Un calcio senza Var
Buongiorno è un suo concorrente. Vi conoscete?
«Sì, ci siamo conosciuti in Nazionale. Ma già lo conoscevo dai tempi delle giovanili nel Toro, lui aveva un anno in meno e lo avevo quindi già incrociato in passato».
Siete i due torinesi puri. Ha un sapore diverso per voi il derby?
«Ha un sapore maggiore. Derby che mi ricordo di quando ero giovane? Quello del fallo di Glik su Giaccherini e quello del gol di Pirlo all’ultimo minuto. A quei tempi non potevo immaginare che un giorno sarei riuscito a giocarlo il derby».
Ci sono illustri suoi ex colleghi, come Gigi Buffon, che alla luce del fatto che i giocatori sono sempre più alti dicono che bisognerebbe allargare le porte. Lei cosa ne pensa?
«Non mi compete, ma io dico che mi va bene così. Stiamo rivoluzionando troppo il calcio per i miei gusti, a me piace quello di altri tempi. Quello senza Var, ora non mi pare tutto finto ma si sta esagerando. La tecnologia esasperata toglie le emozioni per abbassare il numero degli errori ma in realtà si sbaglia lo stesso perché ci sono comunque scelte difficili da prendere. Davanti a un monitor vedi una realtà che è oggettiva ma non sempre corrisponde a quella del campo. Con le azioni al rallentatore non capisci l’entità dei contatti. Lo dico anche per esperienza personale. Se fermi l’immagine magari vedi un tocco o un contatto ma non puoi comprenderne la portata e la forza. Il braccetto un po’ alzato, un po’ basso, un difensore ora non puo’ più fare niente che è rigore. A volte fanno un cinema per far prendere un giallo o un rosso all’avversario. In area non possiamo più intervenire, ci dobbiamo togliere per evitare di subire un rigore».
Musica e hobby?
«Ascolto di tutto. Mi piace tanto viaggiare. Vorrei scoprire luoghi in cui non sono mai stato, i posti con culture diverse. Amo la natura e soprattutto il mare».