Sono mattoncini per costruire un futuro da capitano?
«Il nostro riferimento adesso è Danilo, che è un grande giocatore e soprattutto un grande leader. Per ora la fascia è sua e io non ci penso».
Ma non è che questa proprietà linguistica sottende un prossimo passaggio in Premier League, come si era sussurrato già in estate?
«L’unica voce che ho sentito in estate, ad essere sincero, è stata proprio quella del direttore Giuntoli, con cui abbiamo concordato come la priorità fosse preparare al meglio la nuova stagione. L’inglese, tutt’al più, mi aiuta per comunicare in maniera fluida con McKennie e Weah all’interno dello spogliatoio!».
A Londra, restando in tema, durante l’ultimo Europeo ha segnato forse il gol più importante della sua carriera finora, in semifinale contro la Spagna: vi sentite sempre con il gruppo che ha conquistato il titolo continentale?
«Sì, certo, abbiamo una chat in comune. Di quell’estate mi porto dietro un ricordo straordinario, anche se il successivo infortunio ha fatto un po’ sbiadire quelle sensazioni. E mi ha alterato anche la percezione del tempo: mi sembrano passati molto più di due anni...».
Ma il pensiero di quel trionfo, durante la convalescenza, non l’ha aiutata a superare il momento difficile?
«No, anzi: l’unico pensiero bello, in quel momento, era legato alla partita che avrei finalmente giocato al ritorno in campo. Che poi, fatalmente, è coinciso con l’ultima gara in Champions del club, lo scorso anno contro il Psg».
Che idea si è fatto, invece, della successiva frattura tra Mancini e Federazione?
«Sinceramente posso solo ringraziare il commissario tecnico per la grandissima fiducia che ha riposto in me, soprattutto prima dell’Europeo. Le sue decisioni personali, poi, non sono in grado di commentarle. Ma, di certo, ha avuto grande influenza su di me, in campo e fuori. Di quello che mi ha insegnato sul rettangolo verde, infatti, ho fatto tesoro anche nella vita di tutti i giorni: in particolare, mi ha sempre spronato a maturare al fine di compiere la scelta giusta nei momenti decisivi».
Restando all’azzurro: si va ai prossimi Europei, sì?
«Ci credo fortemente, certo. Abbiamo tutte le carte in regola per staccare la qualificazione e, soprattutto, dipende solo da noi. Il gruppo ha qualità e un nuovo tecnico preparato come Spalletti, che ha dimostrato il suo valore l’anno passato e già anche in quelli precedenti. Dopo il pareggio con la Macedonia è cresciuta la pressione, ma a San Siro contro l’Ucraina abbiamo disputato davvero una grande prestazione».