Inter, il dossier si ingrossa e sui social spopola la ‘Marotta League’

Una lunga e oggettiva serie di episodi arbitrali favorevoli ai nerazzurri, lanciati verso uno scudetto strameritato, fa montare una protesta che va al di là della rivalità con la Juve

Sui social gli anti interisti hanno da tempo ribattezzato il campionato “Marotta League”, con l’amministratore delegato nerazzurro diventato simbolo di quest’Inter di governo, favorita anche da “aiutini” o “aiutoni” nei momenti di difficoltà. Clima non nuovo alle nostre latitudini dove chi vince (lo sanno bene proprio gli juventini), per gli avversari lo fa (anche) perché benedetto dalla benevolenza della casta arbitrale. Arbitri che, a dire la verità, nell’ultimo turno di campionato hanno applicato alla lettera la legge della par condicio, seminando errori da matita blu in molte partite (in primis Lazio-Milan e Torino-Fiorentina), confermando di vivere un momento di scarsa forma (eufemismo) amplificato, nel caso di Ayroldi, direttore di Inter-Genoa, dal fatto di negare pure l’evidenza mostrata dalle immagini tv, con lo scontro tra Barella e Frendrup (in cui il rossoblù ha toccato pure il pallone...) apparso a tutti - pure chi era allo stadio senza l’ausilio del video - come un normale contrasto con l’interista rullolato a terra per un intervento frutto della dinamica di gioco.

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Inter, storie tese a San Siro

Detto che il calcio non è matematica e non è dato a sapersi come sarebbe finita la partita anche senza quel contestatissimo rigore (l’episodio si è verificato nel primo tempo e l’Inter, magari avrebbe comunque portato a casa i tre punti), fresco è pure il ricordo delle proteste dell’Atalanta dopo il 4-0 incassato una settimana fa sempre a San Siro dalla capolista. Mentre Alberto Zangrillo, presidente del Genoa, ha lasciato lo stadio dopo che Ayroldi ha dato il rigore, Luca Percassi, è rimasto inchiodato sul suo seggiolino in tribuna per poi presentarsi davanti alle telecamere sfogando la sua rabbia e quella del club. L’ad dell’Atalanta ha parlato di "errori gravissimi da parte di arbitro e Var che hanno pesantemente condizionato la partita" e poi è entrato nel vivo della questione: "Il gol di De Ketelaere (sarebbe stato quello dello 0-1, ndr) era valido, al massimo ci doveva essere rigore per noi. L’altro episodio scandaloso è il rigore dato all’Inter (con gol di Dimarco sulla ribattuta, ndr). Nessuno allo stadio ha capito cosa stesse succedendo, sono passati 5-6 minuti per trovare qualcosa che nessuno aveva visto, oltretutto con il guardalinee che aveva alzato la bandierina".

Critiche rispedite al mittente direttamente dal designatore Rocchi nel suo intervendo domenicale a Open Var su Dazn: "Il braccio di Miranchuk è in posizione innaturale e, a parti invertite, avremmo dato il rigore. Quello dato all’Inter di rigore? In questo caso Colombo è bravo perché non fischia e permette l’intervento del Var, la bandierina alzata è un errore che non possiamo permetterci". Quindi il designatore ha tirato le orecchie al guardalinee - che erroneamente aveva dato il pallone per fuori dal campo - ma ha reputato giusta la decisione sul penalty assegnato ai nerazzurri.

Rocchi: "Braccio di Miranchuk punibile, ma da casa ho avuto paura che..."

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Inter, il dossier sugli episodi a favore

Che il Genoa non abbia avuto grande fortuna contro la capolista è provato anche dall’errore commesso da Doveri nella gara di andata (29 dicembre) dove il vantaggio nerazzurro firmato da Arnautovic era arrivato dopo un’evidente spinta con entrambe le braccia di Bisseck su Strootman (anche in questo caso però eravamo nel primo tempo e non è dato a sapersi come sarebbe finita la partita). Altrettanto clamoroso l’errore commesso in Inter-Verona dalla coppia in sala Var composta da Nasca e Di Vuolo che non ha segnalato all’arbitro Fabbri la gomitata di Bastoni su Duda in occasione del 2-1 di Frattesi (poi i gialloblù avrebbero comunque avuto l’occasione di pareggiare, ma Henry, dopo aver spiazzato Sommer, ha calciato il rigore sul palo). "Non parliamo mai di arbitri perché l’errore può sempre capitare, ma quello che è successo oggi è una totale mancanza di rispetto per questo club, questa città, questa tifoseria", lo sfogo di Sogliano nel post partita. Altro pastrocchio del Var ha portato al rigore dell’1-0 sull’Udinese (match poi finito 4-0...): notarile Mazzoleni nel richiamare all’on-field review l’arbitro Di Bello in occasione del contatto Perez-Lautaro Martinez che il direttore di gara non aveva giudicato da rigore. Per quanto riguarda gli episodi controversi in Juve-Inter e Napoli-Inter lo stesso Rocchi ha giudicato positivamente le scelte prese dalla sua squadra in entrambe le partita.

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Lo scudo di Rocchi

Nella sfida del 26 novembre all’Allianz Stadium i bianconeri avevano protestato per l’azione che aveva portato all’1-1 di Lautaro per un contrasto sulla trequarti interista fra Darmian (gomito alto) e Chiesa (in possesso della palla), ma Guida aveva fatto proseguire e il Var non era poi intervenuto. Contatto che il designatore Rocchi aveva giudicato corretto: "Per noi non è sicuramente un fallo per la tipologia di linea d’intervento dell’arbitro". Ma veniamo a Napoli-Inter, arbitro Massa. Due gli episodi contestati dagli azzurri che avevano scatenato nel post partita l’ira del club campione d’Italia e del presidente De Laurentiis. Il primo in occasione della rete dell’1-0 di Calhanoglu al 44’ del primo tempo, una cintura di Lautaro su Lobotka a centrocampo a inizio azione, con la palla rubata dall’argentino; il secondo in avvio di ripresa sull’1-0 per l’Inter, un possibile rigore per il Napoli per fallo di Acerbi su Osimhen (ancata del difensore a sbilanciare il nigeriano e successivo contatto piede su piede). In entrambi i casi Massa e Var fecero proseguire.

Nell’analisi successiva delle immagini a “Open Var”, il responsabile del settore tecnico dell’Aia, Trefoloni, si era espresso così: "Tutti e tre (arbitro, Var e Avar, ndr) hanno la stessa idea di intervento e la vivono indipendentemente l’uno dall’altro, vanno tutti e tre per nessuna azione fallosa - la spiegazione sul contatto Lautaro-Lobotka -. Acerbi-Osimhen? Si guarda l’intensità e noi siamo contenti di questa scelta, è stata coerente con la linea dell’arbitro e con quello che chiediamo noi". A completare il quadro quanto accaduto a Firenze (0-1, 28 gennaio) dove Aureliano ha lasciato correre su un possibile rigore per una trattenuta di Bastoni su Ranieri, mentre su quello fischiato ai viola - e poi sbagliato da Gonzalez - il Var ha giudicato "Imprudente" la condotta di Sommer sul contrasto con Nzola nonostante il portiere avesse toccato prima il pallone ("Non è un salvacondotto"). Infine in Inter Lecce (23 dicembre): la punizione sulla trequarti offensiva dell’Inter da cui era nato il gol del momentaneo 1-0 di testa di Bisseck (finale 2-0 per i nerazzurri), è stata fischiata dall’arbitro Marcenaro per un fallo di mano di Gonzalez su tocco di Mkhitaryan. Le immagini, però, hanno mostrato come la palla calciata dall’armeno avesse colpito prima l’anca del centrocampista salentino e dunque l’azione non andava sanzionata. Prosit.

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Sui social gli anti interisti hanno da tempo ribattezzato il campionato “Marotta League”, con l’amministratore delegato nerazzurro diventato simbolo di quest’Inter di governo, favorita anche da “aiutini” o “aiutoni” nei momenti di difficoltà. Clima non nuovo alle nostre latitudini dove chi vince (lo sanno bene proprio gli juventini), per gli avversari lo fa (anche) perché benedetto dalla benevolenza della casta arbitrale. Arbitri che, a dire la verità, nell’ultimo turno di campionato hanno applicato alla lettera la legge della par condicio, seminando errori da matita blu in molte partite (in primis Lazio-Milan e Torino-Fiorentina), confermando di vivere un momento di scarsa forma (eufemismo) amplificato, nel caso di Ayroldi, direttore di Inter-Genoa, dal fatto di negare pure l’evidenza mostrata dalle immagini tv, con lo scontro tra Barella e Frendrup (in cui il rossoblù ha toccato pure il pallone...) apparso a tutti - pure chi era allo stadio senza l’ausilio del video - come un normale contrasto con l’interista rullolato a terra per un intervento frutto della dinamica di gioco.

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Inter, storie tese a San Siro

Detto che il calcio non è matematica e non è dato a sapersi come sarebbe finita la partita anche senza quel contestatissimo rigore (l’episodio si è verificato nel primo tempo e l’Inter, magari avrebbe comunque portato a casa i tre punti), fresco è pure il ricordo delle proteste dell’Atalanta dopo il 4-0 incassato una settimana fa sempre a San Siro dalla capolista. Mentre Alberto Zangrillo, presidente del Genoa, ha lasciato lo stadio dopo che Ayroldi ha dato il rigore, Luca Percassi, è rimasto inchiodato sul suo seggiolino in tribuna per poi presentarsi davanti alle telecamere sfogando la sua rabbia e quella del club. L’ad dell’Atalanta ha parlato di "errori gravissimi da parte di arbitro e Var che hanno pesantemente condizionato la partita" e poi è entrato nel vivo della questione: "Il gol di De Ketelaere (sarebbe stato quello dello 0-1, ndr) era valido, al massimo ci doveva essere rigore per noi. L’altro episodio scandaloso è il rigore dato all’Inter (con gol di Dimarco sulla ribattuta, ndr). Nessuno allo stadio ha capito cosa stesse succedendo, sono passati 5-6 minuti per trovare qualcosa che nessuno aveva visto, oltretutto con il guardalinee che aveva alzato la bandierina".

Critiche rispedite al mittente direttamente dal designatore Rocchi nel suo intervendo domenicale a Open Var su Dazn: "Il braccio di Miranchuk è in posizione innaturale e, a parti invertite, avremmo dato il rigore. Quello dato all’Inter di rigore? In questo caso Colombo è bravo perché non fischia e permette l’intervento del Var, la bandierina alzata è un errore che non possiamo permetterci". Quindi il designatore ha tirato le orecchie al guardalinee - che erroneamente aveva dato il pallone per fuori dal campo - ma ha reputato giusta la decisione sul penalty assegnato ai nerazzurri.

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