Trefoloni a Open Var: “Bastoni-Duda? Contatto cercato. Fabbri in quel momento…"

L'ex arbitro sul gol del Verona: "Si contendono il pallone e non c'è nulla di scorretto. Pensiamo che arbitro e Var abbiano fatto bene"

A Open Var si torna a parlare degli episodi arbitrali che hanno caratterizzato la sfida dello scorso 6 gennaio al Meazza tra Inter e Verona. L'ex arbitro Matteo Trefoloni (responsabile del Settore Tecnico dell'Aia), a proposito del contatto Bastoni-Duda avvenuto in area di rigore scaligera pochi secondi prima della rete di Frattesi che ha deciso l'incontro, commenta: "C'è una spinta, è un contatto cercato, con il secondo movimento del braccio verso l'avversario. È stato detto e ridetto, andava assegnato un calcio di punizione in favore del Verona".

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La frase di Fabbri che condiziona il Var

"Il passaggio centrale è legato a una serie di elementi che si possono evidenziare in questa azione. Immediatamente dopo il contatto c'è questa fase in cui il Var dice di fischiare - continua -, ma è giusto chiarire che l'arbitro in quel momento non sta sentendo, non è un colloquio ma una reazione del Var che non è legata all'azione fallosa, ma è legata al fatto che c'è un difendente a terra in area di rigore. Per indicazione, se il pallone non è ancora in area e c'è un respiro, come qua, si deve fischiare perché il calciatore difendente rischia di tenere in gioco tutti i giocatori attaccanti. Fabbri doveva fermare il gioco ed è la situazione che vive il Var. Var suggestionato dal commento di Fabbri ('Questa è furbizia')? Questo non può accadere, perché il Var recepisce la scelta dell'arbitro, una volta recepita e compresa nelle sue sfaccettature, da quel momento in poi inizia il suo momento di ricerca che non può essere influenzato dalle sensazioni dell'arbitro. Inizia un percorso con l'Avar per capire la decisione". 

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Trefoloni analizza anche la rete del momentaneo pareggio dei veneti siglata da Henry che ha portato alle proteste nerazzurre per un presunto fallo a inizio azione su Arnautovic. Nell'audio dello scambio tra l'arbitro Fabbri e il Var Nasca si sente: "Buono, niente niente" la prima reazione, seguita dall'inizio dell'analisi dell'azione. "Vai dal fallo in APP". "I falli sono altri, vai", commenta Fabbri. Intanto Nasca prosegue con il controllo delle immagini: "Fammi vedere un'altra camera. Ti do una più larga". Fabbri è risoluto: "Ragazzi per me questo non è fallo". Nasca gli dà ragione: "Condivido, non è fallo". A tal proposito Trefoloni commenta: "Contatto, body check. Si contendono il pallone e non c'è nulla di scorretto. Pensiamo che arbitro e VAR abbiano fatto bene. Soggettività? La parte più complessa diventa per quelli che sono i contatti alti, dove c'è la problematica di non essere colti nell'intensità. Non è sempre facile trovare la giusta strada per dividere quelli fallosi da quelli no. In questo caso ci sentiamo di condividere".

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"Il passaggio centrale è legato a una serie di elementi che si possono evidenziare in questa azione. Immediatamente dopo il contatto c'è questa fase in cui il Var dice di fischiare - continua -, ma è giusto chiarire che l'arbitro in quel momento non sta sentendo, non è un colloquio ma una reazione del Var che non è legata all'azione fallosa, ma è legata al fatto che c'è un difendente a terra in area di rigore. Per indicazione, se il pallone non è ancora in area e c'è un respiro, come qua, si deve fischiare perché il calciatore difendente rischia di tenere in gioco tutti i giocatori attaccanti. Fabbri doveva fermare il gioco ed è la situazione che vive il Var. Var suggestionato dal commento di Fabbri ('Questa è furbizia')? Questo non può accadere, perché il Var recepisce la scelta dell'arbitro, una volta recepita e compresa nelle sue sfaccettature, da quel momento in poi inizia il suo momento di ricerca che non può essere influenzato dalle sensazioni dell'arbitro. Inizia un percorso con l'Avar per capire la decisione". 

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