Ottolini-Juve, non un ds d'assalto ma un valorizzatore: colpi e carriera del prescelto di Comolli

Già in bianconero dal 2018 al 2022, dove ha ricoperto ruoli differenti, il suo contratto con il Genoa scade a giugno: perché è l'uomo giusto

TORINO - Una maratona lunga ed estenuante, costellata da una serie di ostacoli - a cominciare dal tempo - che hanno influito (e non poco) nella definizione dell’ultimo mercato bianconero. Bene, all’alba del quinto mese dall’insediamento di Damien Comolli, l’organigramma della Juve è ormai a un passo dalla sua versione ideale e definitiva. Mancava giusto l’ultima casella del puzzle (quella del Direttore sportivo) per far sì che la recente rivoluzione societaria potesse dirsi finalmente completata. Dopo ore e ore di riunioni, conference call e riflessioni, il nome cerchiato in rosso dal dg della Juventus è quello di Marco Ottolini. L’attuale direttore sportivo del Genoa ha sbaragliato la concorrenza dei vari Braz (finito in Arabia all’Al Ahli) e Diego Lopez, issandosi in cima alla lista di Comolli che, fin da subito, ha visto in lui il profilo ideale per ultimare il neo triumvirato bianconero (in cui rientra, ovviamente anche il dt François Modesto).

Il futuro di Ottolini al Genoa

Nulla di deciso o definitivo, per il momento, ma nelle ultime ore la Juve - sfruttando la quiete della sosta per le nazionali - ha intensificato i contatti con il ds rossoblù, nella speranza di creare i presupposti per una chiusura che, salvo frenate dell’ultimo minuto, potrebbe arrivare nel prossimo mese. E cioè a margine di due appuntamenti significativi per i club in questione: le rispettive riunioni del Cda, in programma tra l’ultima di ottobre (nel caso del Genoa) e la prima di novembre. Tra i temi che saranno posti al vaglio delle assemblee, ci sarà inevitabilmente anche il futuro Ottolini, dal momento che il suo contratto con i rossoblù scadrà il prossimo giugno. Anche se va detto che negli ultimi mesi non si sono registrati incontri tra le parti per il prolungamento: guarda caso, le prime voci sull’eventuale rinnovo sono iniziate a circolare proprio ieri, quando il nome del ds rossoblù è stato accostato nuovamente alla Juventus.

L'identikit perfetto

Il gioco delle parti... O meglio: nulla che possa complicare l’inserimento dei bianconeri, specie in virtù dei rapporti eccellenti tra le due società. Ottolini rispecchia l’identikit perfetto per Comolli: non un ds d’assalto, ma un valorizzatore di talenti. Un profilo che possa sposare al meglio la nuova linea operativa del dg bianconero (che a breve dovrebbe prendere il posto di Scanavino nel ruolo di ad), improntata a un mercato a impatto zero, e cioè finanziato dalle uscite. Basti pensare alle tante plusvalenze registrate nei suoi anni a Genova: da Retegui a Gudmundsson, passando per De Winter, Martinez e Dragusin. Profili valorizzati e poi sostituiti senza mai intaccare la competitività del club che - dal suo insediamento - è tornato a competere regolarmente in Serie A.

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© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Juventus

Il passato in bianconero

Ottolini, tra le altre cose, è riuscito a operare con efficienza anche al netto del recente passaggio di proprietà, facendosi apprezzare da entrambe le dirigenze rossoblù. Ma soprattutto, conosce bene l’ambiente bianconero. Per Ottolini, infatti, sarebbe un ritorno alla Juventus, dopo le esperienze tra il 2018 e il 2022 come osservatore nell’area internazionale - prima - e da responsabile del progetto “Club 15” - poi -, che prevedeva una collaborazione con varie società come Mirandes, WSG Swarowski Tirol, Alaves, Utrecht, San Gallo, AEK Atene, Vitesse, Aberdeen e Cicinnati FC. Da lì il passaggio al Genoa, con tanto di promozione diretta in Serie A. Insomma, un profilo “alla Comolli”, per mentalità, approccio e visione operativa.

La rivoluzione silenziosa del board Juve

Ma con un ulteriore valore aggiunto: una conoscenza diretta e profonda della Juventus, dei suoi meccanismi interni, del suo ambiente e delle sue ambizioni (Ottolini nei suoi anni in bianconero ha avuto modo di contribuire allo sviluppo del progetto della Next Gen). Non un nome calato dall’alto, dunque, né un volto estraneo da integrare in un contesto nuovo. Piuttosto, un ritorno ragionato, ponderato, costruito nel tempo. A Torino Ottolini si ritroverebbe di fronte alla sfida più grande della sua carriera, conscio, però, di potervi prendere parte con strumenti più affilati, una visione più ampia e una consapevolezza diversa. Viceversa, per la Juventus puntare sul ds rossoblù significherebbe chiudere il cerchio di una rivoluzione silenziosa ma profonda: quella che ha preso il via con l’arrivo di Comolli e Modesto, e che ora si appresta a ridefinire in maniera strutturale il cuore decisionale del club.

Vieira e Retegui i due capolavori

Ai tempi della Juve ricopriva un ruolo diverso. Un incarico molto lontano dalle tipiche mansioni che spettano al ds. Marco Ottolini è stato giudicato positivamente soprattutto per il suo operato al Genoa. Per come ha saputo convincere gruppi dirigenti diversi. Ha lavorato con due proprietà: succede a pochissimi professionisti. Era infatti stato scelto, dopo gli anni trascorsi a Torino a curare l’area dei giocatori in prestito, da 777 Partners, il fondo americano che ha rilevato il club dopo il lungo regno di Enrico Preziosi. Un anno fa, però, è cambiato tutto. Il Genoa è passato nelle mani di Dan Sucu. Nuovo proprietario, nuovo assetto. Cambia tutto, tranne Ottolini, che resta saldamente al timone della direzione sportiva. Sotto la Lanterna non è passata inosservata la sua capacità di autofinanziare il mercato. Ha voluto lui la promozione di Alberto Gilardino al posto di Alexander Blessin, in Serie B. E l’anno scorso, quando il ds rossoblù si è reso conto che il tempo di Gilardino era terminato, è andato controcorrente. Optando, a sorpresa, per il rilancio di Patrick Vieira. Segnalato anche dalla proprietà, sì, ma poi scelto in prima persona da Ottolini. Tra i due c’è un ottimo rapporto, che spiega anche il motivo che ha spinto il francese a restare in estate: si erano affacciate alla finestra tante big per lui, che però ha voluto dare un seguito al progetto. Ma soprattutto alla parola data a Ottolini. Stratega, in un certo senso. Non è uomo figlio dello scouting, ma un abilissimo mediatore. Un uomo gentile, che tesse rapporti con estrema naturalezza.

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Il ds senza portafoglio

Naviga anche nei mari più tempestosi, senza scomporsi. Sa soprattutto vendere molto bene. Gli esempi parlano per lui: a gennaio 2024 cede Radu Dragusin al Tottenham per circa 30 milioni di euro. Il Genoa, anche per merito di Gilardino, non perde la rotta, anzi chiude la stagione con una salvezza conquistata in carrozza. Pochi mesi dopo Ottolini piazza Albert Gudmundsson alla Fiorentina: prestito oneroso da 8 milioni. I viola, pochi mesi fa, l’hanno riscattato a 13. Forse con un filo di pentimento. Intanto, il Genoa ha incassato circa 21 milioni per l’islandese. Per non parlare di Mateo Retegui: prelevato a 14.5 milioni nell’estate 2023 e rivenduto un anno più tardi all’Atalanta a 25 milioni. Recentemente Ottolini ha venduto pure Honest Ahanor, sempre alla Dea: 20 milioni tra parte fissa e bonus. A luglio 2024 ha salutato anche Martinez all’Inter: altri 15 milioni al Grifone. Tante operazioni floride per le casse del Genoa. Tutte utili per farsi apprezzare. Ottolini a Genova si è puntualmente autofinanziato il mercato, capacità che lo aiuterà nello sprint finale con la Juve. Alla Continassa lo ricordano per come ha saputo valorizzare alcune operazioni. Il suo lavoro ha permesso ai bianconeri di incassare, per esempio, circa 8 milioni per le cessioni di Vrioni al New England e di Brunori al Palermo. Pure quella di Mavididi generò una lauta plusvalenza: 4 milioni per il passaggio al Montpellier. Firmati Ottolini. 

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TORINO - Una maratona lunga ed estenuante, costellata da una serie di ostacoli - a cominciare dal tempo - che hanno influito (e non poco) nella definizione dell’ultimo mercato bianconero. Bene, all’alba del quinto mese dall’insediamento di Damien Comolli, l’organigramma della Juve è ormai a un passo dalla sua versione ideale e definitiva. Mancava giusto l’ultima casella del puzzle (quella del Direttore sportivo) per far sì che la recente rivoluzione societaria potesse dirsi finalmente completata. Dopo ore e ore di riunioni, conference call e riflessioni, il nome cerchiato in rosso dal dg della Juventus è quello di Marco Ottolini. L’attuale direttore sportivo del Genoa ha sbaragliato la concorrenza dei vari Braz (finito in Arabia all’Al Ahli) e Diego Lopez, issandosi in cima alla lista di Comolli che, fin da subito, ha visto in lui il profilo ideale per ultimare il neo triumvirato bianconero (in cui rientra, ovviamente anche il dt François Modesto).

Il futuro di Ottolini al Genoa

Nulla di deciso o definitivo, per il momento, ma nelle ultime ore la Juve - sfruttando la quiete della sosta per le nazionali - ha intensificato i contatti con il ds rossoblù, nella speranza di creare i presupposti per una chiusura che, salvo frenate dell’ultimo minuto, potrebbe arrivare nel prossimo mese. E cioè a margine di due appuntamenti significativi per i club in questione: le rispettive riunioni del Cda, in programma tra l’ultima di ottobre (nel caso del Genoa) e la prima di novembre. Tra i temi che saranno posti al vaglio delle assemblee, ci sarà inevitabilmente anche il futuro Ottolini, dal momento che il suo contratto con i rossoblù scadrà il prossimo giugno. Anche se va detto che negli ultimi mesi non si sono registrati incontri tra le parti per il prolungamento: guarda caso, le prime voci sull’eventuale rinnovo sono iniziate a circolare proprio ieri, quando il nome del ds rossoblù è stato accostato nuovamente alla Juventus.

L'identikit perfetto

Il gioco delle parti... O meglio: nulla che possa complicare l’inserimento dei bianconeri, specie in virtù dei rapporti eccellenti tra le due società. Ottolini rispecchia l’identikit perfetto per Comolli: non un ds d’assalto, ma un valorizzatore di talenti. Un profilo che possa sposare al meglio la nuova linea operativa del dg bianconero (che a breve dovrebbe prendere il posto di Scanavino nel ruolo di ad), improntata a un mercato a impatto zero, e cioè finanziato dalle uscite. Basti pensare alle tante plusvalenze registrate nei suoi anni a Genova: da Retegui a Gudmundsson, passando per De Winter, Martinez e Dragusin. Profili valorizzati e poi sostituiti senza mai intaccare la competitività del club che - dal suo insediamento - è tornato a competere regolarmente in Serie A.

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