È da ipotizzare che la Corte sia andata oltre il meccanismo della plusvalenza in sé e abbia accolto l’idea di un criminoso “sistema Juventus”, ma anche questa ipotesi non giustifica una pena così sproporzionata. Perché quindici punti sono una condanna enorme che deve richiedere una violazione enorme. Possono le plusvalenze, qualora provate, esserlo? Domandarselo è lecito perché, fino a ieri sera, le plusvalenze erano sempre state perdonate sia in sede di giustizia sportiva sia in quella penale. Esiste cioè una consistente giurisprudenza che non consente di pensare alla plusvalenza come a una violazione così grave da giustificare una simile mazzata e che, di conseguenza, va a ingigantire la disparità del giudizio espresso ieri dalla Corte.
Anche perché non esiste da nessuna parte del codice di giustizia sportiva una norma specifica che regoli il problema delle plusvalenze; fatto bizzarro, visto che di quel problema si parla da un quarto di secolo durante il quale nessuno in Figc ha mai pensato di scrivere un articolo specifico al quale potessero fare riferimento i club e i giudici. Così per le plusvalenze puoi essere assolto o condannato a 15 punti, dipende. Da cosa, ce lo dovrà spiegare il giudice Mario Luigi Torsello nelle sue motivazioni, dove tuttavia sarà difficile trovare la spiegazione del perché certe plusvalenze siano state perdonate e quelle della Juventus costino invece una sentenza così violenta.