Vlahovic, tensione alta e nervi Juve: il gioco di Allegri e i suoi ragionamenti

Il nervosismo serbo al cambio dopo una prova scialba e senza gol si spiegano col momento-verità che sta per arrivare: e non solo per lui

Dusan Vlahovic non ha infranto il tabù del gol contro il Milan da quando gioca con la Juventus e resta fermo al dato, inoppugnabile, di aver segnato solo una volta contro una “grande” (l’Inter nella molliccia gara di andata). Però, ovviamente, si è arrabbiato con gli altri (a cominciare ovviamente da Massimiliano Allegri) quando lo han tolto dal campo per inserire Milik e qui circa il rispetto per i compagni che entrano al proprio posto si rimanda a tempi migliori, ma certi comportamenti raccontano molto più dei post sui social riguardo la reale natura delle persone. 

Vlahovic e le colpe non sue

Il centravanti serbo ha tirato una manata alla bandierina del calcio d’angolo e calciato via una bottiglietta. Si è diretto nel tunnel con una borsa di ghiaccio sul ginocchio destro che comunque non gli avrebbe impedito di andare in panchina con i compagni invece di dirigersi subito verso gli spogliatoio. È ormai evidente oltre ogni ragionevole dubbio che a Vlahovic pesi come un macigno il ruolo di salvatore della Juve, di uomo della provvidenza a cui sono affidati i destini della squadra che ha più tifosi in Italia (e tra in giro per il mondo) con la conseguenza che ogni errore è vivisezionato come mai gli era capitato prima. Ovviamente non è colpa sua se i dirigenti del passato lo hanno pagato, dopo un campionato e mezzo di Serie A nella Fiorentina, poco meno di quanto il Bayern Monaco ha pagato Harry Kane (capocannoniere storico della Nazionale inglese e giocatore enormemente più performante e maturo) riconoscendogli un ingaggio quasi simile che il prossimo anno si assesterà a 12 milioni netti. Un delirio totale di cui, appunto, Dusan non ha alcuna colpa ma che evidentemente contribuisce a innescare enormi aspettative su di lui.

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Le tensioni con Allegri

Ah, sì: poi c’è il tema che riguarda il gioco di Allegri che non lo mette (o metterebbe?) nelle migliori condizioni per esprimere tutte le sue straordinarie potenzialità. In questo caso, ovviamente, gli appassionati di statistiche non citano mai quella che certifica come il centravanti della Juventus sia il secondo giocatore di Serie A (dietro a Kvaratskhelia del Napoli) ad aver calciato verso la porta avversaria per ben 104 volte. Ecco, vien da pensare che magari Dusan (lo ripetiamo: attaccante dalle notevoli potenzialità fisiche, però zavorrate da approssimazioni tecniche e soprattutto da ansie da prestazione) dovrebbe migliorare nelle sue performance senza farsi travolgere dal peso di ciò che gli sta attorno.

Allegri su Vlahovic

Allegri ha spiegato così la sostituzione che ha fatto arrabbiare Dusan: «Una sostituzione normale, avevamo Milik e Kean in panchina, ho scelto di mettere Milik. Dusan comunque ha fatto bene fino a quel momento, poi veniva da tante partite, altrimenti partiremo con i primi 11 e finiremo con i primi 11 undici, non è che quando uno viene sostituito è una bocciatura. In quel momento avevo bisogno di gente più fresca davanti, il Milan stava arretrando il baricentro e quindi ho messo dentro Milik, Chiesa, McKennie che nelle palle inattive o sui cross poteva andare a chiudere». Filosofia, perché sarebbe bastato che il palo di Danilo fosse entrato, o che il salvataggio sulla linea, o che il colpo di testa di Milik... O che la punizione di Vlahovic parata da Sportiello: ecco, una sola conclusione su calcio da fermo nell’ora in cui è stato in campo. Ma chissà, magari la rabbia lo aiuterà a mentalizzarsi per segnare i gol che serviranno a qualificarsi per sta benedetta Champions, poi tutto sarà (forse) più semplice.

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Dusan Vlahovic non ha infranto il tabù del gol contro il Milan da quando gioca con la Juventus e resta fermo al dato, inoppugnabile, di aver segnato solo una volta contro una “grande” (l’Inter nella molliccia gara di andata). Però, ovviamente, si è arrabbiato con gli altri (a cominciare ovviamente da Massimiliano Allegri) quando lo han tolto dal campo per inserire Milik e qui circa il rispetto per i compagni che entrano al proprio posto si rimanda a tempi migliori, ma certi comportamenti raccontano molto più dei post sui social riguardo la reale natura delle persone. 

Vlahovic e le colpe non sue

Il centravanti serbo ha tirato una manata alla bandierina del calcio d’angolo e calciato via una bottiglietta. Si è diretto nel tunnel con una borsa di ghiaccio sul ginocchio destro che comunque non gli avrebbe impedito di andare in panchina con i compagni invece di dirigersi subito verso gli spogliatoio. È ormai evidente oltre ogni ragionevole dubbio che a Vlahovic pesi come un macigno il ruolo di salvatore della Juve, di uomo della provvidenza a cui sono affidati i destini della squadra che ha più tifosi in Italia (e tra in giro per il mondo) con la conseguenza che ogni errore è vivisezionato come mai gli era capitato prima. Ovviamente non è colpa sua se i dirigenti del passato lo hanno pagato, dopo un campionato e mezzo di Serie A nella Fiorentina, poco meno di quanto il Bayern Monaco ha pagato Harry Kane (capocannoniere storico della Nazionale inglese e giocatore enormemente più performante e maturo) riconoscendogli un ingaggio quasi simile che il prossimo anno si assesterà a 12 milioni netti. Un delirio totale di cui, appunto, Dusan non ha alcuna colpa ma che evidentemente contribuisce a innescare enormi aspettative su di lui.

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