Allegri, il vortice delle voci parla chiaro: la risposta Juve. Max a due facce

La crisi di risultati sta ritardando la qualificazione alla Champions League: malgrado le finestre restino chiuse, arrivano spifferi alla Continassa

Alla Continassa tutte le finestre restano chiuse eppure gli spifferi si sentono eccome. Arrivano da fuori, certo, ma si percepiscono perfettamente all’interno: vanno avanti da settimane, anzi mesi, ma si sono intensificati - gli spifferi appunto - di pari passo con i risultati sempre più claudicanti raccolti sul campo. 

Le voci sul futuro di Allegri

In più la tensione manifestata da Allegri, le difficoltà della squadra anche a livello di carisma e leadership e il silenzio della società hanno contribuito ad alimentare il vortice delle voci. Che raccontano più o meno sempre la stessa storia: Thiago Motta in prima fila in caso di cambio della guardia in casa bianconera a giugno, con Palladino staccato e altre suggestioni sullo sfondo (tipo Conte, addirittura Zidane). Ricostruzioni, scenari, retroscena più o meno fattibili e presunti: quando si parla di Juventus, succede questo ogni volta. Sì, ma alla Continassa che succede? In queste ore poco o niente, perché tanti giocatori, 13 per la precisione, sono con le rispettive Nazionali mentre gli altri si godono un paio di giorni di vacanza e torneranno ad allenarsi soltanto domani pomeriggio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Juve, la linea guida

Ma anche al rientro al lavoro, per preparare la sfida pre pasquale di Roma con la Lazio in attesa di recuperare tutti, l’idea della società è quella di sigillare le finestre ancora di più, per evitare di far entrare (e uscire) ogni tipo di spiffero, specialmente se legato al futuro, della panchina e non solo. In assenza di comunicazioni ufficiali, la linea guida del club è quella di compattarsi e non guarda più in là del finale di stagione, concentrando ogni stilla di energia sulla “mission aziendale” del posto in Champions League (fondamentale per la competitività sportiva ma altrettanto per la sostenibilità economica) e sulla conquista della Coppa Italia, traguardo ancora raggiungibile e unica via possibile per evitare un’altra stagione da “zero tituli” di mourinhana memoria.

Il ritardo sulla Champions

Il rallentamento della marcia in campionato tra febbraio e marzo ha ritardato la aritmetica (o quasi) qualificazione alla prossima Champions: il margine rimane consistente ed è sempre più concreta la possibilità che il quinto posto sia sufficiente per andare nell’Europa che conta, ma i giochi non sono ancora fatti. E in mancanza di certezze granitiche la programmazione per la prossima stagione (e anche le seguenti) slitta alla seconda meta? di maggio, a cominciare dal discorso legato all’allenatore.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Juventus, la programmazione per l'anno prossimo

Per il momento, dunque, ogni cosa resta congelata: prima di tutto, e soprattutto prima di tutti, bisogna staccare il biglietto per la Champions con la relativa gratificazione economica che ne consegue. Da sommare a quanto la Juventus incassera? dalla partecipazione al Mondiale per Club, manifestazione inedita (tra giugno e luglio del prossimo anno) che portera? la dirigenza a implementare e rinforzare l’organico a prescindere da cosa succedera? in panchina. Ma l’accesso agli 80 milioni della Champions e? fondamentale per sbloccare ogni discorso. E riaprire le finestre alla Continassa...

Max viaggia in 500. E la verve fumantina...

Massimiliano Allegri è uno degli allenatori più esperti del campionato: numeri alla mano, il dato è incontrovertibile. E al rientro dalla sosta delle Nazionali farà cifra tonda, nel match del sabato prima di Pasqua con la nuova Lazio di Tudor: saranno 500 panchine in Serie A dell’allenatore livornese tra Cagliari, Milan e Juventus. I risultati ottenuti sono pure da record, come certificato dai dati forniti da Massimo Fiandrino: 301 vittorie, 101 pareggi e 97 sconfitte e 1.004 punti conquistati in panchina in serie A.

Esperienza significa averne viste e vissute di tutti i colori, in così tanti anni di calcio. Ma anche aver sviluppato una corazza talmente spessa da essere impermeabile a pressioni e polemiche, inevitabili per chi allena in generale ai massimi livelli e in particolare: così dovrebbe essere, ma in Allegri ogni tanto prende il sopravvento la verve fumantina che si ritiene essere tipica dei toscani. E da buon livornese si concede qualche libertà linguistica e perde le staffe. A volte a favore di telecamera, altre volte lontano da occhi indiscreti, ma le notizie viaggiano veloci, specialmente quando si tratta dell’allenatore bianconero di turno.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Allegri, le volte in cui ha perso la pazienza

L’ultimo episodio è di domenica pomeriggio, fresco fresco, in diretta con lo studio di Sky Sport: "Siamo terzi in classifica. Lei sa come si fa l’allenatore? Io non so come si fa il giornalista. Io non devo andare dietro a cosa dice il pubblico. Il pubblico ci sostiene e io cerco di fare il meglio per la squadra. Io non mi permetto di dire a un giornalista come si fa il giornalista. Io le domando, come si fa il giornalista. Solo 7 punti nelle ultime 8? Allora come mai nelle prime abbiamo fatto 46 punti? Mi faccia una domanda più intelligente... Volete capire? Ma voi non dovete capire, dovete fare solo delle domande, che è diverso. Tanto cosa capite? La squadra la alleno io, non è che capite voi".

In collegamento con lo studio di Sky Sport aveva già avuto un match dialettico con Lele Adani, ex difensore e ora opinionista calcistico, diventato in breve tempo virale. E gira ancora su social e youtube il battibecco su Mediaset con Arrigo Sacchi, un venerando della panchina al quale Max non aveva comunque concesso sconti. L’anno scorso a fine aprile c’era stato il famoso episodio con l’Inter, con insulti pesanti che sarebbero stati proferiti dall’allenatore bianconero, senza dimenticare qualche acceso diverbio con gli arbitri e pure con i tifosi della Juve. Insomma, non sempre l’esperienza è sinonimo di nervi saldi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Alla Continassa tutte le finestre restano chiuse eppure gli spifferi si sentono eccome. Arrivano da fuori, certo, ma si percepiscono perfettamente all’interno: vanno avanti da settimane, anzi mesi, ma si sono intensificati - gli spifferi appunto - di pari passo con i risultati sempre più claudicanti raccolti sul campo. 

Le voci sul futuro di Allegri

In più la tensione manifestata da Allegri, le difficoltà della squadra anche a livello di carisma e leadership e il silenzio della società hanno contribuito ad alimentare il vortice delle voci. Che raccontano più o meno sempre la stessa storia: Thiago Motta in prima fila in caso di cambio della guardia in casa bianconera a giugno, con Palladino staccato e altre suggestioni sullo sfondo (tipo Conte, addirittura Zidane). Ricostruzioni, scenari, retroscena più o meno fattibili e presunti: quando si parla di Juventus, succede questo ogni volta. Sì, ma alla Continassa che succede? In queste ore poco o niente, perché tanti giocatori, 13 per la precisione, sono con le rispettive Nazionali mentre gli altri si godono un paio di giorni di vacanza e torneranno ad allenarsi soltanto domani pomeriggio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...
1
Allegri, il vortice delle voci parla chiaro: la risposta Juve. Max a due facce
2
Juve, la linea guida
3
Juventus, la programmazione per l'anno prossimo
4
Allegri, le volte in cui ha perso la pazienza