Buffon dentro la Juve: "Spalletti, mi dispiace solo una cosa. Tudor niente empatia e convinzione"

La Nazionale proprio con Luciano, "gente che ha preso 5 sveglie in finale di Champions" e la situazione bianconera: parla la leggenda

"Mi piacerebbe diventare responsabile della parte sportiva di una società". Così Gianluigi Buffon, attuale capo delegazione dell'Italia, in merito al suo futuro nel mondo del calcio. Ospite del podcast Viva el Futbol con Lele Adani, Nicola Ventola e Antonio Cassano, l'ex portiere ha ammesso che non chiuderebbe le porte a eventuali proposte al di fuori della Nazionale italiana e della Juventus: "Non precludo niente perché se voglio fare il professionista non posso fare preclusioni, a meno che non sia una scelta che vada in contrasto totale con quelli che sono i miei valori e il mio passato. Se vuoi essere professionista e lavorare è giusto che tu prenda in considerazione qualsiasi impegno", ha spiegato.

Ripartire dopo l'ultimo Europeo

Dopo il deludente Europeo del 2024, con l'Italia eliminata dalla Svizzera agli ottavi, Buffon ha scelto di rimanere: "C'erano dei dubbi che nutrivo come normale che sia dopo una delusione. La forza della squadra innanzitutto mi ha convinto: abbiamo ragazzi di grande valore. Poi in un momento di grande confusione abbiamo avuto la forza di dimostrare che abbiamo una indipendenza per fare delle scelte che all'inizio possono andare in controcorrente o che possono essere viste in maniera storta. Questo è il modo migliore per fare calcio, poi non è detto che uno faccia le scelte migliori, ma magari le più giuste", ha detto in merito alle motivazioni che lo hanno spinto a non lasciare. Sul suo ruolo: "Non sono il classico capo delegazione come Riva o Vialli, ho qualche mansione di campo in più: in 30 anni mi sono portato dietro qualcosa di utile per una società o una Nazionale di un certo livello".

© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Juventus

La scelta di Gattuso

Buffon ha raccontato alcuni retroscena che hanno portato all'approdo di Gennaro Gattuso sulla panchina azzurra: "Una scelta spontanea, istintiva. Ranieri, quando sembrava dovesse venire, ha fatto valutazioni secondo me anche giuste sulla sua vita, sul suo passato, presente e futuro e non se l'è sentita di aderire al progetto. Allora c'erano 4-5 nomi. In certi momenti al di là del nome e del curriculum, se uno ha una certa sensibilità e capisce il gruppo con il quale lavora, allora sa che ci sono allenatori non migliori o peggiori, ma più funzionali ad una certa squadra. Al Presidente è piaciuta subito questa idea e sono convinto che sia stata la scelta più giusta, ma non significa aver risolto tutti i problemi". Sulla gara con la Norvegia: "Potrà valere poco per la classifica ma vale tanto per avere autorità nell'andare a prenderci quello che vogliamo a marzo".

Spalletti e l'addio dalla Nazionale

Buffon si è espresso così sull'addio di Luciano Spalletti dalla Nazionale: "L'unica cosa che non ha funzionato e nella quale la squadra non si è espressa bene secondo me è stata all'Europeo, fin lì c'erano state risposte buone, anche nella sfida con l'Ucraina. Qualcosina all'Europeo da rivedere probabilmente c'era, ma lui questo lo riconosce. Poi si è ripartiti con uno spirito nuovo e secondo me Spalletti ha fatto un anno giustissimo, da tutti i punti di vista. Secondo me l'epilogo è stato frutto esclusivamente di una sfortuna nel calendario. La prima partita è stata come una finale, che vale tutto, contro una delle squadre più in forma d'Europa. Con 5 giocatori che arrivavano da 5 'sveglie' della finale di CSpallhampions di tre giorni prima, poi con 2-3 assenti. La perdi in modo rovinoso, ma avevi veramente poche armi. Essendo così delicata ed avendola persa in quel modo, penso che abbia giocato un ruolo importante". Alti e bassi quindi: bene le qualificazioni all'Europeo e la Nations League, male l'Europeo e l'esordio nelle qualificazioni al Mondiale, che ha compromesso il primo posto nel girone.

© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Juventus

La situazione in casa Juve

Proprio Spalletti ha preso il posto di Igor Tudor sulla panchina della Juventus. Secondo Buffon, la Vecchia Signora "era partita bene, non si sa quanto convinta del progetto. La scelta dell'esonero fatta qualche giorno fa ed il momento in cui è stata fatta, fanno pensare che non ci fosse tutta questa convinzione inizialmente". Come se la caverà Spalletti? "Sei andato a mettere la toppa migliore che ci fosse: la scelta di Luciano può garantire al popolo juventino una serie di risultati che tifosi e società stanno attendendo. Mi dispiace solo per una cosa: uno come lui mi sarebbe piaciuto vederlo dall'inizio della stagione, con la preparazione, la scelta di alcuni giocatori. A quel punto la Juve poteva essere competitiva fino alla fine, poi non so se vincendo o meno", ha detto l'ex portiere bianconero.

L'esonero di Tudor

Buffon ipotizza che l'esonero di Tudor sia avvenuto per "qualche problema di empatia con la dirigenza. Leggendo i giornali sembra sia venuto fuori quello. La verità poi la sa solo chi è dentro. Parlo dell'empatia con i dirigenti. Vedendo le ultime 2-3 interviste che ha fatto... penso a quella dopo il Como. Lì un giornalista che sente questa cosa non può non fare la domanda successiva su quello, invece non hanno colto evidentemente. Ho pensato: "se fossi giornalista qui ci sguazzo", invece non hanno colto". Sul nuovo ciclo della Juve: "Secondo me è un periodo di difficoltà perché fisiologicamente dopo un percorso di grandi vittorie per 10 anni serva tempo. Bisogna trovare le persone giuste nei dirigenti, nell'allenatore e nei giocatori. Lo abbiamo vissuto anche noi a cavallo fra il 2009 ed il 2011", ha spiegato.

WHATSAPP TUTTOSPORT: clicca qui e iscriviti ora al nuovo canale, resta aggiornato LIVE

© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Juventus

Gli elogi ad Allegri

Perché su Allegri la Juventus ha avuto più fiducia? "Probabilmente per il curriculum e il passato che ha avuto dava certe garanzie sul fatto di arrivare all'obiettivo, anche se minimo", ha detto Buffon in merito al suo ex allenatore, oggi al Milan, sul quale spende sempre parole al miele: "Se un giorno diventassi dirigente, vorrei lui come allenatore. Ma vi dico questo: ci sono allenatori che ti piacciono di più ed altri di meno. Ma secondo me esistono allenatori più funzionali ad un certo club e ad un certo periodo storico, rispetto ad altri che possono sembrare migliori. L'allenatore più bravo non significa che sia il migliore in un certo momento. Cassano ha una stima limitata in Allegri, ma in questo momento non c'era tecnico migliore per il Milan. Ora sembra una società ordinata, non vengono più fuori interviste in un certo modo da giocatori, dirigenti, tutto si muove in una linea funzionale ai risultati: questo va riconosciuto ad Allegri, che ha portato un modo di ragionare e stare nel gruppo che magari ha implementato negli anni con la sua esperienza. Poi ditemi quanti allenatori hanno l'onestà di riconoscere la superiorità della Roma nei primi 35 minuti come fatto da lui".

© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Juventus

Da Conte al famoso Milan-Juve

In Antonio Conte "è rimasta inalterata la ferocia di arrivare al risultato e la capacità di trasferirla alla squadra. In più ha avuto un'evoluzione tattica perché riesce a giocare in modi e con moduli diversi a seconda delle situazioni e spesso azzecca le mosse", sottolinea Buffon, che poi ha ricordato l'arrivo del tecnico pugliese sulla panchina della Juve nel 2011: "Ha avuto un impatto devastante per quello che ti trasferiva. La capacità di far aderire tutti al suo credo e ai suoi obiettivi non l'ho mai vista a nessuno. Riesce a trasferire i concetti in maniera netta". Infine una battuta con Cassano, che è tornato sul gol di Muntari in quel famoso Milan-Juve: "Te ti ricordi chi arbitrava, io invece non mi ricordo mai chi era l'arbitro. Mi ricordo solo Oliver", ha detto Buffon scherzando.

© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Juventus

"Mi piacerebbe diventare responsabile della parte sportiva di una società". Così Gianluigi Buffon, attuale capo delegazione dell'Italia, in merito al suo futuro nel mondo del calcio. Ospite del podcast Viva el Futbol con Lele Adani, Nicola Ventola e Antonio Cassano, l'ex portiere ha ammesso che non chiuderebbe le porte a eventuali proposte al di fuori della Nazionale italiana e della Juventus: "Non precludo niente perché se voglio fare il professionista non posso fare preclusioni, a meno che non sia una scelta che vada in contrasto totale con quelli che sono i miei valori e il mio passato. Se vuoi essere professionista e lavorare è giusto che tu prenda in considerazione qualsiasi impegno", ha spiegato.

Ripartire dopo l'ultimo Europeo

Dopo il deludente Europeo del 2024, con l'Italia eliminata dalla Svizzera agli ottavi, Buffon ha scelto di rimanere: "C'erano dei dubbi che nutrivo come normale che sia dopo una delusione. La forza della squadra innanzitutto mi ha convinto: abbiamo ragazzi di grande valore. Poi in un momento di grande confusione abbiamo avuto la forza di dimostrare che abbiamo una indipendenza per fare delle scelte che all'inizio possono andare in controcorrente o che possono essere viste in maniera storta. Questo è il modo migliore per fare calcio, poi non è detto che uno faccia le scelte migliori, ma magari le più giuste", ha detto in merito alle motivazioni che lo hanno spinto a non lasciare. Sul suo ruolo: "Non sono il classico capo delegazione come Riva o Vialli, ho qualche mansione di campo in più: in 30 anni mi sono portato dietro qualcosa di utile per una società o una Nazionale di un certo livello".

© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Juventus
1
Buffon dentro la Juve: "Spalletti, mi dispiace solo una cosa. Tudor niente empatia e convinzione"
2
La scelta di Gattuso
3
La situazione in casa Juve
4
Gli elogi ad Allegri
5
Da Conte al famoso Milan-Juve