Il principale problema di Teun Koopmeiners, in questo momento, è che non è il vero Teun Koopmeiners. Per dire, nello scorso campionato a fronte di 6,5 xgol aveva segnato 12 gol, grazie a una straordinaria efficacia al tiro, mentre in questo è ancora a zero nonostante i 2 xgol (quelli che statisticamente avrebbe dovuto realizzare in base a numero e tipo di tiri fatti). Ed è anche fisiologico che non lo sia, il vero Koopmeiners: tra l’infortunio estivo, il mese di preparazione saltato per la burrascosa separazione dall’Atalanta e la frattura della costola ad ottobre. È anche per fargli trovare la forma migliore, oltre che perché lo ritiene comunque prezioso, che Motta non rinuncia mai a lui. Un cammino in cui il tecnico dovrebbe però riuscire a trovare il modo di dare a Koopmeiners una spinta, un po’ come Lippi nel 2001-02 con Nedved.
Koop come Nedved
La Furia Ceca uscì dalle difficoltà dei primi mesi bianconeri quando Lippi lo sposto da sinistra al centro da trequartista. Sbloccatosi, nelle stagioni successive Nedved tornò a sinistra rimanendo straripante. Proprio da trequartista Koopmeiners ha segnato tutti i 12 gol nello scorso campionato e da trequartista gioca anche quest’anno. Con una differenza, però: nell’Atalanta giocava alle spalle di due punte nel 3-4-1-2 o con un altro trequartista accanto nel 3-4-2-1. Nella Juve è da solo alle spalle di una punta. È vero che spesso il 4-2-3-1 bianconero diventa un 4-1-4-1, ma a Koopmeiners si affianca un mediano che sale, di solito Thuram, non un vero trequartista o una seconda punta come quelle con cui l’olandese era abituato a dialogare nell’Atalanta. Oggi Motta non ha né uomini né tempo per cambiare l’assetto della Juve, ma magari aumentare i tagli verso il centro di Yildiz potrebbe dare a Koopmeiners quell’ulteriore riferimento offensivo e molto tecnico che era abituato ad avere e che potrebbe aiutarlo. E forse aiutare anche lo stesso Yildiz e pure Vlahovic, quando rientrerà.