Aspettiamo con ansia le parole di Torsello, dunque, mentre dalle settanta pagine di memoria difensiva della Juventus si apprende che, ancora una volta, le intercettazioni vengono tagliate e cucite a uso e consumo dell’accusa, per cui se in un passaggio successivo della telefonata una frase sospetta viene smontata, meglio tenersi solo la frase sospetta. Nei corridoi virtuali si dice, inoltre, che a inchiodare la Juventus sia stato il “libro nero di Paratici” che, per la cronaca, è un foglio A4 sul quale Federico Cherubini aveva annotato tutte le decisioni del suo (allora) capo che non gli piacevano, compreso un «abbiamo fatto troppe plusvalenze artificiali», diventata pistola fumante per il procuratore Chiné e per la Corte. E su questo punto Torsello dovrà essere ultra convincente perché trasformare in prova una riflessione appuntata su un foglietto (le «plusvalenze artificiali» andrebbero poi trovate e provate tecnicamente) è qualcosa che in diritto, quello vero, stride come le unghie sulla lavagna.
Si deve aspettare, dunque. Aspettare le motivazioni e l’appello al Collegio di Garanzia presso il Coni, ma nel frattempo la sensazione che ci sia dell’accanimento sarà difficile da spazzare via e inquina la serenità delle riflessioni sugli effettivi errori commessi dalla dirigenza juventina, sulla strategia difensiva (gli avvocati penali in sede di giustizia sportiva trovano un terreno assai scivoloso), su tutto il resto. Perché così non è una cosa logica. Così, è una cosa da matti.