Chiesa, Spalletti e... Sinner
“Chiesa è il nostro Sinner“, aveva detto il ct, in tempi di celebrazione pop attorno alla Coppa Davis. “Ma perchè… Chiesa gioca a tennis?”, aveva risposto Allegri, con una delle non rare battute che dividono gli allenatori, nelle parole e nei fatti. Sinner è un ventiduenne già numero 3 al mondo, con traiettoria a crescere.
Chiesa un ventiseienne che non è entrato nella Top30 del Pallone d’Oro neanche quando ha vinto da protagonista Euro2021. Peraltro il paragone con Sinner continua a risultare pericoloso per Max, che di recente si è schiantato sul quasi meme “per età la Juve è Sinner, l’Inter magari Djokovic”. In quei giorni non c’erano paraocchi, tutti parlavano di tennis ed è scattato un corto circuito più deleterio del corto muso. Tornando al calcio - che è meglio - a livello internazionale Chiesa non è Sinner. Si è capito. Altrimenti non avrebbe i numeri di questa stagione: tra campionato e Coppa Italia ben 21 presenze, ma con appena 6 gol e 1 assist. Poco, per un giocatore che proprio Allegri aveva immaginato a “14-16 gol”, testuale. Anche se sarebbe stato più agevole ricordare un approssimativo “quindicina di gol”, ad oggi restano comunque poche sia le reti realizzate che gli assist regalati.
Chiesa come CR7?
Pochissimo rispetto alle previsioni e alle riflessioni imposte dal contratto in scadenza nel 2025, con richiesta d’aumento. Ma in nazionale gioca meglio, si dice: perchè Chiesa è uno da tridente, non una seconda punta. Opinioni. Da verificare. A prescindere dai preconcetti, la sensazione è che Federico segua lo stesso percorso di Cristiano Ronaldo, senza però imitarne la gigantesca traiettoria realizzativa. E in questo sembra davvero assomigliare al papà Enrico, che giocava allo stesso modo quando il calcio non era ancora affidato all’analisi dei dati. Altrimenti anche il paragone storico sarebbe preciso, oggi.
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