Juve senza identità
Chi può essere l’uomo derby?
“Punto su Zapata. Duvan è tornato a grandi livelli e fa reparto da solo. È l’ideale finalizzatore del gioco espresso dalla squadra. Mi aspetto una prova di grande spirito da parte di tutto il Torino, che deve puntare sul collettivo per superare le individualità juventine”.
Quali sono gli uomini chiave della Juve?
“Vlahovic e Chiesa. Se gira Federico, i bianconeri diventano pericolosi e sono dipendenti da Dusan”.
Si aspettava di più dalla squadra di Allegri quest’anno?
“Questa Juve è una squadra strana, direi quasi indecifrabile. Non avendo identità e organizzazione di gioco, non si riesce mai a capire che tipo di gara faranno. Vivono sugli acuti estemporanei dei campioni come Chiesa e Vlahovic”.
Toccherà a Buongiorno cercare di fermarli…
“Mi piace molto. È già al secondo campionato di alto livello e sono convinto possa fare un percorso importante. Lui e Bellanova devono essere i punti fermi da cui ripartire se il Toro vuole andare in Europa l’anno prossimo”.
A proposito di Bellanova: si parla di Nazionale e grandi club inglesi nel suo futuro. È pronto per la Premier League?
“Ormai bastano 5-6 partite di alto livello e si diventa pronto per qualsiasi traguardo. Questo ovviamente non è colpa di Bellanova, ma della mediocrità che c’è in giro. Una volta servivano almeno due anni a grandi livello per conquistare la convocazione in Nazionale. Raoul non era un bidone quando l’ha scaricato l’Inter e non è un fenomeno ora. È un talento interessantissimo con margini di miglioramento importanti, ma serve calma nei giudizi”.
Cosa manca al club granata per centrare il ritorno nelle coppe europee?
“Per puntare all’Europa serve una rosa più ampia e di maggior qualità: serve uno sforzo maggiore da parte del club sul mercato. Solo così si può alzare l’asticella”.
Il Toro deve ripartire da Juric o è il caso di cambiare guida tecnica?
“Credo sia giusto per il Torino e lo stesso Juric salutarsi dopo un bel ciclo di 3 anni. Nel calcio dopo un po’ serve aria nuova: altrimenti difficile trovare stimoli nuovi per restare competivi e si rischia di scivolare nell’apatia”.