TORINO - Fa parte del gioco, nel calcio e nella vita, che le difficoltà di qualcuno offrano opportunità a qualcun altro. Fabio Miretti avrebbe preferito e preferirebbe conquistarsi spazio nella Juve solo a forza di prestazioni, anziché scalare le gerarchie anche a causa dei problemi extracalcistici che hanno escluso dalla rosa prima Pogba e ora Fagioli, ma quel che è successo è successo: a lui non resta, per il bene suo e della Juventus, che provare a sfruttare la situazione per affermarsi definitivamente.
Definitivamente perché “qualcosa” ha già fatto: debutto assoluto in prima squadra a 18 anni, esordio da titolare alla stessa età e oggi, a 20 anni e due mesi, 54 presenze all’attivo. Del Piero alla stessa età ne aveva sommate 39 e Marchisio non aveva ancora esordito. La precocità, però, rischia di rimanere una statistica velata di rimpianto se poi non è seguita da una crescita adeguata alle attese che ha generato.
Mercato Juve, suggestione Fabian Ruiz: la proposta
Miretti, è giunta l'ora di prendersi la Juve
Miretti, proprio per i numeri citati prima, ne ha generate davvero tante e anche se ha tutto il tempo per soddisfarle in questo momento è un po’ in ritardo sulle aspettative. Ritardo relativo proprio all’altezza di quelle aspettative, perché delle otto partite disputate finora dalla Juve ne ha giocate cinque da titolare e in due è subentrato, che non è proprio un brutto avvio: però solo a Empoli è restato in campo almeno un’ora (e per un soffio, uscito al 62’), tre volte è rimasto negli spogliatoi dopo l’intervallo e non ha mai convinto pienamente. Che la sua forma non sia ottimale, d’altra parte, lo conferma anche l’esclusione a sorpresa dalla formazione iniziale dell’Under 21 che ieri ha affrontato la Norvegia.
Thuram-Samardzic, il mercato Juve e il perché della svolta obbligata