Le reprimende pubbliche ad anti juventini che provavano a parlarne
L’ideale, dunque, è che non se ne parli più, con pubblici ringraziamenti a chi sceglie di non mostrare il documentario. Non serviva l’ennesimo intervento poco fortunato sul tema di Facchetti Jr per capire come il tema non sia gradito in certi ambienti. Resta purtroppo indelebile la pubblica reprimenda del conduttore Rai Mannoni, tifoso nerazzurro (capita piuttosto frequentemente di vedere vip interisti spendersi su qualunque palcoscenico per difendere la loro squadra e attaccare i rivali), a Oliviero Beha, fiero antijuventino che sull'esclusività dei responsabili di Calciopoli aveva cambiato idea e voleva raccontare cosa veniva nascosto al grande pubblico.
O quella altrettanto severa del medesimo conduttore, sempre in diretta utilizzando il servizio pubblico, al suo collega Sigfrido Ranucci, ottimo quando si occupava di Juve ma nemico giurato dopo il suo Report dedicato all’altra Calciopoli: “Basta che non vi occupiate più di presunte novità su Calciopoli perché non ce ne sono più. Sia la giustizia ordinaria che quella sportiva hanno stabilito quello che accadde all’epoca. E quindi, sulla puntata della scorsa settimana, c’è questa piccola rimostranza. Del resto non è che francamente poi siano venute fuori grandi novità anche se Moggi prova sempre a spacciare le sue cose come novità”. La chiusura, poi, sembrava degna di una parodia del ruolo del difensore d’ufficio che non riesce proprio a frenarsi: “Niente Calciopoli. No, ma ne puoi parlare. Basta che parli del versante già sanzionato”. Ranucci, dunque, riceveva dal collega l’ok a parlare di Calciopoli, a patto che si occupasse del già radiato Moggi, senza raccontare le magagne dei premiati a tavolino.