Il rigore di Salas
Con lei non possiamo non rivivere il celebre derby del 14 ottobre 2001
“Una partita pazzesca. Io e Ferrante eravamo in panchina e a ogni gol della Juve ci guardavamo in faccia come a dire ‘ma cosa sta succedendo?’. Quella bianconera era una squadra fortissima e dopo mezz’ora stava già in vantaggio per 3-0. Sembrava una partita chiusa…”.
Sembrava…
“(Sorride, ndr). Invece riuscimmo a fare qualcosa di straordinario. Merito di un gran collettivo: quel Torino non era una squadra di fenomeni, ma un gruppo di amici veri dotati di grande cuore e carattere. Sentivamo il peso e il valore di quella maglia, alla quale eravamo molto legati. Così nell’intervallo ci siamo guardati negli occhi, caricandoci a vicenda nonostante il triplo svantaggio, e l’abbiamo ribaltata”.
Lei fu uno dei principali protagonisti.
“Far gol a un campione come Gigi Buffon sotto la Maratona è un’emozione che lascia il segno. Fu il completamento di una rimonta folle…”.
Dopodiché nel finale ha “fatto” sbagliare pure il rigore del possibile 4-3 a Salas. Come è andata dal dischetto con quella che fu ribattezzata la buca di Maspero?
“Da rigorista prima delle partita ero solito andare prima della partita sul campo per controllare le zolle intorno al dischetto. Mi accorsi subito che lì vicino partiva l’irrigazione e quindi non erano tutte omogenee. Inoltre vidi che c’era pure tanto gesso intorno al dischetto e così cercai di dare una mano in fase difensiva (ride, ndr). In quel frangente ho pensato, proviamo a disturbare Salas e vediamo se può creargli delle turbative nel calciare il rigore. Ed in effetti, così è stato. Lui ha messo la palla proprio sopra la buca e ha calciato di collo. Calciando di collo sopra la buca, il pallone si è alzato e fortunatamente è andata bene per noi. D’altronde quando si va a calciare un rigore serve la massima attenzione su tutto e non va tralasciato alcun particolare…”.