Allenatore Juve, sorpasso netto. E il futuro Fiorentina è "quasi" bianconero...

Massimiliano Allegri da una parte e Vincenzo Italiano dall’altra approcceranno la partita dello Stadium con poche certezze riguardo il proprio destino
TORINO - Lo stato di salute della Juventus e della Fiorentina, l’una di fronte all’altra questa sera a Torino, è certificato dal cammino in campionato negli ultimi due mesi. E non risulta molto incoraggiante. I bianconeri hanno raccolto sette punti nelle ultime nove gare, lasso di tempo in cui i viola ne hanno raggranellati nove: tenendo conto della sola classifica da fine gennaio a oggi, per intendersi, le due squadre navigherebbero nelle poco chete acque della bagarre salvezza. L’incrocio dello Stadium, però, è destinato ad assumere un valore differente per le due contendenti.

Juve, vietato sbagliare

Danilo e compagni, reduci dall’affermazione infrasettimanale sulla Lazio, non possono permettersi un altro passo falso nell’inseguimento a un posto nella prossima Champions League, traguardo che pareva scontato fino a febbraio e ora invece pericolante. I toscani ambiscono allo stesso modo all’Europa, palcoscenico però più facilmente alla portata attraverso percorsi… alternativi al campionato.
Come la Coppa Italia, a maggior ragione dopo aver vinto la semifinale d’andata contro l’Atalanta. Come la Conference League, dove l’imminente sfida al Viktoria Plzen garantirà un posto in semifinale. Strade per provare a saziare la fame di calcio internazionale della squadra e, insieme, per provare a regalare un trofeo alla gestione Commisso e alla memoria di Barone.

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Il futuro di Allegri e Italiano si decide a Torino?

Lo scenario, alla vigilia dello snodo di questa sera, si ripete in qualche modo anche guardando alle panchine. Massimiliano Allegri da una parte e Vincenzo Italiano dall’altra, infatti, approcceranno la partita dello Stadium con poche certezze riguardo il proprio futuro sulle panchine su cui entrambi siedono dal 2021. Ma, pure in questo caso, le analogie si fermano a un passo dal fischio d’inizio. Già, perché il tecnico bianconero vanta ancora un anno di contratto (e ben remunerato…) con la Juventus, in attesa di un confronto con il club per diradare la nebbia sul domani.
Mentre l’allenatore viola andrà in scadenza, tanto che il suo destino pare ormai prossimo a quella Napoli in cui, a fine stagione, si insedierà anche il ds Giovanni Manna, tanto per aumentare gli incroci odierni. I due mister, insomma, sono pronti a sfidarsi questa sera con un pezzetto di futuro in ballo. E con tanti occhi puntati su di loro. 
Le dichiarazioni di facciata – inevitabilmente, in questa fase della stagione – raccontano di una Juventus che pensa solo ad Allegri, di un Allegri che pensa solo al traguardo Champions e di un Thiago Motta che pensa solo al Bologna. In realtà – inevitabilmente, anche in questo caso –, Giuntoli non può farsi trovare impreparato di fronte a un eventuale addio anticipato con l’attuale tecnico.

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Thiago Motta, Palladino e Gilardino

E così si guarda intorno, rimirando nell’italo-brasiliano le qualità più luccicanti tra gli allenatori emergenti in Serie A: innegabile sia lui il profilo prediletto, in caso di casella dell’allenatore libera a giugno. Nelle preferenze bianconere, infatti, l’attuale guida tecnica del Bologna “dei miracoli” ha sopravanzato in maniera netta un altro nome vagliato nelle scorse settimane, ovvero quello dell’emergente Raffaele Palladino.
L’allenatore del Monza è a sua volta prossimo a salutare la Brianza e, scherzo del destino, è entrato di prepotenza nelle mire proprio della Fiorentina. Che, messo in conto di salutare Italiano a fine stagione, sta ora stilando pro e contro dei due mister che meglio si sovrappongono all’identikit stilato dal club: Palladino, appunto, e Alberto Gilardino. Un uomo che, quando ancora bambino, aveva la Juventus nel cuore. Un ex giocatore che, al centro dell’attacco, aveva sfiorato più d’una volta la sua squadra preferita. Un allenatore che, tra Primavera e Next Gen, era stato vicino a un’occasione a Torino. Ma, almeno questa, è tutta un’altra storia. 

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TORINO - Lo stato di salute della Juventus e della Fiorentina, l’una di fronte all’altra questa sera a Torino, è certificato dal cammino in campionato negli ultimi due mesi. E non risulta molto incoraggiante. I bianconeri hanno raccolto sette punti nelle ultime nove gare, lasso di tempo in cui i viola ne hanno raggranellati nove: tenendo conto della sola classifica da fine gennaio a oggi, per intendersi, le due squadre navigherebbero nelle poco chete acque della bagarre salvezza. L’incrocio dello Stadium, però, è destinato ad assumere un valore differente per le due contendenti.

Juve, vietato sbagliare

Danilo e compagni, reduci dall’affermazione infrasettimanale sulla Lazio, non possono permettersi un altro passo falso nell’inseguimento a un posto nella prossima Champions League, traguardo che pareva scontato fino a febbraio e ora invece pericolante. I toscani ambiscono allo stesso modo all’Europa, palcoscenico però più facilmente alla portata attraverso percorsi… alternativi al campionato.
Come la Coppa Italia, a maggior ragione dopo aver vinto la semifinale d’andata contro l’Atalanta. Come la Conference League, dove l’imminente sfida al Viktoria Plzen garantirà un posto in semifinale. Strade per provare a saziare la fame di calcio internazionale della squadra e, insieme, per provare a regalare un trofeo alla gestione Commisso e alla memoria di Barone.

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