qatar: "Ricordo di essere volato a Parigi nel bel mezzo del Covid. Non c'era nessuno in giro. Parigi era deserta. Io e Nasser abbiamo parlato di un nuovo torneo, dicendo che avevamo bisogno di cambiare, perché se non avessimo cambiato saremmo morti".

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