L’ultima volta che Federico Chiesa ha affrontato la Roma da titolare all’Olimpico era il 9 gennaio 2022: il tempo di servire a Paulo Dybala il pallone del momentaneo 1-1 (la Juve alla fine vinse 4-3), poi il contrasto con Smalling e la rottura del crociato del ginocchio sinistro, che lo ha tormentato per oltre un anno tra convalescenza e ritorno alla piena efficienza. Lasciando alcuni strascichi anche in questa stagione, tra fastidi e fisiologica prudenza nel gestirli. Domenica quasi certamente Chiesa tornerà a schierarsi sul prato dell’Olimpico al fischio d’inizio e con la Roma davanti.
Aveva già riaffrontato i giallorossi nella capitale, l’anno scorso, ma subentrando a Fagioli a mezzora dalla fine. Più o meno lo stesso momento in cui è entrato sabato contro il Milan, rilevando Kostic e dando ulteriore scossa a una Juve già in crescendo, che da quel momento ha messo in seria difficoltà i rossoneri, senza però segnare. Scossa con cui l’attaccante è tornato a mostrare il suo volto migliore, cosa che non faceva dall’andata della semifinale di Coppa Italia con la Lazio, quando aveva sbloccato il risultato rifinito da Vlahovic. Poi quattro partite, tra campionato e ritorno di coppa, mai oltre la sufficienza in pagella, fino appunto alla mezzora col Milan. Mezzora che però, come la prova contro la Lazio allo Stadium in Coppa, ha rappresentato un’eccezione in una stagione partita alla grande, con quattro gol nelle prime cinque giornate, e però poi afflosciatasi molto prima che si afflosciasse la Juve tutta, prima per i già citati acciacchi che hanno tormentato Chiesa da ottobre a febbraio, poi perché neanche lui si è più acceso nel buio calato sulla squadra bianconera, nel quale è sembrato spesso perdere di vista i compagni ed essere perso di vista da loro, impastoiato in perenni duelli.