"Nel calcio bisogna allargare le porte"
Ma è più grande... la porta bianconera?
"Non credo, diciamo che è come quella dell’Inter e del Milan. Diciamo che non è per tutti. Io non avrei potuto giocarci, serve una mentalità che non avevo. Ora i ragazzi sono più spavaldi e affrontano le sfide con più sfrontatezza. Recentemente ho visto Luciano Castellini e gli ho detto 'Ora siamo vecchi e te lo posso dire, se fossi nato in Belgio avresti fatto 50 partite in nazionale'. E lui mi ha risposto 'Lascia stare, che io quando giocavo anche in campionato avevo paura'. È proprio un problema di personalità. Ora giocano ragazzi di 16 e 17 anni. È cambiato il mondo".
É cambiata anche la statura. Ora i portieri sono agili ma volando con un metro e 90 di altezza...
"Già, infatti io sono stato il primo a dire che bisognerebbe allargare le porte! L’ho detto e lo ribadisco. Ci sono le stesse misure di duecento anni fa quando nel Vicenza parava Luison che era alto 1,68. Oggi non sai se sono bravi, basta che si stendano. Non devono spingere sulle gambe come eravamo costretti a fare noi per coprire interamente lo specchio. É come se io avessi giocato in una porta larga sei metri. Non c’è proporzione".
E Buffon come sta senza calcio e parate?
"Sta bene, l’aspetto importante è decidere di smettere e non subire l’addio. Ricordo Taffarel, senza contratto dopo la Turchia e distrutto perché nessuno lo cercava. Arriva la chiamata dell’Empoli ed era l’uomo più felice del mondo. In realtà ad Empoli non si presentò mai dicendo che la mattina non era partita la macchina e l’aveva interpretato come un segno di Dio. Ma era felice perché aveva deciso lui di appendere i guanti".
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