McKennie risponde sempre presente
Insomma, dove lo metti McKennie risponde sempre presente. Il classico usato sicuro che fa la gioia degli allenatori, che l’hanno a disposizione. Non a caso sia per Pirlo sia per Allegri il numero 16 bianconero era diventato un titolare fisso. La stessa cosa sta accadendo ora con Motta, definito “un professore” dal centrocampista statunitense. Un attestato di stima che certifica come il feeling tra i due sia cresciuto in maniera evidente negli ultimi mesi. Tanto che la decisione del club (avallata all’epoca da Thiago…) di metterlo sul mercato sembra un lontano ricordo.
McKennie e il rinnovo
Così come i numerosi no di McKennie, che in estate aveva declinato le avance di Aston Villa (il suo no stava rischiando di far saltare l’operazione Douglas Luiz, ndr), Fiorentina, Galatasaray, Inter Miami e di due club arabi. Nella sua testa c’era solo la Vecchia Signora, con la quale ad agosto è stato trovato l’accordo per un rinnovo-ponte fino al 2026. La base da cui ripartire, anche se adesso c’è voglia di prolungare in maniera più significativa. Wes a Torino sta benissimo e ha messo radici; mentre per la Juve resta uno degli elementi più utili e affidabili. Non a caso sono già partiti i contatti per rinnovare fino al 2028 con opzione per il 2029. Avanti insieme. Perché un McKennie così può far comodo ancora a lungo. Per la gioia anche di John Elkann che l’aveva riempito di complimenti dopo il successo sul Manchester City.
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