Il calcio è già in mano ai ricchi
Ma è il concetto del calcio dei ricchi fa un po’ acqua, perché il calcio oggi è già dei ricchi, anzi ormai è in mano ai fondi di investimento multinazionali e ai fondi sovrani degli stati della penisola araba. La Champions League distribuisce centinaia di milioni seguendo logiche commerciali più che meritocratiche (il famoso market pool) e allarga il divario fra piccoli e grandi club nei campionati nazionali, che sono sempre più monopolizzati da élite di 3/4 club.
Insomma, la situazione del calcio oggi non è esattamente una democrazia e non è neppure il calcio proletario che cercano di vendere. C’è una norma nelle Noif della Figc che impedirà ai club italiani che aderiscono alla Superlega di iscriversi al campionato di Serie A: il famoso articolo 16 promulgato nel 2021, che i media battezzano come “anti-Superlega” e già questo dovrebbe bastare a capire che non può funzionare. Un club a cui venisse vietata l’iscrizione potrebbe fare ricorso a un tribunale italiano che dovrebbe tenere conto della sentenza della Corte Europea di giovedì che vieta, esplicitamente, che venga fatta discriminazione. Lo vieta all’Uefa, ma seguendo la piramide non possono sfuggirne le federazioni, perché la sentenza della Corte detta linee guida piuttosto precise.
Conferenza Uefa: Agnelli si collega e Ceferin lo butta fuori